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25.04.2024 - 17:110
Aggiornamento: 02.05.2024 - 08:45

Speziali spara a zero sull'area rossoverde: "Il nostro è vero progressismo"

"Propongono una parodia arcobaleno della Sharia, imbottita di minuziosissimi dogmi su relativismo dei generi, ecologismo punitivo e primato assoluto dei diritti (e dei capricci) sui doveri" 

di Alessandro Speziali* - pubblichiamo in anteprima l'editoriale che apparirà su Lib- (clicca qui)

Quando i cambiamenti scuotono le fondamenta di una società, ci sono partiti che fanno appello a dimensioni molto profonde dell’animo umano e sanno come provocare reazioni forti in quella parte dell’elettorato – in particolare quello ticinese – che non aspetta altro se non la prossima polemica in cui gettarsi o la prossima rivendicazione da agitare. 

Il PLR non è fatto così. La nostra prospettiva ci spinge a volere sempre e comunque guardare avanti: un esercizio necessario soprattutto quando i tempi si fanno difficili, e anche se elettoralmente non paga dividendi immediati. 

Guardare avanti non significa ignorare quello che succede sotto il nostro naso. Al contrario, le elezioni comunali ci restituiscono l’immagine di un PLR tonico a livello locale, dove la concretezza e la competenza territoriale sono la chiave per guadagnare la stima della popolazione.

Dobbiamo ricavare la giusta energia da ciò che vediamo accadere nei nostri Comuni, dove moltissimi Sindaci e Municipali liberali radicali sono stati riconfermati e altri guadagnati. Queste persone sono la dimostrazione della nostra capacità di «fare futuro», muovendosi su binari che procedono paralleli: la gestione del «qui e ora» e la visione che serve per pianificare e costruire a lungo termine.

È questo il moto che dobbiamo rendere perpetuo, perché prosperità e ricchezza devono essere creati prima di essere redistribuiti, e non possono mai essere dati per scontati – come invece fanno i professionisti della spesa spensierata, presenti a ogni livello delle nostre istituzioni. 

La Svizzera è divenuta il Paese che è grazie alla libertà, al progresso e alla solidarietà. Sono valori che ogni giorno possiamo decidere se concretizzare o meno: che ci muoviamo in Consiglio comunale, in Municipio o nel nostro lavoro. È questo lo spirito con cui guardiamo anche ai temi in votazione cantonale il prossimo 9 giugno: siamo il partito che vuole riformare (il fisco), investire (nella giustizia), salvaguardare (le pensioni). Siamo il partito che rifiuta di avvitarsi nelle solite scorciatoie politiche del benaltrismo, dicendo che «c’è ben altro da fare» (o che «non è il momento», o che «bisogna lanciare un segnale»). 

Essere progressisti significa cercare di costruire il progresso del Paese – esattamente il contrario dell’ideologia della decrescita che anima l’attuale asse rossoverde -. Una visione della società ormai apertamente religiosa, infarcita di prescrizioni su ogni aspetto dell’esistenza delle persone. Una parodia arcobaleno della Sharia, imbottita di minuziosissimi dogmi su relativismo dei generi, ecologismo punitivo e primato assoluto dei diritti (e dei capricci) sui doveri. 

La visione del PLR, invece, cerca un progresso vero, fatto non di rivoluzioni calate dall’alto ma di riforme e innovazione: un processo eterno di evoluzione, sottoposto allo spirito critico e costruito attorno all’individuo, alle sue libertà, al suo coraggio. Così la Svizzera è progredita nel passato, e così continuerà a farlo – se terremo duro e rimarremo fedeli alla responsabilità individuale e alla visione liberale radicale.  

*presidente PLR

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