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09.04.2017 - 18:410
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Lugano, dubbi e domande sul progetto di 'carpooling' a Cornaredo. Il Mattino spara al Municipio. L'UDC interroga. Nel mirino la start-up 'ticinese' BePooler, con sede a Ponte Tresa e amministrata da un'italiana. "Società bucalettere?"

L'UDC: "Il Municipio che tipo di controlli ha fatto per quanto attiene operatività, stabilità territoriale, serietà, esperienza e solidità sulla società in oggetto?"

LUGANO – Oggi il Mattino ha dedicato un articoletto al tema. E stasera è arrivata l’interrogazione firmata dai consiglieri comunali UDC. Nel mirino il progetto di ‘car-pooling’ presentato nei giorni scorsi dal Municipio di Lugano.

Il Mattino è andato giù pesante, nonostante la maggioranza leghista in Municipio…

“In quel di Lugano è stato annunciato in pompa magna il nuovo innovativo progetto di Car-pooling (uella!) al Park& Ride di Cornaredo: e il profluvio di parole inglesi già porta puzza di bruciato. In sostanza, la panna montata sta ad indicare (citiamo dal comunicato ufficiale) “la messa a disposizione di diciotto nuovi parcheggi gratuiti destinati agli automobilisti che condivideranno con altri pendolari il loro veicolo negli spostamenti verso il centro di Lugano. Lo spazio sarà gestito da una start-up ticinese”, tale BePooler (e dàgli con l’inglese).
Uella! Dubitiamo che i problemi della viabilità luganese si possano risolvere tramite 18 posteggi per Carpooling (…). Quanto alla start-up che gestisce i nuovi parcheggi… Non per fare gli scassamaroni che vanno sempre a cercare il pelo nell’uovo, ma “gli è che” questa start-up ticinese (?) con sede a Ponte Tresa ha quale amministratrice unica una cittadina italiana (…). La definizione di start-up “ticinese” nel caso concreto ci pare dunque piuttosto stiracchiata”.

Poi, come detto, è arrivata l’interrogazione firmata dagli UDC Raide Bassi, Tiziano Galeazzi eAlain Bühler.

“Se da un lato l’idea del carpooling potrebbe sgravare il traffico cittadino e portare benefici a livello ambientale, dall’altro è poco chiaro come e con quali controlli il Municipio abbia dato ad una start-up con sede a Ponte Tresa, sembra non operativa ed al cui indirizzo pare si trovi una villa senza alcun riferimento alla BePooler SA, rafforzando così il sospetto che l’ubicazione della SA sia appoggiata ad un “indirizzo di comodo” solo per essere giuridicamente presente sul nostro territorio.

Tralasciando il fatto che una società iscritta a Registro di Commercio dal 2015 potrebbe anche non essere più considerata come start-up, quello che più lascia perplessi sono le persone che sembrerebbero lavorare per la “BePooler SA”, tutti cittadini italiani residenti tra Varese, Roma, Milano, Torino e Como (tra cui un sindaco di un paesino italiano). Tutti questi indizi non fanno altro che alimentare il dubbio che il personale della BePooler sia tutt’altro che indigeno (cittadini ticinesi, confederati o residenti sul nostro territorio)”.

Seguono le domande al Municipio.

1) Il Municipio che tipo di controlli ha fatto per quanto attiene operatività, stabilità territoriale, serietà, esperienza e solidità sulla società in oggetto?

2) E’ stato fatto un concorso? Se sì, quante società ticinesi o svizzere e quante estere dall’UE hanno partecipato?

3) Quanto è costato il mandato ceduto alla BePooler di Ponte Tresa?

4) Il Municipio è a conoscenza se l’azienda citata abbia o meno già operato sul nostro territorio cantonale?

5) Al Municipio  risulta che la società abbia operatività effettiva negli uffici di Ponte Tresa?



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