POLITICA E POTERE
Mancata entrata in vigore dell'accordo sui frontalieri, Marco Chiesa chiede al Consiglio federale di risarcire il Ticino. E Tiziano Galeazzi al Consiglio di Stato di bloccare i ristorni
Il consigliere nazionale chiede al Consiglio federale una compensazione finanziaria dalla Confederazione al Ticino, per un importo di 15 milioni di franchi annui, sino a quando il nuovo accordo non sarà entrato in vigore
foto: TiPress/Tatiana Scolari
BERNA/BELLINZONA - “Responsabilità e solidarietà impongono alla Confederazione che il Ticino sia compensato finanziariamente per la mancata entrata in vigore dell'Accordo sui frontalieri”. È il titolo della mozione con la quale il consigliere nazionale Marco Chiesa chiede al Consiglio federale di compensare finanziariamente il Canton Ticino per la mancata entrata in vigore del nuovo accordo italo-svizzero sui frontalieri, siglato dalle autorità fiscali dei due Paesi il 22 dicembre 2015.

Secondo Chiesa “la mancata entrata in vigore dell'Accordo ha, indirettamente, pesanti conseguenze sul mercato del lavoro ticinese che subisce un significativo dumping salariale a causa dei lavoratori frontalieri. Il danno finanziario stimato per il Cantone per il mancato accordo sui frontalieri è pari a circa 15 milioni di franchi, ovvero la differenza tra il 70 e il 61,2%” di trattenute fiscali”.

Il consigliere nazionale chiede dunque al Consiglio federale una compensazione finanziaria dalla Confederazione al Ticino, per un importo di 15 milioni di franchi annui, sino a quando il nuovo accordo non sarà entrato in vigore.

Parallelamente, il deputato Tiziano Galeazzi, a nome del gruppo La Destra, ha depositato una mozione al Consiglio di Stato con la quale chiede di “congelare a partire dal prossimo 30 giugno il ristorno delle imposte alla fonte alla Repubblica italiana secondo l’accordo del 1974. E di costituirsi parte lesa nei confronti della Confederazione per il risarcimento delle minori entrate finanziarie, cioè 15 milioni di franchi all’anno, sino a quando il nuovo accordo parafato nel 2015 non entrerà in vigore. Questo vale per gli anni 2016 e seguenti”. 

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