Il consigliere di Stato leghista ha comunicato con una mail inviata all’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio che il 25 agosto non sarà in aula
BELLINZONA – Il ministro Claudio Zali non parteciperà alla seduta straordinaria del Gran Consiglio in agenda il 25 agosto al Palazzo dei Congressi di Lugano. Seduta convocata – come si legge sul sito del Parlamento – “in ottemperanza alla richiesta di 37 deputati ai sensi dell'art. 113 cpv. 1 LGC” e il cui tema principale “sarà il dibattito sulle decisioni adottate dal Consiglio di Stato durante la seduta extra muros del 9 luglio 2025, relative alla temporanea riallocazione delle responsabilità politiche nei settori della Magistratura, della Polizia cantonale e della Divisione delle costruzioni”.
Per farla breve, si parlerà di arrocco, di arrocchino, o di accrocchio, e di tutti gli addentellati politici del caso.
Comunque la si pensi, un legittimo esercizio democratico in un mondo e in un’era in cui la democrazia sembra essere ridotta alla stregua di una noiosa rottura di palle, peggio che rivedersi la versione rimasterizzata della Corazzata Potëmkin o – forse peggio ancora, per restare su Ėjzenštejn – di Ivan il Terribile. In più, non lo si può tacere, Zali è uno dei protagonisti del caso e ascoltare in viva voce la sua versione su fatti e antefatti avrebbe forse aiutato a capire chi ancora non ha capito.
Se quella seduta straordinaria sarà più o meno utile della conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina svoltasi in quelli stessi spazi lo dirà la cronaca – non certo la storia, per carità -.
In ogni caso il consigliere di Stato leghista ha comunicato con una mail inviata all’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio che non intende o non può (il dettaglio non pare essere stato chiarito) partecipare. Giusto per la cronaca, tra i suoi colleghi nessuno, finora, ha dato forfait. Ma le sorprese son sempre dietro l'angolo.