POLITICA E POTERE
Sarkozy: "Così io e Merkel sacrificammo Berlusconi"
L'ex presidente francese racconta nella sua autobiografia i momenti drammatici della crisi del 2011: "È stato crudele, ma necessario"

PARIGI - È stato forse il momento più drammatico dell’Eurozona dall’introduzione della moneta unica. Siamo nel 2011: la Grecia è in ginocchio, l’Italia quasi. Silvio Berlusconi si dimette da presidente del Consiglio, lasciando spazio al governo tecnico guidato dall’ex commissario europeo Mario Monti.

Per molti anni quel passaggio di consegne è stato definito da alcuni osservatori come una sorta di “golpe bianco” messo in atto dai poteri forti europei, guidati da Francia e Germania. E oggi, leggendo le anticipazioni dell’autobiografia dell’ex presidente francese Nicholas Sarkozy, intitolata “Le temps des combats“, quella definizione non sembra del tutto campata in aria.

Nel suo racconto di quel 2011, Sarkozy parte da un bilaterale franco-italiano avvenuto a Roma il 26 aprile: “Berlusconi- scrive - stava diventando la caricatura di se stesso. L’imprenditore brillante, l’uomo politico dall’energia indomabile, non era più che un lontano ricordo. Il triste episodio del “Bunga-Bunga” aveva annunciato una fine poco gloriosa”.

Ma il momento topico arriva qualche mese dopo, il 3 novembre in occasione del G20 a Cannes:“Angela Merkel e io - racconta Sarkozy - decidemmo di convocare Berlusconi per convincerlo a prendere ulteriori misure per provare a calmare la tempesta in atto. Berlusconi cominciò a spiegare che non avevamo capito che non c’erano rischi sui mercati internazionali, perché il debito pubblico italiano era nelle mani degli italiani. Voleva creare altro debito da mettere sulle spalle solo dei suoi compatrioti. Tutto ciò era abbastanza delirante”.

“Nonostante Berlusconi cercasse di alleggerire l’atmosfera «con qualche battuta delle sue completamente fuori luogo - prosegue Sarkò - ci fu tra di noi un momento di grande tensione, quando ho dovuto spiegargli che il problema dell’Italia era lui! Angela e io eravamo convinti che era diventato il premio per il rischio che il Paese doveva pagare ai sottoscrittori dei titoli del Tesoro. Pensavamo sinceramente che la situazione sarebbe stata meno drammatica senza di lui e il suo atteggiamento patetico…L’ora era grave. Abbiamo dovuto sacrificare Papandreu (all’epoca premier greco) e Berlusconi per tentare di contenere lo tsunami…I mercati hanno capito che noi auspicavamo le dimissioni di Berlusconi. È stato crudele, ma necessario”. Nove giorni dopo quell’incontro Berlusconi si dimise.

 

 

 

 

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