POLITICA E POTERE
Matteo Salvini come Nano Bignasca: "Basta radar per far cassetta"
Il ministro dei trasporti prepara un decreto per limitare i controlli di velocità. Ma Milano e Roma insorgono

ROMA – In Italia è scontro frontale sugli autovelox tra le città e il ministro dei trasporti Matteo Salvini, che vuole limitarli con un decreto ministeriale, già a marzo. Il vicepremier, già impegnato nella battaglia contro le zone 30, li considera uno strumento sproporzionato, concepito spesso per riempire le casse dei Comuni. Ma Roma e Milano non ci stanno.

Salvini ha ribadito che sugli autovelox “non può esserci il fai da te” e quindi il governo sta preparando a un decreto che porterà a una omologazione nazionale perché, parole del politico leghista, “per salvare vite vicino a scuole, ospedali, una curva pericolosa ci sta, ma piazzati dalla sera alla mattina su stradoni per tassare gli automobilisti  hanno poco a che fare con la sicurezza”, ha spiegato. Sembra di rivedere le battaglie di Giuliano Bignasca ai tempi d'oro della Lega 'barricadera'.

Il decreto dovrebbe impedire ai comuni di installare autovelox nelle zone che impongono ad auto e moto una velocità inferiore ai 50 km all’ora. Rimangono invece escluse le zone 30 km/h. Sulle strade extraurbane non sarà inoltre più possibile alternare limiti di velocità con un’ampia differenza - ad esempio, da 110 km/h, scendere a 60 – che crea confusione agli automobilisti, oltre a generare una serie di multe molto elevate.

Ogni misuratore di velocità dovrà poi essere installato per una valido motivo, che deve essere principalmente la tutela della sicurezza stradale. “I sindaci — ha detto Salvini — dovranno spiegare perché li mettono e dove e con quale motivazione”.

Non solo: l’apparecchio dovrà risultare ben visibile dalla carreggiata e segnalato con appositi cartelli e indicazioni almeno 80 metri prima sulle strade comunali e almeno un chilometro fuori dai centri abitati. Il provvedimento tocca anche le ‘auto civetta’, che avranno bisogno di un’autorizzazione da parte della Prefettura per rivelare la velocità, non operare in tratti stradali dove sono già presenti radar fissi e dovranno essere sempre riconoscibili.

Levata di scudi da Roma e Milano. “Noi non mettiamo mai i radar a caso – ha detto Marco Granelli, assessore sulla Sicurezza del comune di Milano – ma dove sono autorizzati dal prefetto, con l'autorizzazione che prevede tutta una documentazione, individuando i tratti stradali con maggiore incidentalità sulla velocità. È una relazione di circa 150 pagine quindi forse dovrebbe informarsi un po’ meglio”

Gli ha fatto eco Eugenio Patanè, assessore alla Mobilità del Comune di Roma: “A volte siamo noi a chiedere al prefetto l’autorizzazione per un autovelox. Altre volte è lui, il prefetto, a deciderne l’installazione, in modo autonomo, allarmato dai troppi morti e feriti. A Salvini ricordo solo due numeri: l’impatto con un pedone causa 7 morti ogni dieci casi quando l’auto va a 50 all’ora; 5 morti quando va a 40 all’ora, e soltanto tre a 30 all’ora”.

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