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07.11.2017 - 08:560
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Argo 1: Governo bocciato! La Regione e il Corriere criticano la "performance" dell'Esecutivo in Gran Consiglio. Caratti: "Senza cambio di passo il Collegio sarà screditato da Dadò e Beltraminelli: forse l'hanno capito". Righinetti: "Il ministro PPD autole

Editoriali molto duri oggi sui quotidiani verso l'Esecutivo bersagliato ieri in Parlamento dalle domande e dalle critiche dei deputati

BELLINZONA - Governo bocciato. All’indomani della giornata di Gran Consiglio dedicata allo scandalo Argo 1, il Corriere del Ticino e la Regione criticano la “prestazione” dei ministri davanti ai deputati.

 

Ieri, ricordiamo, prima della costituzione della Commissione parlamentare d’inchiesta, il Consiglio di Stato ha risposto a una raffica di domande presentate nei giorni scorsi sul caso da socialisti ed MpS. A ribattere ai quesiti sono stati il presidente Manuele Bertoli, Norman Gobbi, Christian Vitta e, naturalmente, Paolo Beltraminelli. I ministri si sono passati la palla a dipendenza di dove andava a parare la singola domanda: quando toccava il Collegio rispondeva Bertoli, quando interessava i singoli Dipartimenti, gli altri. Ma quando i deputati si sono detti insoddisfatti delle risposte e hanno formulato altri quesiti, ne è nato un duro braccio di ferro, con l’Esecutivo in chiara difficoltà a rintuzzare i deputati.


Caratti: "Forse l'hanno capito..."
 

Ma torniamo al commento giornali. La Regione affida l’editoriale al direttore Matteo Caratti: “Finito l’esercizietto pompieristico (…), le rispostine sono giunte solo dopo un’interruzione dei lavori parlamentari verso le 17 (dopo ben tre ore di discussione!) quando il presidente Gianora, riaprendo i lavori, ha detto che ‘abbiamo convenuto che il governo risponderà alle domande’. Alla buon’ora. Solo a quel punto si è per esempio udito – ma ci è voluto il forcipe – Beltraminelli confessare che era la prima volta che gli capitava che un non funzionario (Dadò) prendesse parte a uno strano incontro segreto, Bernasconi-Fiorini-funzionario, per arginare maldicenze... Eh già! Niente aggiunte invece per fugare il dubbio, avanzato da più parti, che a quel momento (era il 9 di giugno) – con Argo 1 ormai diventato da mesi scandalo, con lui stesso che già in marzo aveva riferito in parlamento e con una sottocommissione della Gestione da mesi all’opera – Bernasconi non abbia detto nulla al suo capo. Copione illogico e decisamente inverosimile”.

 

“L’impressione ricavata - prosegue il direttore della Regione - è che il governo abbia perlomeno capito che, se non cambia passo, rischia di essere pesantemente screditato da un consigliere di Stato (Beltraminelli) e da un presidente di partito (Dadò) e da un capodivisione (Bernasconi), i cui atteggiamenti e comportamenti in questa vicenda sono palesemente inopportuni (quando non, almeno per chi ha conferito in quel modo diversi mandati diretti, addirittura illegali). Situazioni che il partito del ministro sulla graticola ha tentato di relativizzare ponendo domande a Gobbi e a Vitta per bocca dei deputati Jelmini e Fonio. Ma i fatti di queste ultime settimane sono lì a dire che, oltre ai mandati diretti, c’era dell’altro arrosto nascosto nel forno. Arrosto che si è però materializzato sul tavolo politico, non perché Beltraminelli e Dadò si sono convertiti alla trasparenza, ma perché una parte della stampa (‘Falò’ e questa testata) hanno rivelato nuovi disdicevoli fatti. Se ora accanto all’inchiesta penale, al lavoro dell’esperto incaricato dal governo e al lavoro della Gestione, ci vuole anche il cingolato di una commissione parlamentare d’inchiesta è perché troppe domande attendono ancora risposta a nove mesi dallo scoppio dello scandalo! Fossero giunte loro invece dei sacchi di sabbia, non saremmo arrivati qui”.
 

Righinetti: "Nessun vincitore. Ma meglio il Parlamento"
 

Sul Corriere del Ticino lo firma Gianni Righinetti il commento: “Paolo Beltraminelli ha fatto sempre da parafulmine per ogni genere di errore, proteggendo anche oltre l’attesa i suoi collaboratori. Un atteggiamento tanto generoso quanto autolesionista, che lo sta indebolendo sempre più. Una situazione della quale sembrano essere ormai vittime almeno i quattro quinti dell’Esecutivo dopo la poco convincente prestazione che ieri li ha visti protagonisti nel passarsi la palla con un copione preconfezionato per ogni domanda contenuta nelle interpellanze”.

 

“Ma la frase più imbarazzante - annota ancora Righinetti - l’ha pronunciata il presidente del collegio governativo Manuele Bertoli quando ha ammesso che anche l’Esecutivo molte cose le ha conosciute «a spizzichi e bocconi» contemporaneamente ai parlamentari e ai cittadini. Grazie al lavoro del quarto potere. Dalla partita che si è giocata in aula nessuno può dirsi uscito vincitore. Ha certamente convinto maggiormente il Parlamento che, in maniera composta ma con decisione, ha insistito nel sollecitare risposte. Quelle preconfezionate e riferite a rotazione da Beltraminelli, Bertoli, Vitta e Gobbi sono arrivate; poi l’Esecutivo si è chiuso a riccio facendo valere questioni formali che hanno innervosito l’intero Gran Consiglio, con il solo PPD a tentare l’improbabile impresa di chiudere le falle in una diga pericolante. Raramente si era visto un Parlamento, in primis i partiti di governo, compatto nel fustigare l’Esecutivo”.

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