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04.11.2019 - 14:310

Tonini interroga il Governo: "È vero che l'Imam Jelassi ha collaborato con il DECS?"

Il deputato leghista: "Il Dipartimento responsabile non effettuate verifiche sulle persone con cui decide di collaborare?"

BELLINZONA – "L'Imam a cui è stata negata la cittadinanza svizzera poiché un pericolo per la sicurezza esterna ed interna del Paese ha collaborato con il DECS?". Lo chiede il deputato leghista Stefano Tonini in un'iterrogazione inviata oggi al Consiglio di Stato. 

"Abbiamo seguito – scrive Tonini – con una certa apprensione il susseguirsi di informazioni concernenti i legami dell’imam Samir Radouan Jelassi dell’associazione islamica e centro culturale in Ticino a Lugano, meglio nota come Lega dei musulmani in Ticino, frequentemente accostata ad ambienti legati all’islam radicalizzato. Per stessa ammissione fatta dall’imam e dal suo difensore – l’avv. Paolo Bernasconi – in occasione della conferenza stampa svoltasi lo scorso 3 novembre, la Segreteria di stato della migrazione (SEM) gli ha negato la cittadinanza svizzera".

"Tra le motivazioni che hanno portato a questa decisione, citiamo: “Costituisce una compromissione duratura della sicurezza interna ed esterna della Svizzera”; “Sono emersi indizi concreti che dimostrano un presumibile coinvolgimento nell’ambito del terrorismo islamico”; “Intratterrebbe legami con islamisti radicali o con persone sospettate di partecipare ad attività legate al terrorismo islamico”; Risulta che alcuni membri della “Lega dei Musulmani in Ticino”, così come alcuni visitatori della moschea di Viganello si sarebbero radicalizzati divenendo combattenti della Jihad”; “Intratterrebbe relazioni, sia in Svizzera che all’estero con persone in fase di radicalizzazione, già radicalizzate, o che sono diventate combattenti della Jihad"".

E ancora: "Motivazioni supportate dal preavviso, trasmesso all’indirizzo della SEM, da parte del Servizi informatici della confederazione (SIC), a testimonianza a e a supporto dell’ottimo e indispensabile lavoro preventivo svolto dalle nostre autorità. Alla richiesta di ottenimento della cittadinanza, lo ricordiamo, è stata data una risposta negativa già nel settembre del 2018, oltre un anno fa. Occorre infine ricordare come la stessa moschea di Viganello sia stata sovente citata nell’ambito dell’inchiesta sul jihadista ex dipendente dell’agenzia di sicurezza “Argo1"".

"Benché nessun procedimento penale sia stato aperto nei confronti dell’imam, è altresì vero che in una piccolo contesto come quella ticinese, tutti questi fatti di cronaca e gli elementi emersi e accertati non possono che suscitare una seria preoccupazione. Ma per l’avvocato difensore e per lo stesso imam sembra essere tutto normale... e anzi: non perdono occasione per scagliarsi contro le autorità (federali e cantonali) con strali e denunce di persecuzioni, sminuendo il loro lavoro svolto a favore della sicurezza collettiva e con la faccia tosta di accusarli di azioni “islamofobe” anche di fronte a fatti come quelli accertati".

"Sempre in occasione della citata conferenza stampa – continua Tonini –  tra gli elementi che l’avvocato difensione dell’imam ha elencato per cercare di giustificarne la buona fede v’è la collaborazione con enti statali (federali e cantonali) nell’ambito della formazione. L’imam è quindi dipinto come un agnello, benché il vello è solo di facciata, come afferma la SEM. Tra queste collaborazioni in ambito statale è stato pure citato il Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (DECS) diretto dal CdS Bertoli e come pure la Segreteria di stato per la formazione del SEFRI. Elementi questi che non lasciano indifferenti e che meritano un approfondimento nel rispetto di tutta la cittadinanza".

Alla luce di quanto esposto, ecco le domande sottoposte al Governo:

1) Come giudica la decisione della SEM riguardo alla negazione della cittadinanza svizzera dell’imam Jelassi, decisione basata su fondati elementi comprovanti una “duratura compromissione della sicurezza interna ed esterna” del nostro Paese?

2) Come giudica il comportamento dell’imam Jelassi, il quale di fronte a specifiche richieste da parte delle varie Autorità abbia dato risposte per nulla esaustive, in particolare per quanto concerne i finanziamenti della moschea in cui opera, rispettivamente riguardo alla frequentazione della stessa da parte di persone legate ad ambienti radicalizzati?

3) Corrisponde al vero che lo stesso imam (balzato agli onori [sic!] della cronaca per essere stato il primo formato in Europa) abbia collaborato per il DECS nell’ambito del curricolo di studi sulle religioni? Se si, non si ritiene che sarebbe stato più opportuno rivolgersi a persone maggiormente indicate rispetto a Jelassi?

4) Il Dipartimento responsabile, non effettua verifiche sulle persone con cui decide di collaborare, in particolare se operanti in contesti sensibili come questi? 

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