POLITICA E POTERE
Criptovalute o "criptopolitica"? Due interrogazioni sul "Piano B" di Lugano
Due "atti parlamentari" in pochi giorni, con molte domande al Municipio, sul progetto annunciato dal sindaco
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CRONACA

Ecco il 'Plan B' di Lugano che strizza l'occhio alle criptovalute

04 MARZO 2022
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LUGANO – Sul “Piano B”, che intende fare della Città un centro di eccellenza nell’ambito delle criptovalute, presentato nelle scorse settimane dal sindaco di Lugano, Michele Foletti, per ora più Bitcoin piovono interrogazione. In pochi giorni se ne contano già due. La prima, interpartitica, presentata dalla consigliera comunale Morena Ferrari Gamba. La seconda, oggi, firmata dalla co-presidente della sezione socialista Tessa Prati a nome del suo gruppo, con il titolo “Quanta cripticità attorno al Piano B del sindaco”.

“È bello e giusto immaginare Lugano come una città rivolta all’innovazione – si legge nell’interrogazione di Ferrari Gamba -. Non vogliamo appartenere alla schiera degli scettici, ma sul progetto “Piano B” e gruppo Tether, qualche considerazione e domanda sporge spontanea. Senza entrare nel merito in questioni tecniche di cui non abbiamo competenza, come politici abbiamo il dovere di informaci e riteniamo che il progetto “Piano B” nasconde tante incognite e va considerato con attenzione su vari aspetti”.

Le perplessità sono di carattere ambientale: “Ricordiamo che la città di Lugano ha sottoscritto e avviato il progetto Luganosostenibile, che mira al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale (OSS), economica e sociale contenuti nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite (ONU). Su questo fronte citiamo, fra gli altri, tre obiettivi:

1. Garantire modelli di consumo e produzione sostenibili

2. Adottare misure urgenti per combattere i cambiamenti climatici e le loro conseguenze

3. Proteggere, ripristinare e promuovere l’uso sostenibile degli ecosistemi terrestri, gestire in modo sostenibile le foreste, contrastare la desertificazione, arrestare e invertire il degrado dei suoli e fermare la perdita di biodiversità.

Sulla base di questi principi non si può prendere alla leggera una scelta come quella fatta dal Municipio. Oggi, siamo confrontati con un grosso problema di scarsità energetica e incrementarne ulteriormente la richiesta sarebbe semplicemente da folli. Sappiamo tutti che le Criptovalute sono altamente antiecologiche, almeno fino ad oggi. Non lo diciamo noi ma persone molto più qualificate. Si stima che il consumo energetico del solo bitcoin sia più o meno pari a quello di un medio Paese europeo”.

Ma le perplessità sono anche di carattere etico e giuridico: “Uno dei grandi interrogativi posti da più esperti, pur ammettendo la bontà dell’innovazione, è quello del rischio di mettere tale dirompente potenziale al servizio di società coinvolte in loschi affari. Una questione sulla quale un ente pubblico, più di altri, deve interrogarsi, almeno fintanto che l’applicazione e l’affinamento dei regolamenti governativi non sono completamente messi in atto (…). Mediante la presentazione del 4 marzo intitolato “Plan B” il Sindaco di Lugano ha associato la città di Lugano al gruppo privato Tether di Giancarlo Devasini. Ma come si è scelta quest’azienda quando su di essa vi sono molti lati ancora oscuri e solleva molti dubbi? Negli Stati Uniti, dove probabilmente Tether non può più operare, hanno avviato diverse indagini sul Gruppo Tether e mosso accuse sulla reale capacità di copertura dei propri volumi di emissione, senza dimenticare i trascorsi penali. Questioni giuridiche e penali su cui non vogliamo entrare, ma che ci portano alla prudenza e sollevano dubbi se il Municipio abbia fatto i dovuti accertamenti e valutazioni, o per la foga di “fare” si è abboccato all’amo del miglior offerente, rischiando di mettere a rischio il futuro del nome, ma anche dell’economia della Città.

