POLITICA E POTERE
Nomine al Ministero Pubblico, tre domande a Fulvio Pelli: "Sconcertato dal lavoro della Commissione parlamentare"
"Rileggano quei rapporti, mandino al diavolo le spartizioni politiche alle quali unicamente si sono attenuti e propongano meglio. E il numero dei procuratori pubblici attualmente mi sembra sufficiente, è anzi forse un po’ esagerato"
TiPress/Francesca Agosta

Fulvio Pelli è stato politico di primissimo piano, leader del PLR cantonale e federale, ma prima ancora procuratore pubblico. È tra i 10 ex magistrati inquirenti che hanno firmato la lettera indirizzata al Gran Consiglio dopo il caos scoppiato sulle nomine proposte per la sostituzione delle procuratrici Pamela Pedretti e Marisa Alfier. A lui abbiamo rivolto oggi le tre domande settimanali di liberatv.

Avvocato Pelli, lei è tra i firmatari di una lettera inviata ai Gran Consiglieri, sottoscritta da altri 9 ex procuratori pubblici di tutte le aree politiche, in cui si manifesta grande preoccupazione a seguito della tornata di nomine in corsa, su cui il Parlamento dovrà decidere lunedì. Perchè avete deciso di intervenire proprio in questa occasione? Non è certo la prima volta che in Parlamento si utilizza il Manuale Cencelli o si propongono candidature contestate. Vi sono state anche nomine condivise che poi si sono rivelate sbagliate o deludenti. Ciò ha riguardato tutti i partiti, compreso il suo. Quindi perché proprio questa volta avete deciso di prendere un'iniziativa così incisiva?

Trovo strana questa domanda: penso che come noi ex magistrati un po’ tutti, anche voi giornalisti abbiate constatato come proposte e consensi elaborati nella Commissione Giustizia e Diritti non rispondono alle esigenze del Ministero pubblico. Certamente in un caso non è stato rispettato il diritto della popolazione di veder nominati magistrati all’altezza del compito piuttosto che amici degli amici. Di fronte a quel caso era un dovuta una reazione da parte di chi sa quale difficile lavoro sia fare il procuratore pubblico. Sono sconcertato dal lavoro della Commissione gran consigliare, che sembra non avere letto i dettagliati rapporti che ha ricevuto dalla Commissione di esperti e non ha posto un veto a scelte inaccettabili. È responsabilità dei diciassette membri di quella Commissione garantire qualità ed esperienza di chi assume un ruolo così difficile. Spero che se ne rendano conto, rileggano quei rapporti, mandino al diavolo le spartizioni politiche alle quali unicamente si sono attenuti e propongano meglio. 

Vi sono sul tavolo varie opzioni per modificare il sistema di nomina dei magistrati, con l'obbiettivo di spoliticizzarla. Dalla possibilità che sia il Consiglio di Stato o il Consiglio della magistratura a nominarli, a quella che prevede che il Parlamento nomini solo i vertici della Procura per poi lasciare a loro la designazione dei singoli procuratori. Lei come la cambierebbe questa procedura?

Riformare può essere inutile se poi chi sarà chiamato a decidere non assumerà la responsabilità di scegliere i candidati migliori. La nomina Gran Consigliare da prestigio ai magistrati e non è quindi di per sé sbagliata e trovo che il nostro sistema di far entrare in magistratura non solo persone che cercano di far carriera salendo dal basso, ma anche e soprattutto persone che il diritto penale lo conoscono per esperienza professionale è migliore di altre. Va quindi imposto al Gran Consiglio di rispettare la competenza degli esperti e va ridimensionato l’utilizzo di regole di ripartizione politica che non hanno senso, se non producono qualità. Basterebbe ad esempio che gli esperti segnalassero per ogni caso di nomina tre possibili nomi qualificati e che il Gran Consiglio debba scegliere fra quelli. 

Il Ministero Pubblico e il Consiglio della Magistratura lanciano da tempo l'allarme sul fatto che la Procura abbia un organico sotto dotato e i magistrati siano letteralmente sommersi dagli incarti. Anche voi ex procuratori raccogliete nella vostra lettera ai deputati questa preoccupazione. A suo avviso perché si è creata questa situazione? C'è chi sostiene che in questi anni si sia investito troppo in polizia e troppo poco in giustizia, è d'accordo?

In Ticino abbiamo una polizia cantonale e quelle comunali. Insieme rappresentano una forza quasi doppia di quella di altri cantoni di frontiera a noi vicini. L’ex deputato Giorgio Galusero si è spesso battuto, senza successo, per la creazione di una polizia unica. Le resistenze locali sono importanti. Troppi poliziotti? Non mi sento sufficientemente esperto per sostenerlo, ma ho simpatia per l’idea di Galusero. In ogni caso è la polizia giudiziaria della Cantonale quella che è anche al servizio del Ministro pubblico e di certo non va ridimensionata. Il numero dei procuratori pubblici attualmente mi sembra sufficiente, è anzi forse un po’ esagerato. Sono stati messi a disposizione sempre più collaboratori, ma credo che come in molte altre professioni sia la parte burocratica che pesa troppo sul lavoro dei magistrati. Nel diritto penale identifico quel peso burocratico con gli eccessivi ricorsi che frenano le inchieste e a volte riescono ad insabbiarle. I magistrati devono giustificare troppo e scrivere troppo. Poi vi sono anche magistrati un po’ deboli, il che non aiuta: ma anche di questo la Commissione Giustizia e Diritti non ha voluto tenere conto.

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