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26.09.2017 - 10:020
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Doppi passaporti, Lorenzo Quadri chiede che "consiglieri federali, membri dell’Assemblea federale e funzionari federali che hanno rapporti con l’estero non possano disporre di ulteriori nazionalità oltre a quella Svizzera"

Il consigliere nazionale leghista: "Nelle settimane precedenti l’ultima elezione in Consiglio federale, scrive il consigliere nazionale leghista, “si è posto il tema dei Consiglieri federali con più di una nazionalità". E cita il caso dell'Australia

BERNA – Lorenzo Quadri chiede tramite una mozione al Consiglio federale “di presentare al Parlamento un disegno di legge affinché Consiglieri federali, membri dell’Assemblea federale e funzionari federali che hanno rapporti con l’estero non possano disporre di ulteriori nazionalità oltre a quella Svizzera. Si chiede inoltre di annullare la decisione in base alla quale da inizio anno ai membri del corpo diplomatico e dei servizi consolari non è più richiesto di avere la sola cittadinanza elvetica”.

Nelle settimane precedenti l’ultima elezione in Consiglio federale, scrive il consigliere nazionale leghista, “si è posto il tema dei Consiglieri federali con più di una nazionalità. Tra i candidati alla successione di Didier Burkhalter, c’è chi ha rinunciato al doppio passaporto durante la campagna elettorale e chi invece ha dichiarato che si sarebbe limitato a sottoporre la questione della propria binazionalità al Consiglio federale in caso di elezione.

In Australia nei mesi scorsi si sono verificate delle partenze obbligate sia dal parlamento che dal governo (che ne è un’emanazione) di deputati e ministri binazionali. La Costituzione australiana vieta infatti agli eletti in parlamento di avere più di una nazionalità, e questo per motivi di lealtà allo Stato.
La questione deve porsi anche in Svizzera, a maggior ragione dopo la modifica di legge del 1992 che consente a chi si naturalizza in via ordinaria di mantenere anche il passaporto del paese d’origine.
A giudizio di chi scrive non è infatti sostenibile fare politica nelle istituzioni della Confederazione con però in tasca anche un passaporto estero, da estrarre a seconda della convenienza contingente. Una situazione di questo tipo è evidentemente improponibile per un Consigliere federale, ma anche per un parlamentare. Non si vede infatti perché la regola australiana (e l’Australia è un paese d’immigrazione) non possa essere trasposta in Svizzera.
Stesso discorso per i membri del corpo diplomatico e dei servizi consolari della Confederazione. La decisione del Consiglio federale di rinunciare ad inizio anno ad imporre a questi funzionari il requisito del possesso della sola nazionalità svizzera va dunque annullata. In generale i funzionari federali che hanno rapporti con l’estero devono disporre della sola cittadinanza svizzera. Il requisito va inoltre esteso a chi – in veste di assistente, segretario o altro, avente accesso ad informazioni confidenziali – partecipa a nome della Svizzera a gruppi di amicizia OSCE, al Consiglio d’Europa o ad altri gruppi o organizzazioni che comportino relazioni internazionali”.


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