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05.01.2018 - 11:470
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

"Forza Cassis!". Tito Tettamanti in difesa del Consigliere Federale ticinese: "Buon segno che i socialisti si arrabbino con lui: vuol dire che è sulla buona strada"

Il finanziere: "Certo che Levrat, il quale con un partito al 19% dei voti in Svizzera grazie a Burkhalter influenzava sino a ieri la maggioranza del Consiglio federale, è oggi infastidito. Gli sembrerà strano vedere che due consiglieri federali liberali tornano a votare in modo compatto. Era altrimenti abituato. La musica a Berna è cambiata...."

LUGANO - “Forza Cassis!”. È l’incoraggiamento che Tito Tettamanti rivolge al Consigliere Federale ticinese. Il finanziere si è speso stamane dalla colonne del Corriere del Ticino in una difesa a spada tratta dell’operato del ministro degli esteri.

 

Tettamanti prende spunto dalle dure critiche lanciate negli scorsi giorni contro Cassis dal presidente del PS Christian Levrat (“è ora di terminare l’apprendistato”).

 

“A parte il tono scortesemente sopra le righe per un presidente di partito che si rivolge ad un consigliere federale - annota il finanziere - Cassis deve essere lieto che un politico di lungo corso come Levrat abbia perso così presto i nervi. Vuol dire che il nuovo ministro degli Esteri è sulla buona strada. Certo che Levrat, il quale con un partito al 19% dei voti in Svizzera grazie a Burkhalter influenzava sino a ieri la maggioranza del Consiglio federale, è oggi infastidito. Gli sembrerà strano vedere che due consiglieri federali liberali tornano a votare in modo compatto. Era altrimenti abituato”.

 

“Burkhalter - affonda il colpo il finanziere sul CdT - ha fatto disastri per anni, compresa la proposta di ricorrere in caso di controversia al tribunale della controparte (UE), modo piuttosto singolare di difendere i propri interessi. Ricordiamo l’ultima figuraccia con sorrisi a 32 denti e abbracci fraterni rimediata a Lugano pochi mesi fa quando tenne per buone le solenni promesse dell’Angelino (Alfano) che contava già allora in Italia come il due di picche e la garanzia che l’accordo Svizzera-Italia sarebbe stato firmato prima di fine anno. Ultima buggeratura che si è aggiunta alle precedenti per svizzeri creduloni”.

 

“No - conclude il finanziere - la musica è cambiata e speriamo così continui. Ce l’hanno con Cassis perché si è risentito per la limitazione ad un anno del riconoscimento di equivalenza per le Borse svizzere da parte dell’UE. A giusta ragione si è offeso. Il riconoscimento dell’equivalenza tra Stati in relazioni corrette e tenuto conto dell’alto livello delle nostre regolamentazioni è un atto dovuto, come lo è stato con Hong Kong. Il limite di un anno, che vuole dire «stai attento perché se non ti comporti bene ti bastoniamo», non è degno di rapporti sovrani; è solo una meschina carognata di un’UE incattivita perché le cose non le vanno bene. I socialisti ce l’hanno con Cassis anche perché visto l’inammissibile atteggiamento dell’UE si chiede quale atteggiamento prendere per il miliardo (che in effetti sono un miliardo e trecento milioni) da eventualmente versare al fondo di coesione dell’UE. Ma ancora una volta, pur considerando che i soldi non sono di Levrat e compagni ma dei contribuenti, versiamone anche due di miliardi ma conoscendo con precisione la contropartita. O è una taglia che dobbiamo pagare? (….) Dopo anni di politiche inconcludenti e con divergenze profonde nel Consiglio federale non è che il ministro Cassis possa in pochi giorni fare miracoli (e cambiare i collaboratori responsabili del passato). Se si pone termine all’umiliante politica delle genuflessioni preventive è già un notevole progresso”.

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