Centro, PLR e PS criticano la scelta del consigliere di Stato di non presentarsi a Lugano. Dadò: “Doveva dare risposte al Paese”. Sirica: “Occasione sprecata”. Speziali: “Mancanza di rispetto istituzionale”. Più cauto Piccaluga: “Ne parlerò con lui”
LUGANO - La scelta di Claudio Zali, co-protagonista del cosiddetto “arrocchino”, di non partecipare alla seduta straordinaria del Gran Consiglio di lunedì a Lugano - peraltro immotivata, benché legittima - ha suscitato dure critiche tra i partiti di Governo, considerando l’importanza del tema all’ordine del giorno. Dalle pagine del CdtT, Centro, PLR e PS puntano il dito contro il consigliere di Stato.
Fiorenzo Dadò, presidente del Centro, non usa mezzi termini: “Premetto che personalmente non ero d’accordo di convocare la seduta straordinaria. Ma visto che comunque la riunione ci sarà, il minimo che doveva fare il consigliere di Stato – tra gli artefici di questo casino – era quello di presenziare e dare risposte al Paese”. Dadò aggiunge, con una punta di sarcasmo: “I colleghi di Governo hanno cercato di assecondare i suoi desideri, disdicendo i loro impegni per esserci lunedì. Lo spirito collaborativo, a quanto pare, è tornato quello di sempre”.
Durissimo anche Fabrizio Sirica, co-presidente del PS: “Si tratta dell’ennesima occasione sprecata da parte di Zali di dare un minimo segnale di apertura, di rispetto istituzionale e di dialogo con il Parlamento. Ormai non si contano più le occasioni perse. Se pensa che con queste modalità porti qualcosa di positivo al Cantone, si sbaglia di grosso”.
Sulla stessa linea il presidente del PLR Alessandro Speziali: “Come partito, pur ritenendo inutile la seduta, abbiamo deciso di partecipare per rispetto istituzionale. Ciò che invece non ha fatto Zali, un consigliere di Stato direttamente coinvolto. Non condividiamo la sua scelta. Dopo tutto quello che è successo, mi aspettavo un Consiglio di Stato pronto a spiegare le ragioni dell’arrocco, non a nascondersi”.
Più prudente la posizione di Daniele Piccaluga, coordinatore della Lega e ideatore dell’“arrocchino”: “Prendo atto della decisione di Zali. È una scelta che spetta al singolo consigliere di Stato e in questi giorni ne discuterò personalmente con lui”.