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26.10.2017 - 17:140
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Argo 1 e quell'e-mail. Il capo divisione del DSS Bernasconi: "È stata un'ingenuità. Ma sono tranquillo con la mia coscienza". Beltraminelli: "L'alto funzionario ha agito in buona fede". Agustoni: "Scritto inadeguato"

Ecco le considerazioni dei protagonisti, dopo l'ennesima giornata di passione vissuta sullo scandalo Argo 1. Bernasconi: "La mia unica preoccupazione era l'operatività al centro di Camorino. Questa vicenda ha provato sia me che la mia famiglia". Il ministro: "È una brava persona, molto scrupolosa, che lavora con serietà ed impegno"

di Andrea Leoni


BELLINZONA - Quella e-mail è stata un’ingenuità. Sono concordi nel giudizio il ministro Paolo Beltrraminelli e il capo divisione dell’azione sociale Renato Bernasconi, l’autore dello scritto, nel commentare l’episodio che ha gettato nuova benzina sul fuoco sullo scandalo Argo 1.

 

Liberatv ha raccolto le considerazioni di entrambi, dopo che questa mattina avevamo chiesto chiarezza sulla vicenda. In coda all’articolo anche una breve riflessione da parte del capogruppo del PPD Maurizio Agustoni. Cominciamo dal protagonista, suo malgrado, della vicenda: Renato Bernasconi.

 

Bernasconi, è stato un errore inviare quell’e-mail al direttore di Securitas Stefano Moro?


“È stata un’ingenuità. Ma credo che l’esistenza di quell'e-mail dimostri anche la mia buona fede. L'ho scritta mosso esclusivamente dalla preoccupazione che all’interno della struttura di Camorino ci fosse una situazione positiva e di normalità, anche alla luce delle note situazioni pregresse. Poi, come ho già avuto modo di spiegare, nella formulazione del testo, complice forse la fretta, non ho utilizzato termini adeguati. E per fretta intendo l’enorme carico di lavoro, e di pressioni, a cui l’intera divisione è sottoposta. Non sempre si riesce a mantenere al massimo il livello di lucidità”.

 

È stato un’ingenuità anche non informare il Consigliere di Stato Beltraminelli che avrebbe inviato questa e-mail?

“Personalmente non la ritengo un’ingenuità. Il mio è stato un’intervento puramente operativo. E il fatto che non abbia avvisato il Consigliere di Stato, testimonia che ai miei occhi non vi era nessuna rilevanza di altro tipo se non, per l’appunto, quella operativa. Questa era davvero la mia unica preoccupazione. Magari, non l’avessi fatto, qualcuno fra qualche giorno avrebbe chiesto conto del perché. Ho un po’ l’impressione che, per la situazione che si è venuta a creare, se si fa una cosa non va bene e se non la si fa, non va bene lo stesso”.

 

Quando è uscito sul Corriere del Ticino l’articolo dedicato all’agente in questione, chi è stato il primo a telefonare? Lei a Moro o Moro a lei?

“La prima chiamata l’ho ricevuta da lui. Ma con Moro, come si può facilmente immaginare, ci sentiamo regolarmente. E quindi anche in questa occasione è stato naturale telefonarsi per discutere come affrontare il caso. Ma, mi creda, non c’era da parte mia nessun tipo di retro pensiero legato alla persona. Si trattava semplicemente di affrontare una questione operativa come tante altre ne abbiamo affrontate in passato, nel normale rapporto di collaborazione tra DSS e Securitas”.

 

Però scusi. Il DSS è coinvolto nello scandalo Argo 1. L’agente in questione anche. Al di là dei giudizi, e con il senno di poi, non percepisce un conflitto di interessi nel suo intervento?

“Ribadisco: io volevo solo affrontare una problematica operativa. E in quest’ottica era ben lontano da me il pensiero di collegare questa vicenda al caso Argo 1. Si può dire che mi è mancato questo riflesso. Si può dire, con il senno di poi, che potevo limitarmi a segnalare il problema lasciando poi a Secutias la gestione del caso. Ma io ho agito in totale buona fede e quindi sono tranquillo con la mia coscienza. Anche perché, con Moro, ero rimasto che l’agente sarebbe stato sospeso cautelativamente e temporaneamente, in attesa delle verifiche, solo dall’attività che svolgeva al centro di Camorino. E che nel frattempo sarebbe stato ricollocato a svolgere un’altra mansione”.

