POLITICA E POTERE
“Zelensky a Lugano. O no?”
Questa sera a Matrioska il dibattito sulla conferenza sull'Ucraina che dovrebbe svolgersi in Ticino all'inizio di luglio. Ecco gli ospiti

MELIDE - Il 4 e 5 luglio Lugano ospiterà la quinta conferenza sull’Ucraina. Un appuntamento annuale convocato per fare il punto sul processo di riforme del Paese dopo la rivoluzione del 2014, l’Euromaidan, che depose il presidente filorusso Yanukovich. Una rivoluzione, per l’appunto, secondo il mondo occidentale, un colpo di Stato per la Russia.

La prima conferenza si tenne a Londra nel 2017 e annualmente - salvo il 2020, causa Covid - si è svolta in una città tra Europa e nord America. La tappa svizzera di Lugano è in agenda da tempo. Al summit, oltre ai ministri di una ventina di Stati, partecipano con i loro rappresentanti anche organizzazioni internazionali come l’Unione europea, il Consiglio d’Europa, la NATO, la Banca Mondiale, l’OCSE e il Fondo monetario internazionale. 

La guerra scoppiata in Ucraina a causa dell’aggressione della Russia, ha però stravolto il contesto internazionale e anche i contenuti della conferenza luganese. Innanzitutto è stato modificato il tema-cappello del vertice: dalle riforme alla ricostruzione. In secondo luogo sono cambiate le attese: Lugano potrebbe infatti essere la prima tappa all’estero del presidente Volodymir Zelensky dall’inizio del conflitto e in riva al Ceresio potrebbero sbarcare molti leader europei e della NATO: da Macron a Johnsson. 

Il primo a chiedere l’annullamento del vertice è stato Lorenzo Quadri. Il Consigliere Nazionale leghista, e municipale della Città di Lugano, oltre a puntare il dito sui costi e sui disagi per i cittadini, ne fa una questione squisitamente politica, richiamando ancora una volta il tema della neutralità della Svizzera. La conferenza di Lugano, a suo dire, potrebbe trasformarsi in una sorta di vertice della NATO in un Paese che non fa parte dell’Alleanza atlantica. Oltre a ciò, dal palco di Lugano, potrebbero partire una serie di strali contro la Russia. Un Paese neutrale non può permetterselo, sostiene Quadri. 

Di diverso avviso il sindaco leghista Michele Foletti che ha difeso a spada tratta la conferenza: “Parteciperanno alla conferenza le nazioni disponibili a dare una mano alla ricostruzione dell’Ucraina. Mi pare un obbiettivo lodevole e di pace. Se la città di Lugano può dare una mano in questo senso, non vedo davvero che cosa ci sia di male. Per Lugano questo summit è un opportunità e annullarlo non sarebbe opportuno”.

Anche da sinistra non mancano le critiche. Il Movimento per il socialismo considera la conferenza uno strumento per imporre all’Ucraina politiche neoliberiste e per questo motivo intende  organizzare a Lugano – in concomitanza con il summit ufficiale – una conferenza/manifestazione alternativa di una giornata. “L’obiettivo - si legge in una nota - è di coinvolgere tutte le forze che si sono mobilitate contro l’aggressione di Putin all’Ucraina e che ne chiedono la fine, oltre che l’abbandono dei territori occupati, in un’ampia discussione pubblica sul futuro dell’Ucraina, sottratta ai ricatti e alle imposizioni neoliberali del capitalismo occidentale così come dell’aggressione del capitalismo russo, per la (ri)costruzione di un’Ucraina democratica, indipendente, solidale e sociale”.

Chi ha ragione? Lugano e la Svizzera fanno bene ad ospitare la conferenza oppure dovrebbero tirarsi indietro? E il Ticino è il luogo giusto dove ospitare un vertice di un paio di giorni dove potrebbero sfilare i grandi della Terra?

Intanto la guerra si avvia rapida verso il centesimo giorno e all’orizzonte non si intravvedono spiragli di pace. A livello Internazionale il dibattito di questi giorni è monopolizzato dalla richiesta di adesione alla NATO di Finlandia e Svezia - e dal veto posto dalla Turchia - oltre che dall’ultimo pacchetto di sanzioni che l’UE fatica a varare (dove si registra il forte altolà dell'Ungheria di Orban). Pacchetto che dovrebbe contenere il ban petrolifero.  Anche il tema dell'invio di armi a Kiev e dello scontro tra interventisti e pacifisti continua a tenere banco. Sul piano svizzero, invece, continua a far discutere il tema dell’applicazione delle sanzioni, con il PS che propone addirittura l’esproprio dei beni dei russi sanzionati e il PPD  che chiede maggiore rigore nell’applicazione dei provvedimenti. 

“Zelensky a Lugano. O no?”, è il titolo della puntata di Matrioska in onda questa sera su TeleTicino a partire dalle 19.30. Ospiti di Marco Bazzi saranno il Consigliere Nazionale Lorenzo Quadri, il municipale di Lugano Filippo Lombardi, la capogruppo del PLR Alessandra Gianella, il vicepresidente dell’UDC Alain Bühler, i giornalisti Alfonso Tuor e Aldo Sofia

Appuntamento per questa sera alle 19.30 su TeleTicino. 

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