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27.09.2020 - 15:300

Limitazione, questa domenica... Per Gentiloni è "bella per la democrazia", per i Giovani UDC "nera"

Il commissario europeo all'economia ha seguito con interesse il voto svizzero. I giovani democentristi: " Il Ticino  diventerà presto un paese con stipendi da fame, dove nessuno vorrà più vivere e creare una famiglia"

BELLINZONA - Il tema della limitazione era seguito anche a Bruxelles. E Paolo Gentiloni, commissario europeo all’economia ed ex premier italiano, esulta: “Vince il no alla proposta di limitare la libera circolazione delle persone: bella domenica democratica ed europea nel paese dei referendum”.

Per Marco Chiesa, presidente dell'UDC nazionale, era una battaglia di Davide contro Golia, dove i democentristi rappresentavano ovviamente Davide, solo contro molti. E non minimizza l'influenza del Coronavirus, che ha messo incertezza nel panorama internazionale e può aver spinto gli elettori a decidere di non votare sì, rischiando altri punti di domanda. “Non ho sentito proposte dai nostri avversari. Come ticinese sarà un po’ più difficile parlare con il resto della Svizzera. I nostri avversari sono stati bravi a portare incertezza su quella che già c’è sul territorio”. 

Motivazioni che non consolano i Giovani UDC, che commentano con parole pesanti quanto scaturito dalle urne. "Oggi è una domenica nera per i giovani ticinesi: questo NO nazionale scaturito dalle urne porterà ora ad un periodo di incertezze per il futuro di noi giovani in Ticino. Infatti, la situazione status quo non è più sostenibile per la nostra generazione: con la libera circolazione sempre più giovani vivranno un periodo di disoccupazione o sceglieranno di andare a vivere e lavorare oltregottardo, dove le paghe sono decisamente migliori. Il Ticino  diventerà presto un paese con stipendi da fame, dove nessuno vorrà più vivere e creare una famiglia".

E chiamano in causa l'UE e Consiglio Federale, chiedendo di "rinegoziare delle condizioni quadro specifiche per il nostro cantone, in modo da poter finalmente applicare lapreferenza indigena e dare finalmente la possibilità a noi giovani di formarci, vivere, lavorare e formare una famiglia nel nostro Cantone. Ora il tema dell’immigrazione di massa a livello politico sarà archiviato per il prossimo decennio. Solo quando a Zurigo e a Berna si accorgeranno di vivere una situazione di dumping a causa di tutti i ticinesi che cercano lavoro a stipendi più bassi della media si tornerà a parlare di libera circolazione. Ma allora sarà già troppo tardi per il nostro Ticino".

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