SALUTE E SANITà
I vertici della clinica Sant'Anna contro Matteo Pronzini: "Vuol riportare la medicina ticinese al Medioevo". E dopo l'interrogazione del deputato parlano di "bieche menzogne" e di "insinuazioni"
Il dottor Volontè: "Il deputato MPS non ha la benché minima idea di come si svolga un intervento chirurgico. Proferisce accuse per discreditare l'attività di tutta una Clinica che compie un lavoro d'eccellenza"
LUGANO – È scontro aperto tra la direzione della clinica Sant’Anna di Sorengo e il deputato dell’Mps Matteo Pronzini. Quest’ultimo ha presentato nei giorni scorsi un’interrogazione al Governo sul modus operandi della clinica (leggi sotto il testo). Oggi la clinica replica seccamente con una presa di posizione firmata dal direttore sanitario, dottor Francesco Volonté.

Ecco la nota: “Non cessa la campagna lanciata ormai da mesi dai promotori del referendum contro la LEOC e dall’iniziativa “Giù le mani dagli ospedali”. Malgrado la bocciatura della sua iniziativa, il signor Pronzini e i suoi accoliti hanno deciso di proseguire la “crociata” contro la medicina ticinese prendendosela un giorno con il pubblico, l’altro con il privato. L’intento è chiarissimo: si vuole riportare il livello del servizio sanitario fornito nel Cantone a quello del Medio Evo.

Il Signor Pronzini in una sua recente interrogazione al Consiglio di stato si stupisce che a fianco del chirurgo in sala operatoria non ci siano sempre medici assistenti ma talvolta personale tecnico. Il deputato MPS non ha la benché minima idea di come si svolga un intervento chirurgico.

Proferisce accuse per discreditare l'attività di tutta una Clinica che compie un lavoro d'eccellenza sul territorio ticinese solamente perché il suo “patron" non gli va a genio. Getta quindi discredito e inculca paura in tutti ticinesi per raggiungere i suoi fini: riportare la medicina ticinese al Medioevo.

A queste sparate il Signor Pronzini non è nuovo. Basti vedere come ha condotto la campagna per l'ultima votazione. Gli argomenti populisti-demagogici da lui utilizzati hanno fatto sì che quello che avrebbe potuto essere un nuovo slancio per la medicina ticinese si risolvesse in un mero "manteniamo la medicina di punta in ogni ospedale periferico". Cosa pericolosissima, dimostrata in tutta la letteratura scientifica.

L'argomento da lui utilizzato era la paura di una privatizzazione del pubblico. Non si è neanche accorto che l'unico “rischio” sarebbe stato quello di una statalizzazione del servizio privato!

Per rispondere ai suoi dubbi, ecco come si svolge un intervento chirurgico a Lugano, in Ticino, in Svizzera e nel resto del mondo. Davanti al chirurgo c'è un paziente con una patologia che deve essere trattata. Per questo il chirurgo si farà spalleggiare da una strumentista, da due strumentiste, da un assistente a cui viene fatto fare una parte dell'intervento perché deve imparare, da un altro specialista oppure più di uno. Un'ernia inguinale non domanda la stessa assistenza di un trapianto epatico. Se si mettesse lo stesso numero di partecipanti di un trapianto epatico su di un’ernia inguinale, il risultato sarebbe catastrofico. Il chirurgo sceglie chi meglio potrà assecondarlo durante l’intervento.

Mai e poi mai un’assistenza operatoria è stata scelta in funzione delle disponibilità di personale. Questa non è altro che una bieca menzogna. Pronzini denuncia pure il fatto che la Clinica fatturerebbe prestazioni mai erogate. Non sa quindi minimamente come funzioni il sistema di remunerazione delle cliniche e degli ospedali. Ma si permette delle insinuazioni malgrado la sua completa ignoranza in materia. Il DRG (sistema di rimunerazione delle prestazioni su base forfettaria negoziato fra le pareti contrattuali – Assicurazioni e Cliniche - e approvato dal Cantone) è calcolato sul costo globale della presa a carico di una patologia. Questo comprende la partecipazione di una moltitudine di persone e di competenze dall’inizio alla fine del ricovero.

