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26.05.2017 - 14:080
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Niente patentino per la raccolta dei funghi. Il Governo ritira il messaggio che voleva limitare "l’eccessivo afflusso di cercatori, provenienti soprattutto da oltre confine". Tema archiviato dopo 18 mesi di giacenza sui banchi della Commissione legislazi

Il Consiglio di Stato ha deciso di ritirare il messaggio, dopo aver preso atto del succinto rapporto di maggioranza della Commissione, sottoscritto da 10 commissari, che invita a respingerlo

BELLINZONA - Il Consiglio di Stato ha deciso di ritirare il messaggio del 13 ottobre 2015 sulla nuova legge sulla raccolta dei funghi. Il messaggio, si legge in una nota del Governo, era stato presentato dopo che numerosi atti parlamentari, sottoscritti da esponenti di tutti i partiti, “avevano segnalato l’esigenza di intervenire a livello legislativo per migliorare la protezione di un bene naturale limitato.
Si rammentano, in particolare, l’iniziativa parlamentare del 7 novembre 2011, la mozione del 22 settembre 2014, che chiedeva al Consiglio di Stato d’introdurre una tassa per la raccolta dei funghi per i cercatori provenienti dall’estero”.

Il Dipartimento del territorio, prosegue la nota, “ha di conseguenza elaborato una modifica della legge sulla raccolta dei funghi volta a proteggere le aree più sensibili del Cantone dall’eccessivo afflusso di cercatori di funghi, provenienti soprattutto da oltre confine. Il Consiglio di Stato, esaminati gli aspetti giuridici, ha proposto l’introduzione di appositi tesserini sino a concorrenza di contingenti stabiliti con una scala di priorità a favore dei domiciliati. Per chi risiede in Ticino i tesserini sarebbero stati gratuiti mentre che i cercatori provenienti dall’estero avrebbero dovuto pagare una tassa di Cancelleria. Posto in consultazione pubblica, questo progetto era stato sostanzialmente condiviso e giudicato positivamente. La soluzione proposta, del resto, ricalcava sostanzialmente un modello già applicato con successo all’estero, segnatamente proprio in varie regioni italiane”.

Ora, il Consiglio di Stato ha deciso di ritirare il messaggio, dopo diciotto mesi di giacenza in Commissione della legislazione e dopo aver preso atto del succinto rapporto di maggioranza della stessa Commissione, sottoscritto da 10 commissari, che invita a respingerlo, in quanto “l’obiettivo posto dalle nuove norme è già raggiunto attraverso il quadro legislativo attuale”. Il Consiglio di Stato, dopo questa presa di posizione ritiene pertanto evaso il tema.

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