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Politica e Potere
31.03.2022 - 18:240
Aggiornamento: 04.04.2022 - 11:59

Gobbi avvisa l'UDC: "Quell'iniziativa è inopportuna"

Il ministro leghista: "Raccogliere le firme contro la tassa di collegamento, può essere una pietra d'inciampo nelle trattative elettorali"

MELIDE - “Lanciare un’iniziativa per abolire la tassa di collegamento politicamente è legittimo, ma a mio avviso non è opportuno”. Norman Gobbi non le manda a dire agli alleati dell’UDC, in merito all’intenzione di raccogliere le firme su un tema delicatissimo nei rapporti tra i due partiti. Tanto che il Consigliere di Stato leghista è ancora più esplicito: “Nell’ambito delle trattative elettorali tra Lega e UDC, questa può essere una pietra d’inciampo”.

Un avviso ai naviganti, insomma, in piena regola. D’altra parte la pietra esiste ed è lì, in mezzo al sentiero dell’alleanza. Difficile non vederla o fare finta che non ci sia, essendo Claudio Zali il padre politico di quel balzello, sostenuto non senza mal di pancia anche da tutto il Movimento. Non solo: a molti osservatori pare chiaro che l’iniziativa democentrista sia una sorta di asso per cercare di scalzare proprio Zali dal Governo, a vantaggio magari del presidente Marchesi.

Insomma, da qualunque parte la si guardi il tema è scottante e mette in imbarazzo la Lega. Un imbarazzo poco sopportabile, soprattutto se a provocarlo è un alleato e nel pieno della campagna elettorale. Tutt’al più che è stato appena deciso che la tassa entrerà in vigore soltanto nel 2025. L’iniziativa la possono  tranquillamente lanciare dopo le elezioni, si ragiona in casa leghista. Può essere questa la soluzione? “Dovremo discuterne con l’UDC. Evidentemente - riflette il ministro leghista - a Claudio Zali non ha fatto piacere sentire questa notizia. Quindi dovremo parlarne con loro”.

La neutralità e Cassis

Ma non solo di tassa di collegamento, ha parlato Norman Gobbi durante la conversazione con Andrea Leoni a “Detto tra noi XL”, in onda mercoledì sera su TeleTicino (per rivederla clicca qui). Il direttore del Dipartimento delle istituzioni si è espresso anche su altri temi di attualità. A cominciare dal dibattito sulla neutralità della Svizzera e sulle critiche a Ignazio Cassis.

“Sulla neutralità - ha detto Gobbi - mi riconosco nella posizione dell’UDC nazionale, che ha anche criticato fortemente Ignazio Cassis. Per Cassis non si sta creando una bella situazione, perché prima era attaccato dalla sinistra, mentre ora sta perdendo l’unico alleato dietro la schiena a livello di Parlamento. Ha voluto magari cercare di abbracciare un po’ più le simpatie della sinistra, perdendo però quelle della destra. E quando uno politicamente gioca un po’ di qua e un po’ di là, di solito non viene mai apprezzato”. 

Quattro legislature bastano

Il Consigliere di Stato ha anche confessato di pensare alla vita che lo attende fuori dall’Esecutivo cantonale: “Ci penso…se il popolo vorrà farò ancora quattro anni. A quel momento avrò 50 anni, e poi che faccio? Qualche domanda me la faccio…”. Quinta legislatura? “Ma no…oggi sono ancora molto motivato, anche perché il Dipartimento non è ancora come vorrei che fosse in maniera definitiva. Ma penso che dopo quattro legislature, uno entra nella monotonia e nella zona confort, che non ti dà più gli stimoli giusti per continuare”. Futuro nella politica federale? “Non per forza…potrei anche abbandonare la politica, anche perché è molto cambiata rispetto a quando ho iniziato 23 anni fa”

"Sui permessi ripicca della sinistra"

Ma nel corso dell’intervista, Gobbi non ha mancato anche di tirare una stoccata alla sinistra. Parliamo del caso permessi, dove una maggioranza nella Commissione della Gestione pare intenzionata a sollecitare un audit per verificare l’agire del Dipartimento: “Questo tema viene utilizzato da sinistra per controbattere alle richieste di approfondimento sul caso dell’ex funzionario del DSS”. Una ripicca? “Può essere quello. Ma se pensano di attaccarmi con l’accusa di essere troppo restrittivo sulla politica migratoria, secondo me non si rendono conto che mi mettono una medaglia”.

L'ex funzionario del DSS e la raccomandata partita tardi

E proprio sul caso dell’ex funzionario del DSS, Gobbi ha rivelato un particolare inedito, sulle diverse visioni in Governo su uno dei punti più controversi della vicenda: il mancato, immediato, licenziamento in tronco dell’uomo. Una critica formulata più volte da una parte del Parlamento all’Esecutivo: “La raccomandata è partita. Poteva partire prima….”. Nel senso che nell’Esecutivo non eravate d’accordo? “C’è stata un po’ di discussione ed è partita un po’ dopo rispetto a quando avrebbe dovuta partire, a mio avviso”.

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