Veniamo alla seconda interrogazione, quella odierna: “Fatta una prima e importante premessa: la tecnologia della blockchain ha e avrà delle ripercussioni rivoluzionarie nelle nostre vite. I firmatari della presente non sono in linea di principio contrarie a quest’innovazione. Esserlo, sarebbe anacronistico – scrive Tessa Prati -. Lo scorso 3 marzo, in un Palazzo dei congressi gremito, è stato presentato in pompa magna il “Plan B” di Lugano. Secondo il testo promozionale, la tecnologia con le cripto valute e altri servizi tecnologici sta entrando a fare parte del nostro quotidiano, modificando il modo in cui accediamo a servizi finanziari e pubblici. La città avrebbe dunque bisogno di un piano per affrontare queste nuove realtà, cogliendone le opportunità e minimizzando i rischi per portare vantaggi, libertà e prosperità ai propri cittadini e alle proprie cittadine. Lugano mirerebbe addirittura a diventare «la capitale europea del Bitcoin», come è stato annunciato nel corso della presentazione del Protocollo d'intesa tra la città e la società Tether. Il Sindaco si è speso in prima persona difendendo e spiegando la scelta (dell’esecutivo cittadino?), affiancato dal CEO di Tether Jean Louis Van der Velde e dal CTO di Tether Paolo Ardoino che hanno spiegato che Lugano è stata scelta perché al centro dell’Europa e perché in Svizzera, e quindi rappresenta un posto sicuro,

libero e con istituzioni efficienti. Infine, il direttore dello sviluppo economico di Lugano Pietro Poretti ha spiegato che sarà possibile pagare con Bitcoin le tasse, i servizi pubblici, le multe e utilizzarli in diverse attività locali e negozi. Insomma, una grande operazione pubblicitaria, con un “Piano B” che appare ancora denso di molte incognite.

Quello che sembra invece più chiaro è che una semplice ricerca sui principali motori di ricerca del partner che Lugano ha scelto, Tether, non fornisce risultati confortanti in termine di immagine. Se Lugano, quale città Svizzera al centro dell’Europa garantisce ottime referenze, lo stesso non lo si può dire di Tether. Questa società è finita al centro di vari scandali e vicende giudiziarie. Afferma di avere il corrispettivo dei suoi impegni in dollari, ma non sembrerebbero esserci rassicurazioni da parte di un ente specialistico indipendente che ha potuto verificare questo elemento.

Lugano, con questa operazione, si è impegnata a livello di immagine ad associare il proprio nome a quello di Tether, una scelta le cui origini sfuggono, così come le responsabilità della stessa. La situazione ai nostri occhi appare troppo opaca e densa di insidie”.

 

LE DOMANDE AL MUNICIPIO

INTERROGAZIONE MORENA FERRARI GAMBA

1. Per un progetto così importante, il Municipio non ha ritenuto necessario coinvolgere il Consiglio Comunale?

2. USI e SUPSI in che misura collaborano in questo progetto?

3. L’Associazione Bancaria è stata coinvolta o sentita per questo progetto e sul Gruppo coinvolto? Qual è il suo parere?

4. Come riportato dai media, il Municipio ha verificato gli importi e per quali motivi il Gruppo Tether ha versato somme a titolo di patteggiamento alle autorità giudiziarie e regolamentari americane?

5. Chi e come è stato verificato:

a. se il consumo energetico che sarà collegato a questa iniziativa tiene conto delle attuali e future carenze energetiche, visto l’elevato consumo della blockchain?

b. Se questo progetto è conforme ai piani di riduzione rispettivamente azzeramento delle emissioni di CO2 già previsto dalla Confederazione?

c. Si tiene conto delle previste misure restrittive in discussione nel parlamento svizzero di fronte alla pericolosità dell’abuso di criptovalute?

d. È possibile conoscere il gruppo di lavoro, i promotori di questa iniziativa, elencando le loro conoscenze ed esperienze in questo settore?

