POLITICA E POTERE
I Comuni attaccano il Governo: "Ridotti a uno sportello del Cantone"
L'ACT: "Una percentuale troppo rilevante delle nostre risorse finanziarie sono, di fatto, gestite dal Consiglio di Stato e non dai Municipi, che però portano la responsabilità politica di fronte ai propri cittadini"
TiPress/Francesca Agosta

BELLINZONA - I delegati dell’Associazione dei Comuni Ticinesi (ACT), riunitisi nei giorni scorsi in Assemblea, hanno discusso alcuni temi vitali che toccano il futuro degli enti locali – e di riflesso dei loro cittadini. "ACT - si legge in una nota stampa firmata dal presidente Felice Dafond e dal vice Andrea Pellegrinelli - deplora una progressiva erosione dei margini di manovra dei Comuni, in termini di riduzione dei mezzi finanziari a libera disposizione e di un effettivo potere decisionale. Situazione spiacevole non dovuta a scelte autonome del Comune.

Inoltre il Cantone, colpito da una sorta di bulimia normativa, tende ad introdurre in diversi ambiti nuove regole, avocando a sé le decisioni e delegando ai Comuni compiti di puro e semplice controllo che implicano l'aumento dei loro apparati amministrativi, senza tuttavia dare agli Enti di prossimità reali poteri decisionali. Il Comune viene così progressivamente ridotto a puro sportello locale del Cantone, snaturandone la sua precipua funzione di primo Ente - Autorità al servizio del cittadino e mettendo a repentaglio la sopravvivenza stessa della base della piramide sulla quale si regge il nostro sistema democratico. E se la base cede, ne soffre l'intero edificio".

Gli equilibri fra i Comuni, prosegue la nota stampa, "vengono regolarmente stravolti a causa di modifiche decise a livello cantonale, senza una visione globale e strutturale. E una percentuale troppo rilevante delle risorse finanziarie dei Comuni sono, di fatto, gestite dal Consiglio di Stato e non dai Municipi, che però portano la responsabilità politica di fronte ai propri cittadini. Inoltre, le disposizioni che limitano l’autonomia comunale sono contenute in leggi e regolamenti settoriali, quando non addirittura “nascoste” in arzigogolate direttive amministrative.

L’anno che sta per chiudersi ha ulteriormente peggiorato la situazione della maggioranza dei Comuni ticinesi. L’importante cantiere di Ticino2020 non ha ancora visto la luce, accumulando un ulteriore ritardo. Mentre le riforme puntuali hanno affrontato solo alcuni aspetti di dettaglio, peggiorando allo stesso tempo la situazione dei Comuni e il quadro generale.

La riforma fiscale approvata in votazione popolare il 9 giugno non ha comportato per il Cantone una perdita di gettito d’imposta, mentre i Comuni si troveranno con un saldo negativo (minor gettito) di oltre 30 milioni di franchi solo nel primo anno fiscale. La prossima introduzione del moltiplicatore differenziato per le persone fisiche e quelle giuridiche comporterà inoltre conseguenze importanti per molti Comuni e avrà effetti sull’intero sistema di perequazione diretta e indiretta. Nei preventivi del Cantone sono state inoltre introdotte riduzioni lineari nei contratti di prestazione delle case per anziani e dei servizi di aiuto domiciliare che saranno a carico dei Comuni. Stesso discorso per i fondi di riserva. Questi tagli indeboliranno molte strutture comunali e consortili finanziate in misura preponderante dai Comuni". 

Quelli citati, conclude la nota dell'ACT, "sono solo alcuni esempi di un rapporto - quello tra Cantone e Comuni - che sempre più si allontana da una sana e costruttiva reciprocità e complementarità, che quale obiettivo principe ha il servizio delle nostre comunità secondo il principio della sussidiarietà. Non sono però solo gli importi assoluti che mancheranno ai Comuni a preoccupare. Lo sono soprattutto gli effetti che questi cambiamenti avranno nelle relazioni fra i Comuni stessi, in particolare nell’ambito del sistema della perequazione".

La risoluzione all’indirizzo del Consiglio di Stato

Al termine dei lavori l’Assemblea di ACT ha votato una risoluzione all’indirizzo dell’Autorità cantonale. Si sono ribaditi i principi e gli obiettivi che stanno alla base del progetto di Riforma Ticino 2020, ivi compresi il recupero di un margine di autonomia decisionale a favore dei Comuni, oltre alla semplificazione dei rapporti (amministrativi e finanziari) tra Cantone e Comuni. Si è chiesto di attivare un serio e concreto tavolo di dialogo tra Cantone e Comuni che permetta di discutere ed eventualmente concordare preventivamente scelte cantonali che possono avere conseguenze sugli enti locali, e di rinunciare da subito ad ulteriori aggravi unilaterali a carico dei Comuni negli anni a venire – sia in sede di preventivo che in altre forme o senza preavviso con un ragionevole anticipo. ACT chiede di riattivare le procedure relative all'iniziativa legislativa dei Comuni «Per Comuni forti e vicini al cittadino», al fine di ridurre definitivamente di 25 milioni di franchi annui il contributo che gli Enti locali versano al Cantone dal 2014. Infine, l’Assemblea ha espresso la propria ferma opposizione all’addossamento puro e semplice di ulteriori oneri finanziari ai Comuni per la riorganizzazione in ottica cantonale delle Autorità di protezione.

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