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27.10.2014 - 21:160
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Montagnola, l'insegnante (presunto) violento è l'ex sindaco del Comune. Non facciamo i forcaioli, ma se i fatti saranno confermati va licenziato

Ci sono due elementi aggravanti: il primo è la recidiva, il secondo è il ruolo politico di spicco che il docente ricopriva fino ai primi anni del Duemila

di Marco Bazzi

COLLINA D’ORO – Non vorremmo apparire forcaioli, ma i fatti denunciati dalla mamma di un allievo di otto anni delle scuole di Montagnola (leggi l’articolo correlato) sono molto gravi. Se saranno confermati c’è da chiedersi: ma siamo fuori di zucca? In che mondo viviamo? Parliamo tanto di qualità della scuola e ammettiamo che l’insegnamento sia in mano a persone del genere?

Ora ci sarà un’inchiesta, amministrativa e penale (perché la madre insieme ad altre cinque mamme ha denunciato i fatti in polizia), e bisognerà fare chiarezza sull’accaduto. Ma non solo sull’accaduto degli ultimi giorni. Perché i presunti (per ora) maltrattamenti di cui sono stati vittime alcuni allievi vanno letti anche alla luce di quanto è accaduto in passato.

Ci sono due elementi aggravanti in questa vicenda. Il primo riguarda la recidiva: lo stesso sindaco di Collina d’Oro, Sabrina Romelli ha ammesso: “C’è già stato un fatto discutibile in passato, più o meno per cose del genere”.

Il riferimento del sindaco è a una segnalazione di quattro anni che sfociò in una multa da parte del Dipartimento, che il docente però, ha precisato Romelli, non ha mai pagato. “Il diretto interessato ha impugnato la decisione. E la procedura nel frattempo è cresciuta in giudicato”, ha detto al portale Ticinonline.

Didatticamente il docente era ed è indiscutibile, ha aggiunto Romelli. Prendiamo atto. Può essere.

Ma la seconda aggravante è che il docente in questione, fino ai primi anni Duemila era anche sindaco e aveva in mano le redini del Comune. Certo, avete capito bene: era sindaco dell’allora comune di Montagnola, e poteva esercitare la professione di docente in quanto la scuola era consortile. Poi, in seguito alla fusione ha dovuto abbandonare la politica.

Adesso non è il caso di fare dietrologia (magari anche partitica) sul perché gli sia stato concesso di continuare a impartire lezioni. Acqua passata non macina più, e poi chi non sbaglia nella vita?

Ma se i maltrattamenti denunciati questa volta dalle mamme saranno confermati, anche alla luce di quel passato il docente non va solo sospeso (perché? c’è ancora un dubbio sulla misura? ci mancherebbe che non lo fosse!). Va licenziato in tronco. Anche se gli mancasse una sola settimana alla pensione.

 

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