6. È già stato ottenuto un preavviso favorevole per la autorizzazione da parte della FINMA e dell’autorità cantonale sull’esercizio dell’attività di fiduciario e di intermediario finanziario?

7. Quali sono le misure concrete che sono già state adottate per garantire il rispetto delle misureantiriciclaggio, prevenire truffe ed estorsioni?

 

INTERROGAZIONE TESSA PRATI

1. Quali sono i dicasteri e le/i funzionari/e che sono state incaricate dal municipio di Lugano di seguire la collaborazione del Comune con Tether?

2. Perché il gruppo Tether ha dovuto pagare $42,5 milioni allo scopo di concludere il procedimento avviato a suo carico da parte dell’autorità di vigilanza USA sul commercio delle materie prime (CFTC)? Quali erano le accuse formulate in questo procedimento?

3. Prima che il Sindaco Michele Foletti presentasse, durante un evento promosso internazionalmente, la collaborazione tra il Comune di Lugano e il gruppo Tether, il Municipio era informato riguardo a questa multa? Se sì, perché ritiene che una collaborazione sia comunque opportuna?

4. Il Municipio ha condotto quei chiarimenti sulla multa suddetta che sarebbero stati condotti da parte di qualsiasi banca svizzera prima di aprire un conto bancario o iniziare qualsiasi forma di collaborazione con questo gruppo? Se no, per quale motivo si è ritenuto non necessario approfondire la questione?

5. Il Municipio ha informato riguardo alla multa suddetta i responsabili della SUPSI e dell’USI prima di coinvolgere pubblicamente il nominativo di queste istituzioni?

6. Il principale argomento diffuso da parte del gruppo Tether per promuovere la sua cripto valuta è quello secondo cui è garantita la sua parità con il dollaro USA. A questo scopo, secondo l’agenzia internazionale economica Bloomberg, dovrebbero essere disponibili sul conto bancario di Tether 80 miliardi e 120 milioni di dollari (stato 16 marzo 2022 ore 00.00). Il Municipio ha raccolto tutte le informazioni necessarie per chiarire questo che dalla stampa specialistica viene definito tuttora un grande mistero? Il Municipio sa se l’esistenza delle asserite riserve in dollari di Tether è stata verificata da parte di un ente indipendente professionale?

7. Il gruppo Tether ha pagato 18,5 milioni di dollari per ottenere la conclusione di un procedimento avviato da un Procuratore Pubblico di New York. Il Municipio aveva accertato i motivi di questo procedimento penale prima di coinvolgere il Municipio, USI e SUPSI nel lancio internazionale dell’evento denominato Lugano Plan B? Se no, perché?

8. Il Municipio di Lugano ha già valutato, come e in che misura i rischi finanziari per il patrimonio del Comune, tenendo conto che in caso di difficoltà finanziarie del gruppo Tether e i suoi investitori potranno rivolgere le proprie domande di risarcimento anche contro il Comune di Lugano sostenendo di essersi fidati del gruppo Tether anche perché il Municipio di Lugano ha avallato, sostenuto e promosso le attività del gruppo Tether?

9. Facendo riferimento al comunicato stampa della Città di Lugano datato 3 marzo 2022, “Insieme a Tether e ad altri fornitori di servizi la Città garantirà la necessaria infrastruttura tecnologica alle imprese locali [...]” quali “fornitori di servizi” e secondo quali criteri saranno selezionati questi ultimi? Quali servizi ed attività questi “fornitori di servizi” saranno chiamati a svolgere?

10. Sul sito ufficiale di Tether è stato pubblicato un annuncio di lavoro per l’assunzione di un project manager che dovrà operare a Lugano in modo particolare per il progetto Plan B. Il Comune di Lugano parteciperà in forma diretta o indiretta al finanziamento della retribuzione per questa figura professionale che Tether sta cercando?

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