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16.11.2016 - 21:130
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

A Lugano sale l'olezzo del 'rüt'. L'altolà di Attilio Bignasca: "Di ritirare il referendum contro la tassa sul sacco non se ne parla". Perfino Foletti era pronto a discutere la riduzione del moltiplicatore proposta dal sindaco Borradori. Ma il 'niet' del

Dopo la perentoria dichiarazione di Attilio Bignasca, Michele Foletti, deputato e responsabile delle finanze a Lugano, ha lasciato la riunione

LUGANO – “Ritirare il referendum? Non se ne parla nemmeno”. La tassa sul sacco, per via Monte Boglia, rimane un tabù. Il coordinatore della Lega, Attilio Bignasca, mercoledì sera alla riunione di gruppo è stato chiaro e irremovibile. L’idea lanciata l’altro giorno su liberatv dal sindaco di Lugano, Marco Borradori, per convincere l’ala barricadera del movimento a rinunciare al referendum contro la tassa cantonale sul sacco sembra dunque destinata a tramontare.

Se la Lega, come pare scontato, raccoglierà le firme necessarie, tutti i ticinesi saranno chiamati alle urne per esprimersi sulla legge approvata dal Gran Consiglio e sostenuta dal ministro leghista Claudio Zali.

Tutti i ticinesi, anche se per pochi cittadini (i luganesi) le cose cambieranno nel caso in cui il referendum passasse, e in ogni caso sarà solo un rinvio, perché prima o poi anche Lugano avrà il dovere di adeguarsi alla legge federale e di introdurre la tassa tanto odiata da una parte della Lega.

Dopo la perentoria dichiarazione di Attilio Bignasca, Michele Foletti, deputato e responsabile delle finanze a Lugano, ha lasciato la riunione. “Sarei stato disponibile a entrare in materia sulla proposta del sindaco – dice a liberatv -. Ma non mi sembra ci siano margini di discussione”.

In ogni caso, Foletti ribadisce che la situazione finanziaria, e debitoria, di Lugano non è da aria di festa. L’aumento del moltiplicatore deciso due anni fa è, insieme alla tassa sul sacco, uno dei tasselli che la Città ha programmato per ricomporre il dissestato mosaico finanziario. La sua entrata in materia su un’eventuale riduzione del moltiplicatore, anche lieve, sarebbe stata comunque un rospo da ingoiare, e probabilmente Foletti avrebbe approfittato dell’occasione per ricordare a tutti, barricaderi e non, leghisti e non, che Lugano è ben lungi dall’aver risolto i suoi problemi finanziari.

La mancata introduzione della tassa sul sacco ha costretto il Municipio a chiedere alle Aziende industriali di stanziare un dividendo straordinario. Ma non si potrà andare avanti così. Anche perché sulle spalle della Città, che ha già emesso oltre mezzo miliardo di obbligazioni, pesa il rischio di non essere in grado in futuro di accedere ai crediti bancari necessari agli investimenti.

Ma queste valutazioni a via Monte Boglia interessano evidentemente poco. La tassa sul sacco era un cavallo di battaglia del Nano e al Nano bisogna rendere omaggio. Così ha detto Attilio. E il sindaco Borradori, reduce pure dal vertice in via Monte Boglia, conferma che anche dopo la partenza di Foletti le cose non sono cambiate.

Come risolvere dunque la “gabola” della tassa sul sacco e del referendum lanciato dalla Sezione leghista di Lugano? Nel ‘villaggio gallico in riva al Ceresio’ – per usare la colorita espressione di Zali - c’è sempre più agitazione, e in casa Lega la tensione è palpabile, tra chi non vuole per principio il “fetido balzello” e chi invece segue la linea del ministro, che lo ha difeso in Gran Consiglio.

Per tentare di disinnescare il detonatore, il sindaco Marco Borradori aveva dichiarato a liberatv l’intenzione di proporre, come compensazione della tassa, una lieve riduzione del moltiplicatore. Il giorno dopo Boris Bignasca, che è in prima fila sulla barricata referendaria, lo aveva definito un passo avanti, una base da cui partire per trovare un compromesso. Ma intanto raccogliamo le firme, aveva aggiunto. Stasera è arrivato l’altolà di suo zio. E adesso?

Domani il Municipio discuterà comunque il tema. Anche perché il vicesindaco, Michele Bertini, ha inserito all’ordine del giorno la questione della conferma o della revisione del piano finanziario.

“L’introduzione della tassa causale sui rifiuti - dice Bertini a liberatv - permette di ridurre l’onere di smaltimento che oggi i cittadini luganesi pagano con le imposte, quindi si potrebbe ipotizzare uno sgravio, per compensare le nuove entrate. La situazione finanziaria rimane però seria, anche se non catastrofica. Dal punto di vista politico sono quindi disposto a discuterne, se questo serve a trovare una soluzione. Anche se quello che è successo mercoledì in casa Lega, quello che lei mi racconta, non è una buona premessa”.

Però mi chiedo, aggiunge il vicesindaco, “perché si arrivi solo oggi a ipotizzare una soluzione del genere, chiaramente dettata dalla pressione del referendum. Fino a poche settimane fa la maggioranza leghista in Municipio ha ripetuto il mantra che il moltiplicatore è intoccabile e la tassa sul sacco indispensabile per rimettere in sesto le finanze. Noto che ancora una volta Lugano e il Ticino sono ostaggio dell’incoerenza e dell’inaffidabilità della Lega. A me non interessa se ci sono l’anima istituzionale e l’anima barricadera. A me interessa che a questo movimento gli elettori, ticinesi e luganesi, hanno conferito la maggioranza relativa negli esecutivi, investendo i rappresentanti leghisti di un’accresciuta responsabilità di governo”.

Marco Bazzi



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