 

E quando ha saputo che invece era stato sospeso da ogni attività?

“Sono rimasto sorpreso. L’ho appreso dai media”.
 

Umanamente come sta vivendo questa bufera mediatica che l’ha travolta?

“Io penso che chi legge possa facilmente immedesimarsi. Ho commesso un errore in buona fede svolgendo il mio lavoro. Ripeto, con il senno di poi, avrei potuto valutare meglio la situazione, segnalare a Moro la criticità e poi dirgli di fare quello che riteneva più opportuno perché, in fondo, semmai, sarebbe stato un suo problema. Però la mia mentalità mi porta ad affrontare le situazioni, anche le più critiche, per cercare attraverso il dialogo le soluzioni operativamente migliori. Sono fatto così, non mi tiro indietro. È chiaro che dal punto di vista umano mi sento un po’ impotente rispetto ala situazione che si è venuta a creare. Non fa piacere. Questa vicenda ha provato sia me che la mia famiglia. Più in generale poi la divisione non sta lavorando in un contesto di tranquillità e questo mi preoccupa. Lavoriamo tanto, abbiamo raggiunto numerosi obbiettivi, ma poi queste cose fanno passare tutto in secondo piano. Non auguro a nessuno di affrontare una questione come quella d’asilo. Ogni giorno siamo confrontati con mille problematiche: pensi solo alla questione della ricerca degli spazi. Ed è chiaro che la vicenda di Argo 1 ha alzato tantissimo il livello di pressione: non è facile lavorare in questo contesto”.


Paolo Beltrraminelli: "Bernasconi è una brava persona"
 

Fin qui le parole di Bernasconi. E Paolo Beltraminelli, invece, come commenta la vicenda? Il ministro premette che nel merito risponderà in Parlamento alle due interpellanze che sono state presentate sul caso. Ai nostri microfoni si limita a qualche considerazione generale.

 

“L’e-mail inviata dal capo divisione - commenta il direttore del DSS - è stata un’ingenuità commessa in totale buona fede. Bernasconi è una brava persona, molto scrupolosa, che lavora con serietà ed impegno. La sua unica missione è quella di garantire un servizio che possa non dare adito ad alcun dubbio. Il DSS, anche alla luce di ciò che è avvenuto, ha bisogno che in centri come quello di Camorino si lavori in modo irreprensibile”.

 

“Personalmente - aggiunge Beltraminelli - sono sollevato che la situazione legata al caso specifico si sia risolta nel giro di pochi giorni. Questo va nell’interesse di tutti, anche dello stesso agente. Sono altresì sollevato che nella gestione del centro di Camorino si sia tornati a una normalità nel gestione”.


Maurizio Agustoni: "Serve serenità"
 


Infine, siccome avevamo tirato in ballo anche il PPD nel nostro articolo, ecco la reazione del capogruppo Maurizio Agustoni: “Come ha già detto il funzionario stesso, si è tratta di un’email con un contenuto inadeguato. In un contesto generale non avrebbe dovuto informare Paolo Beltraminelli, ma per quello che si è venuto a creare intorno alla vicenda Argo,sarebbe stato opportuno farlo”.

 

E con quali sentimenti il capogruppo pipidino vive questa ennesimo episodio controverso riguardo all’annosa vicenda? “Penso con il sentimento di chiunque. C’è la volontà di fare chiarezza e anche per questo sosterremo la Commissione parlamentare d’inchiesta. Ci sono alcune domande che nei gruppi politici non hanno ancora trovato delle risposte soddisfacenti. Ma dobbiamo essere sereni: se iniziassimo un lavoro importante come quello della CPI con preoccupazione, inquietudine o pregiudizi, non sarebbe un buon inizio. Una volta che le inchieste, sia quella parlamentare che quella amministrativa condotta da Marco Bertoli, saranno concluse, potremo tirare una riga e ognuno potrà fare le sue valutazioni su elementi oggettivi”.

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