POLITICA E POTERE
Dadò: il "caso Gobbi", gli agenti a processo e Zali sugli etilometri non calibrati
Il presidente del Centro non molla la presa e in un’opinione pubblicata dalla Regione torna sullo spinoso tema politico
TiPress/Alessandro Crinari

BELLINZONA - Il presidente del Centro Fiorenzo Dadò non molla la presa e in un’opinione pubblicata ieri, martedì 29 ottobre, dalla Regione torna sul “caso Gobbi” e sugli etilometri non conformi. Dopo aver ricordato l’interpellanza da lui presentata il 16 aprile scorso, che chiedeva di far luce sull’incidente avvenuto il 14 novembre 2023 in valle Leventina che ha coinvolto il consigliere di Stato leghista, Dadò scocca la prima freccia: “A dover rispondere dell’accaduto – il riferimento è al rinvio a giudizio per due poliziotti deciso dal procuratore generale Andrea Pagani, ndr - e rischiare magari anche il posto di lavoro, sono chiamati gli agenti, mentre ad aver ricevuto il presunto favore evitandogli una possibile grana – sebbene non lo si scriva, forse per timore – sarebbe il diretto interessato coinvolto nell’incidente, nonché responsabile della polizia. Come stanno le cose spetta solo al giudice stabilirlo ma, contrariamente a quanto si è cercato di far credere, anche con modi sguaiati e minacciosi, non si tratta né di panna montata, né tanto meno di quisquilie, ma di un fatto potenzialmente grave che la magistratura appunto dovrà appurare”.

Dadò cita poi il servizio andato in onda al Quotidiano il 26 giugno, dal quale “sembrerebbero emergere alcuni elementi che andranno chiariti non solo dal punto di vista penale ma anche politico-istituzionale, di fronte ai cittadini. Tra questi, lo stato con il quale il capo delle istituzioni e responsabile della campagna di prevenzione ‘Guida o bevi’ si è messo al volante del suo veicolo quella sera partendo da Mezzovico, e la questione dell’etilometro precursore utilizzato per farlo soffiare, la cui calibrazione parrebbe fosse scaduta la sera dei fatti…”.

E a proposito dell’etilometro non calibrato utilizzato in prima battuta dagli agenti intervenuti sul luogo dell’incidente, il presidente del Centro sposta il mirino sull’atto parlamentare firmato dall’allora deputato Marco Passalia, che chiedeva quanti etilometri non conformi sono stati accertati: “Esistono altri casi nei quali sono stati utilizzati etilometri con la calibrazione scaduta?”, era la domanda.

“In occasione della seduta del Gran Consiglio del 6 maggio scorso – scrive Dadò - l’onorevole Claudio Zali (in sostituzione di Gobbi a quel momento sospeso) ha risposto ad alcune domande del collega Marco Passalia, leggendole su un foglio. Tra queste ve n’è una che balza immediatamente all’occhio, ossia se fossero stati usati degli etilometri precursori non calibrati negli ultimi 3 anni. Zali rispose di fronte al parlamento e alla stampa (…) che non risultano casi di controlli effettuati con apparecchi non certificati”.

Se quanto riferito dalla Rsi circa l’etilometro utilizzato quella sera venisse confermato anche dal giudice, prosegue Dadò, “siamo di fronte a una grave contraddizione che metterebbe in forte imbarazzo il governo e in primis l’onorevole Zali, che di fatto avrebbe riferito al Gran Consiglio (si presume a sua insaputa) una bugia non proprio irrilevante. A quel punto sarà lecito chiedersi, da quali uffici è stata preparata la risposta all’interpellanza di Passalia per il governo? Chi l’ha vista, controllata, vidimata e consegnata al Consiglio di Stato? Qualcuno sapeva di mettere il consigliere di Stato Zali nella posizione di mentire?

Se al processo verrà confermato quanto riferito dalla Rsi il 26 giugno, ogni automobilista multato per aver presumibilmente (il dubbio a questo punto è d’obbligo) bevuto un bicchiere di troppo, si sentirà preso in giro e non c’è da meravigliarsi se ci sarà chi chiederà ufficialmente di riaprire il proprio caso, ancor più alla luce del fatto che il governo nella stessa seduta leggendo sullo stesso foglio, riferì che hanno valenza legale soltanto le misurazioni effettuate con strumenti verificati. A restare inevasa (per ora) è la seguente domanda: quanti etilometri non calibrati, il cui risultato è illegale, sono stati utilizzati realmente in questi anni sulle strade cantonali? Per quanti cittadini?”.

 

 

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