La deputata di Avanti al Corriere del Ticino: "Chi governa ha il 95% di possibilità di essere rieletto, qualunque cosa faccia. Il sogno di ogni burocrate"
di Amalia Mirante* - articolo pubblicato sull'edizione odierna del Corriere del Ticino
Ogni quattro anni andiamo a votare convinti di decidere qualcosa. Mettiamo una croce su un nome per poi scoprire che quel gesto vale poco. Perché il sistema non premia chi ha la fiducia della gente, ma chi ha i numeri dell’apparato di partito.
In Ticino, infatti, il Governo è eletto con il proporzionale. Non conta tanto quanti voti prende un candidato ma quanti ne prende la sua lista. Se il partito ottiene un seggio, è eletto il primo della lista. Restano fuori candidati che se spesso prendono più voti di quelli eletti sulle liste storiche. È successo più volte, nei Municipi e nel Consiglio di Stato. Ed è sbagliato.
In tutti gli altri Cantoni svizzeri il Governo si elegge con il maggioritario. Entrano le persone che hanno preso più voti. Punto. Un meccanismo semplice, ma dirompente: dà valore al voto, responsabilizza chi si candida e soprattutto chi viene eletto.
Da noi, invece, le logiche di lista portano in Governo anche chi raccoglie meno preferenze. E lasciano fuori chi ha vero sostegno popolare, solo perché sta in un partito minore. Alla fine, scelgono i partiti, non i cittadini. È così che si scava la distanza tra politica e popolazione.
E infatti la partecipazione crolla. Le persone si sentono escluse. La politica parla una lingua incomprensibile. I partiti selezionano i mediocri e allontanano le personalità indipendenti e popolari.
Stiamo sperimentando le conseguenze di questo sistema: un governo debole, chiuso, incapace di parlare ai cittadini. Un Esecutivo fatto di equilibri interni, «arrocchi e arrocchini», i cui membri si proteggono e spalleggiano
a vicenda come soci di un club esclusivo, blindato e impenetrabile. Basta che il partito li riproponga, con attorno qualche figura utile solo a far numero. Risultato: chi governa oggi ha il 95% di possibilità di essere rieletto, letteralmente qualunque cosa faccia. Il sogno di ogni burocrate: potere senza responsabilità.
Ma si può cambiare. Con una scelta semplice e testata in tutta la Svizzera, ma che da noi sarebbe rivoluzionaria: rimettere le persone al centro della politica. E dare davvero ai cittadini il potere di scegliere.
Il maggioritario serve a ricucire il legame fra chi governa e chi è governato. Ridà senso al rapporto fra cittadino e istituzioni. E magari, con un po’ di tempo, potrà anche far tornare passione, fiducia, partecipazione.
Per questo in Gran Consiglio presenteremo un’iniziativa parlamentare per introdurre in Ticino l’elezione maggioritaria del Consiglio di Stato. Niente quote, niente filtri: i cinque più votati entrano, governano e rispondono a chi li ha eletti, non ai loro partiti.
Sembra poco. Ma è tutto. Perché la fiducia, oggi, è il vero nodo della nostra democrazia. E per fidarsi, prima di tutto, bisogna poter scegliere e verificare. Scegliere sul serio in modo che chi governa, come diceva Thomas Jefferson, abbia finalmente se non timore, almeno rispetto del giudizio dei cittadini.
*deputata Avanti con Ticino e Lavoro