Tralasciando il fatto che una società iscritta a Registro di Commercio dal 2015 potrebbe anche non essere più considerata come start-up, quello che più lascia perplessi sono le persone che sembrerebbero lavorare per la “BePooler SA”, tutti cittadini italiani residenti tra Varese, Roma, Milano, Torino e Como (tra cui un sindaco di un paesino italiano). Tutti questi indizi non fanno altro che alimentare il dubbio che il personale della BePooler sia tutt’altro che indigeno (cittadini ticinesi, confederati o residenti sul nostro territorio)”.