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28.11.2017 - 18:020
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Aeroporto di Lugano, Marco Borradori scatenato dopo il CdA dedicato al grounding di Darwin: "La compagnia ha tradito la nostra fiducia in maniera sfacciata. Sono arrabbiato deluso e rattristato. Ma ora bisogna arrivarne a una: entro Natale una decisione d

Il sindaco di Lugano senza peli sulla lingua sulla crisi della compagnia e sul futuro dell'aeroporto: "La situazione è oggettivamente difficile, ma è nostro preciso dovere fare tutto il possibile per tutelare gli impieghi legati allo scalo: si tratta di circa 400 posti di lavoro. Lugano deve battersi per difenderli. Ma non ci sarà nessun accanimento terapeutico...."

LUGANO - È durato poco più di due ore il Consiglio d’Amministrazione di Lugano Airport. Un CdA interamente dedicato alla crisi che ha investito la Darwin Airlains. Stamane gli aerei della compagnia sono infatti rimasti a terra nello scalo luganese, dopo che l’Ufficio federale dell’aviazione ha ritirato la licenza alla società posseduta dal fondo di investimento 4 K. Una giornata di grounding insomma per la struttura aeroportuale di Agno.

 

Il “governo” dell’aeroporto ha fatto il punto della situazione, dopo essere rimasto completamente spiazzato dagli eventi: prima dalla decisione di Darwin di portare i libri in tribunale per tentare una moratoria concordataria, e poi dalla cancellazione dei voli di stamane.

 

La notizia principale, comunicata al termine della riunione, è che sono stati incaricati i legali per valutare i passi da intraprendere per tutelare in sede giudiziaria gli interessi dell’aeroporto e della collettività nei confronti della compagnia. Nei prossimi giorni è possibile che effettivamente parta una segnalazione al Ministero Pubblico, come anticipato questa mattina da Liberatv. La crisi improvvisa di Darwin infatti - che solo alla fine della scorsa scorsa aveva confermato il suo impegno per salvare la tratta su Ginevra - non convince gli amministratori dello scalo luganese. Il sospetto che sia stata fatta una speculazione, insomma, è grande all’interno del CdA….

 

Come è grande la sfiducia sul fatto che la compagnia possa risollevarsi, anche se naturalmente questo dovrà stabilirlo sia l’Ufficio federale dell’aviazione - a fronte di un nuovo piano e di una nuova iniezione di liquidità - sia la Pretura. E la speranza è l’ultima a morire, soprattutto considerando che sono in ballo 200 posti di lavoro. Però…

 


“Quel che è importante sottolineare come premessa - dichiara a Liberatv il sindaco Marco Borradori - è che Lugano Airport ha subito questa situazione e non l’ha di certo innescata. Per questo posso garantire che faremo tutto il possibile, se del caso anche dal profilo giudiziario, affinché venga fatta chiarezza su questa situazione che per noi è stata del tutto inattesa. Darwin ha tradito la nostra fiducia in maniera oserei direi sfacciata, considerate le promesse di investimento e le dichiarazioni entusiastiche iniziali. Ci sentiamo presi in giro e sono arrabbiato, deluso e rattristato per quanto sta avvenendo in queste ore”.

 

“Il grounding - prosegue il sindaco nel suo ragionamento - è un fatto molto grave. La mia principale preoccupazione non è in questo momento rivolta all’aeroporto ma alle centinaia di lavoratori che rischiano di perdere il posto. A loro voglio esprimere un pensiero di solidarietà e di vicinanza, anche a nome del Consiglio d’Amministrazione”.

 

Ma non potevate prevedere che il nuovo proprietario della compagnia, un fondo di investimento, poteva rappresentare un pericolo? “Purtroppo né il Municipio né Lugano Airport potevano verificare la solidità della della compagnia, dopo il passaggio dalla vecchia alla nuova proprietà. In ogni caso ci è stata garantito che la società è stata venduta in salute e con una solida liquidità. Il compito di sorveglianza in questi casi spetta solo all’Ufficio federale dell'aviazione”.

 

Le nubi sul futuro dell’aeroporto sono sempre più scure. E Borradori non nega le preoccupazioni: “La situazione è oggettivamente difficile, ma è nostro preciso dovere fare tutto il possibile per tutelare gli impieghi legati allo scalo: si tratta di circa 400 posti di lavoro. Lugano deve battersi per difenderli. Abbiamo già perso troppi impieghi nella piazza finanziaria e in altri settori e non possiamo permetterci di perderne altri senza lottare. Come è noto sono in corso due trattative, una con Swiss e una con Sky Work, per garantire le tratte principali. Credo che prima di Natale dovremmo arrivarne a una, questo è l’orizzonte temporale. E fino a quando ci sarà margine per raggiungere un accordo ragionevole, continueremo a negoziare. Del resto il nostro compito come CdA e come Municipio è quello di salvare l’aeroporto e non di abbatterlo”.

 

Sul fronte del messaggio municipale da 20 milioni per il piano di rilancio, Borradori conferma la linea già espressa alcune settimane fa: “Vediamo come andranno le trattative e poi decideremo. Intanto il messaggio è fermo Gestione e lì rimane in attesa di novità. Checché ne pensi qualcuno non siamo così incoscienti da dilapidare il denaro pubblico. Noi lavoriamo per garantire un futuro all’aeroporto, perché siamo convinti che sia un tassello importante della politica dei trasporti della Città, sia dal punto di vista economico, che turistico, che occupazionale. Ma qualora in futuro le condizioni non fossero più oggettivamente date, non esisteremo a fare un passo indietro. Nessuno vuole un accanimento terapeutico. Mi rendo conto che la situazione non può essere trascinata ancora a lungo. Noi siamo i primi a voler arrivare a una conclusione. Quindi le prossime 2 o 3 settimane saranno decisive per una soluzione definitiva, in un senso o nell’altro”.

 

Quindi compresa la chiusura dell’aeroporto? “Bisogna considerare che quella sarebbe una scelta irreversibile e che tutti i posti di lavoro, le competenze e quant’altro, andrebbero inevitabilmente persi. Chiudere un aeroporto non è come spegnere un interruttore. La scelta del Municipio è chiara: noi vogliamo che lo scalo di Lugano continui ad esistere. Se poi non vi saranno le condizioni economiche perché questo accada, ne prenderemo atto”.

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