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Analisi
05.02.2018 - 15:300

"Beltratritacarne": indignazione eccessiva (e un po' pelosa) per il fotomontaggio del Mattino dedicato a Paolo Beltraminelli. Come quella di Lorenzo Quadri per lo spot satirico contro l'iniziativa No Billag...

In questi anni sul Mattino e altrove abbiamo visto di peggio. Molto di peggio. Indignarsi per questo fotomontaggio significa porre l’asticella nel dibattito pubblico a un livello sbagliato, poco credibile, fuorviante. Il che, infine, non può che produrre storture nel misurare ciò che rappresenta un linguaggio, anche grafico, degradante da ciò che non lo è affatto

di Andrea Leoni

 

L’indignazione che taluni hanno manifestato per il fotomontaggio del Mattino dedicato a Paolo Beltraminelli, ci pare eccessiva e, in qualche caso, un po’ pelosa.

 

Per carità: ognuno ha i suoi gusti. Ed è normale che nel ventaglio delle sensibilità personali, un’immagine possa suscitare emozioni diverse, anche opposte, soprattutto in chi è più direttamente toccato dalla storpiatura grafica.

 

Nella fattispecie, però, si tratta della traduzione visiva di una metafora ampiamente utilizzata nel gergo giornalistico: il politico nel tritacarne. Credo che quasi tutti noi lavoratori dell’informazione, nel corso dell’attività professionale, ne abbiamo fatto uso almeno una volta per descrivere il momento di grave difficoltà di un eletto. Negarlo sarebbe una menzogna ed è ipocrita stracciarsi le vesti per la rappresentazione plastica della figura retorica.

 

La caricatura mattinesca non aggiunge alla metafora particolari truculenti o offensivi. Non c’è sangue, non c’è violenza, non c’è diffamazione.C’è semmai uno sberleffo, una sfumatura satirica, essendo Beltraminelli ritratto gaudente mentre si fa triturare. il che fa il verso al proverbiale ottimismo del Consigliere di Stato PPD, ostentato anche nelle situazioni peggiori. L’unico particolare sul quale si può eccepire è la macinata che esce dal tritacarne. Si poteva lasciar via e il messaggio sarebbe rimasto inalterato. Ma sono dettagli.

 

In questi anni sul Mattino e altrove abbiamo visto di peggio. Molto di peggio. Indignarsi per questo fotomontaggio significa porre l’asticella nel dibattito pubblico a un livello sbagliato, poco credibile, fuorviante. Il che, infine, non può che produrre storture nel misurare ciò che rappresenta un linguaggio, anche grafico, degradante da ciò che non lo è affatto.

 

A proposito: in questi giorni ha destato molto clamore, e altrettanta indignazione, un video satirico contro la No Billag. Nel filmato una signora perisce a causa di un incendio nella sua abitazione. L’anziana non riesce a salvarsi perché, nella telefonata in cui chiede aiuto ai soccorritori, non fa in tempo a sottoscrivere un abbonamento. Lo spot è infatti narrato in un ipotetico futuro dove, dopo che l’iniziativa è stata accolta, per l’intervento dei pompieri si paga.

 

La satira, in questo caso, è evidente e non contestabile. La micro vicenda gioca infatti su un pilastro del linguaggio satirico, che è l’esasperazione, il paradosso, di un concetto: quello secondo il quale, un domani, si dovrà sborsare per farsi trarre in salvo da un rogo perché non esisterà più un un servizio pubblico. Non c’è possibilità che qualcuno prenda seriamente, ritenendola realistica, questa ipotesi. Infatti è satira.

 

E però questo video ha scatenato ampie rimostranze, tanto è vero che il comitato “No Billag - No Svizzera”, che lo aveva diffuso sui suoi canali social pur non producendolo, ha deciso di rimuoverlo dalle sue piattaforme. Perché? Perché alcuni, proprio come per il fotomontaggio di Beltraminelli, lo avevano giudicato “disgustoso”. Un giudizio che, ancora una volta, si basava su una sensibilità personale e che, a nostro avviso, dava fiato a un’indignazione altrettanto esagerata e pelosa.

 

Tra i critici anche Lorenzo Quadri. Il direttore del Mattino, con ragione, ha difeso la caricatura del ministro PPD pubblicata sull’ultimo numero del suo giornale, attaccando “i moralisti a senso unico”. Ma si era scagliato contro lo spot anti No Billag: “Sfruttano addirittura i morti negli incendi per farsi propaganda. Questa non è né satira né provocazione. E' solo idiozia”. Insomma, anche in questo caso, due pesi e due misure, verrebbe da dire citando un tipico adagio del linguaggio “quadrista”.

 

Viceversa, nel campo avverso, quello che ospita alcuni tra coloro che oggi si scandalizzano per il “Beltratritacarne”, si era minimizzato sul contenuto del filmato invocando, con ragione, la variabile della satira.

 

Come si usa dire: problemi grassi….

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