La Clinica Sant'Anna impiega degli infermieri, degli strumentisti, dei medici assistenti e una moltitudine di personale che garantisce sostegno al paziente. Che un'assistente intervenga in sala operatoria, oppure nell’accogliere il paziente, nel seguito post-operatorio o durante la notte di guardia, questo non cambia minimamente il costo totale e soprattutto la remunerazione data dal DRG. Gli assistenti sono impiegati certo, ma là dove la loro competenza è necessaria. Ma questo il deputato MPS sembra (o fa apposta?) ignorarlo allegramente”.

Ed ecco il testo dell’interrogazione di Pronzini.

“Stando ad una serie di pubbliche dichiarazioni, mai smentite, da tempo presso la clinica Sant’Anna di Sorengo (gruppo Genolier) nel corso degli interventi chirurgici i compiti di assistenza al chirurgo verrebbero a volte assegnati anche a  infermieri strumentisti. Ne consegue che gli infermieri strumentisti sarebbero chiamati a svolgere attività che non rientrano nei loro compiti (ad esempio le suture al termine di un parto cesareo).

Sembra che nei casi in cui ad assistere il chirurgo vi sia un infermiere la sua presenza non venga garantita per tutta la durata dell’intervento. Vi sarebbero addirittura interventi nei quali in sala operatoria sarebbe presente solo il chirurgo.

Nel calcolo del costo dei singoli interventi, che contribuisce poi a determinare il rimborso DRG versato alla clinica Sant’Anna, si parte sempre dal presupposto che sia garantita durante l’intervento la presenza continua di almeno un medico chirurgo ed un medico assistente. Poiché è evidente  che il costo di un medico assistente sia maggiore al costo di un infermiere, ne consegue - nei casi in cui l’infermiere sostituisce il medico durante le operazioni – e se la clinica Sant’Anna non segnalasse tale cambiamento (tramite il foglio operatorio che il chirurgo deve compilare al termine dell’operazione), le casse malati procederebbero comunque al rimborso ipotizzando la presenza in sala operatoria di un medico assistente. Da parte sua la clinica avrebbe un vantaggio finanziario considerato la differenza di costo tra un infermiere ed un medico  assistente.

Ricordiamo che negli anni scorsi  il Ministero Pubblico aveva aperto d’ufficio un procedimento penale per fatturazioni potenzialmente irregolari avvenute in ambito ospedaliero. Ora, se la clinica Sant’Anna non dovesse aver segnalato la sostituzione (infermiere al posto del medico), saremmo confrontati con la stessa fattispecie.

Alla luce di quanto sopra chiedo al Consiglio di Stato:

1.    È al corrente delle pratiche, in atto presso la clinica Sant’Anna, di sostituzione di medici assistenti con infermieri nel corso di interventi chirurgici? È al corrente che in alcune situazioni verrebbero addirittura svolti degli interventi senza la presenza di un medico assistente o di un infermiere?

2.    Qual è la sua valutazione della situazione? Ritiene che la qualità delle cure possa risentirne?

3.    Che misure ha adottato nei confronti della clinica Sant’Anna?

4.    Sa, il CdS, se la clinica Sant’Anna segnala regolarmente alle casse malati la sostituzione di un medico con un infermiere?

5.    Se quanto indicato al punto 4 non è avvenuto, generando quindi costi maggiorati, il CdS ha richiesto alle casse malati una ricalcolazione dei rimborsi alla clinica Sant’Anna?

6.    Il CdS ha informato il Ministero Pubblico di questa situazione? In caso negativo per quale ragione non lo ha fatto?

A partire dal 2014 medici dell’Ospedale Regionale di Lugano  hanno operato presso la clinica Sant’Anna.

7.    Per queste operazioni i medici dell’ORL erano assistiti in sala operatoria da personale dell’EOC o della clinica?

8.    Nel caso di personale della clinica si trattava di medici assistenti o infermieri?”

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