A Bologna è scoppiata una furiosa polemica, cavalcata dal ministro dei trasporti leghista Matteo Salvini, ma anche in Svizzera scoppia la battaglia sui 30 chilometri all’ora nei centri abitati. Ad Hausen, un piccolo comune argoviese, domenica i cittadini dovranno decidere se introdurli in via sperimentale. E nessuno in paese ricorda una campagna referendaria così accesa, scrive la NZZ. Secondo il consigliere nazionale lucernese del PLR Peter Schilliger i 30 chilometri orari si stanno diffondendo "caoticamente" in Svizzera e bisogna avere una regolamentazione coerente e razionale. In questo senso ha presentato una mozione che verrà discussa settimana prossima al Nazionale.
È corretto quello che sostiene Schilliger? E i 30 all’ora sono davvero utili per la sicurezza o sono uno strumento abusato? Magari anche per far cassa piazzando qualche radar in più?
Abbiamo posto queste domande al consigliere nazionale socialista Bruno Storni e al deputato della Lega Andrea Censi, entrambi molto attenti, su fronti opposti alle norme della circolazione stradale.
Bruno Storni - Assolutamento nulla di caotico a Köniz, per esempio, che è un esempio internazionale in vigore da 20 anni con grandi benefici di sicurezza, rumori e vivibilità. Oltre al rispetto dei limiti per l'inquinamento fonico abbiamo un marcata diminuzione generale degli incidenti la cui gravità aumenta molto con la velocità dell'impatto. Oggi un terzo degli incidenti mortali avviene ancora su strade a 50 km/h: l'influenza della velocità non è lineare, ma sproporzionatamente forte. Ad esempio, la probabilità di morte per i pedoni in caso di collisione con un veicolo che viaggia a 50 km/h è sei volte superiore a quella a 30 km/h. Strade a 30 km/h negli abitati non diminuiscono di molto i tempi di percorrenza, il traffico scorre più regolare senza forti decelerazioni e accelerazioni, e si creano meno ingorghi.
Andrea Censi - Ammetto di non aver approfondito la mozione del Consigliere Nazionale lucernese, ma il tenore ed il concetto di fondo sono assolutamente condivisibili. La legge federale sulla circolazione stradale definiva in modo abbastanza chiaro l'utilizzo delle "zone 30", limitandole a quelle situazioni sensibili e di pericolo in prossimità di scuole, case anziani o simili. Nel corso degli ultimi anni città e comuni hanno iniziato, complice anche quella politica/moda che demonizza l'utilizzo del trasporto privato, ad inserire limiti di 30 km/h a vanvera, senza criterio o necessità reali. È chiaramente uno strumento abusato in più occasioni, una nuova e chiara regolamentazione delle "zone 30" potrebbe sicuramente porre delle basi più chiare e ordinate, i confini del buon senso politico hanno chiaramente dimostrato il loro limite. L'importante è che queste nuove decisioni vengano prese su basi scientifiche e statistiche, analizzando da un lato i problemi di sicurezza e dall'altro quelle di fluidificazione le capacità di traffico veicolare, e non invece su basi ideologiche turbo-ecologiste anti-automobilisti. Per quanto riguarda la possibilità che queste riduzioni di velocità siano sfruttate per far cassetta, cosa le devo dire? A pensar male si fa peccato, ma spesso e volentieri purtroppo ci si azzecca.
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