SALUTE E SANITà
Fabio Rezzonico: "La giornata mondiale della salute ai tempi del Covid"
"In questo periodo storico, segnato da instabilità economica, sanitaria e sociale, anche la salute mentale è messa a dura prova e la parola che regna sovrana è: solitudine"

di Fabio Rezzonico *

Domani, 7 aprile, si celebra la giornata mondiale della salute. Alcune persone - come nel caso della Svizzera - sono in grado di vivere una vita più sana e avere un migliore accesso ai servizi sanitari rispetto ad altre, interamente a causa delle condizioni in cui sono nate, crescono, vivono, lavorano e invecchiano. In tutto il mondo, alcuni gruppi lottano per sbarcare il lunario con poco reddito giornaliero, hanno condizioni abitative e istruzione più povere, meno opportunità di lavoro, sperimentano una maggiore disuguaglianza di genere e hanno poco o nessun accesso ad ambienti sicuri, acqua e aria pulite, sicurezza alimentare e servizi sanitari. Questo porta a sofferenze inutili, malattie evitabili e morte prematura.

Tutto ciò è stato evidenziato ancora di più l’anno scorso, quando è scoppiata la pandemia Covid-19.

La pandemia ha colpito duramente tutti, ma il suo impatto è stato più duro su quelle comunità che erano già vulnerabili, che sono più esposte alla malattia, che hanno meno probabilità di avere accesso a servizi sanitari di qualità e maggiori probabilità di subire conseguenze negative come un risultato delle misure attuate per contenere la pandemia.

Tutti, ovunque, dovrebbero avere diritto alla buona salute. Ed è importante sottolineare che la salute non è solamente fisica, ma anche mentale. In questo periodo storico, segnato da instabilità economica, sanitaria e sociale, anche la salute mentale è messa a dura prova e la parola che regna sovrana è: solitudine. Da più di un anno siamo isolati, e ci sentiamo destabilizzati e impotenti.

Ma cosa può aiutarci a reagire in questa situazione? Un concetto semplice, umano, ma allo stesso tempo un’abilità sociale di fondamentale importanza e che ci può salvare in un periodo storico in cui la solitudine e l’isolamento fanno da padroni: l’empatia.

L’empatia è un’importante competenza emotiva, significa riuscire a mettersi nei panni degli altri, sentire quello che provano e può rivelarsi un’arma vincente contro la solitudine e l’isolamento che tutti noi oggi conosciamo bene. Uno studio condotto negli Stati Uniti ha dimostrato che la capacità di provare empatia è risultata protettiva dai brutti pensieri e dal malessere connessi alla solitudine. Se chi si sente solo reagisce occupandosi degli altri, cercando di fare qualcosa, anche di piccolo, per qualcuno che ne ha bisogno, il risultato è che il malessere diminuisce, a volte scomparendo del tutto.

La soluzione per superare la solitudine sarebbe quindi fare attenzione ai bisogni di chi abbiamo accanto, chiunque esso sia, perché questo allena e migliora le nostre capacità sociali, e la connessione con gli altri è l’esatto opposto della solitudine. Ce lo insegna molto bene la pandemia Covid-19, a causa della quale siamo non solo obbligati, ma in dovere di proteggere gli altri, rispettando le misure anti contagio, indossando la mascherina e mantenendo le distanze sociali.

In questa grave crisi pandemica, per analogia anche l’Autorità svizzera si è trovata in una simile difficile situazione di solitudine, nella necessità di dover prendere delle decisioni e imporre misure di protezione della popolazione senza poter coinvolgere tutti i differenti attori della Sanità. Un atto di grande responsabilità da parte loro e un atto di grande fiducia da parte di tutti gli attori, che si sono impegnati, tutti con il medesimo obiettivo: proteggere gli altri e sconfiggere il Covid. Un esercizio di buonsenso e di grande senso di responsabilità da parte di tutti, Autorità, addetti ai lavori, economia e naturalmente popolazione.


Siamo certi che questo dramma ci porterà ad una nuova analisi del nostro sistema sanitario, con un approccio ancora migliore e una condivisione dei differenti attori e delle varie potenzialità presenti sul territorio, che proprio in questa emergenza, hanno chiaramente dimostrato di esserci e senza le quali non avremmo potuto affrontare e vincere questa sfida.


La Giornata mondiale della salute è anche questo, auspicio e spunto positivo per tutti noi di tornare al più presto a sederci tutti assieme, noi attori della sanità, nell’interesse di un bene che è inalienabile, almeno alle nostre latitudini. La solitudine uccide, una pianificazione in solitudine significherebbe la morte del nostro sistema sanitario.


* direttore generale Regione Ticino Swiss Medical Network Hospitals

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