POLITICA E POTERE
Emergenza lupo, nuovo "Nein" del Consiglio federale. Regazzi: "È come ululare alla luna"
Il Governo non ritiene vi siano i presupposti per un decreto d’urgenza. Il Consigliere nazionale: “Non c’é consapevolezza della gravità del problema. Agiamo prima che sia troppo tardi”

BERNA - Il Consigliere nazionale Fabio Regazzi ha chiesto nei giorni scorsi al Consiglio federale di adottare una legislazione d'urgenza a causa delle crescenti predazioni, prevedendo un allentamento delle condizioni per l’abbattimento del lupo e la semplificazione delle relative procedure ma la risposta è stata ancora una volta “Nein”. Malgrado la popolazione dei lupi sia in aumento – ha risposto Berna - il Governo non ritiene che la situazione sia sufficientemente grave da giustificare il ricorso al diritto di necessità. E osserva che è in corso una modifica della legge sulla caccia che intende “regolamentare in modo proattivo i lupi” e che il relativo progetto sarà discusso dal Consiglio degli Stati a fine mese. Ma i tempi della politica sono biblici e intanto il lupo se la ride.

“Ancora una volta la risposta del Consiglio federale mi conferma che non ha la consapevolezza della gravità del problema - dichiara Regazzi a liberatv - la situazione ormai è scappata di mano, come dico e ripeto da tempo”.
Più volte il consigliere nazionale ha invitato la politica ad “aprire gli occhi”, cercando di sensibilizzarla sull’importanza e sull’urgenza di una soluzione all’emergenza lupo. Ma finora senza risultati tangibili.

“Ho anche portato l’esempio della Svezia che, pur guidata da un governo di sinistra e con un territorio notevolmente più esteso del nostro, ha deciso un dimezzamento della popolazione dei lupi. È questa la strada che dobbiamo seguire: stabilire quanti esemplari può sostenere il nostro territorio e agire di conseguenza. Non sto dicendo di sterminare il lupo, ma di avere il coraggio di prendere decisioni drastiche. Perché, è bene sottolinearlo, non stiamo parlando di una specie in via di estinzione, ma semmai in costante è inarrestabile espansione. Prendiamo lo stambecco, che è un animale protetto a livello federale. Nonostante questo, ormai da decenni la sua popolazione è regolata attraverso una caccia selettiva, perché lo stambecco non ha più nemici naturali. Una regolazione che è anche nell’interesse della specie”.

Regazzi invita a non sottovalutare neppure l’escalation nel tipo di attacchi di questo grande predatore, che recentemente ha predato anche i bovini – due sono i casi accertati solo in Ticino -. Secondo lui, l’adozione di misure di protezione quali cani o recinzioni, o ancora il ricorso a volontari che cercano di spaventarlo quando si avvicina agli abitati, non sono sufficienti: “Così stiamo prendendo in giro le molte persone che vivono del settore dell’allevamento di montagna e che sono ormai all’esasperazione”.

Secondo Regazzi, i presupposti per adottare un decreto d’urgenza ci sono, ma il Governo continua a non volervi dar seguito. “In Bahnhofstrasse a Zurigo o in piazza Riforma ovviamente il problema non si avverte. Purtroppo agricoltori e allevatori si sentono sempre più abbandonati e non si sentono sostenuti dalla politica. Se stiamo ai tempi della politica, c’è il rischio che la popolazione dei lupi cresca ulteriormente, e occupi nuovi territori, anche vicino alle aree urbane, con potenziali aggressioni all’uomo. In Umbria nelle scorse settimane un cacciatore e il suo cane sono stati aggrediti da due lupi. Vogliamo attendere che accada anche da noi? Vogliamo che si arrivi ad atti di giustizia sommaria - che ovviamente non condivido – perché quando la gente è esasperata si arriva anche a questo”.

L’auspicio di Regazzi è che il Consiglio federale dimostri una maggiore sensibilità verso il problema: “Capisco che oggi il Governo abbia tanti temi importanti di cui occuparsi, e che quello del lupo non sia prioritario, ma l’input dovrebbe arrivare dal Dipartimento di Simonetta Sommaruga e allora forse le cose cambierebbero. La politica deve smettere di rimpallarsi le responsabilità e agire una buona volta, prima che sia troppo tardi perché diversi allevatori hanno già gettato la spugna e altri si apprestano a farlo. Poi non lamentiamoci se non avremo più formaggini di capra a chilometro zero… Anche se non sono molto ottimista, bisogna continuare a battere il chiodo, ma a volte ho la sensazione - per restare in tema - che è come ululare alla luna…”.

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