di Lorenzo Quadri*
La perla di saggezza del presidente della commissione sanità della Regione Lombardia: "Meglio farsi curare a Reggio Calabria che a Lugano".
Finalmente una notizia consolante dall'Italia: la bancarotta è dietro l'angolo, nella provincia di Varese un giovane su due non ha lavoro, gli amici di merende dell'UE hanno piantato in asso il Belpaese nella gestione dei clandestini. Però il senso dell'umorismo è rimasto intatto.
E visto che il presidente della commissione sanità della Regione lombardia dice di parlare con cognizione di causa in quanto ex impiegato della sanità ticinese, ne dobbiamo dedurre che ci troviamo confrontati con un ulteriore caso di frontaliere che sputa nel piatto dove ha mangiato?
Comunque, il presidente della commissione sanità della Regione Lombardia forse non si rende conto che oltre ad offendere il Ticino - ormai è un leitmotiv ma, come dicono i nostri politicanti, noi "dobbiamo aprirci" all'UE - offende anche i molti suoi compaesani lombardi che lavorano nelle strutture sanitarie ticinesi e che gli pagano il senz'altro lauto stipendio.
Sicché, se la sanità ticinese fa così schifo, il signor presidente della commissione può cominciare a trovare ai frontalieri che vi lavorano dei pregiati posti di lavoro negli avveniristici ospedali Reggio Calabria. Non mancheranno di certo i ticinesi che saranno ben felici di lavorare nel retrogrado settore sanitario di questo Cantone. Così retrogrado che è gettonato anche da molti pazienti italiani: i quali evidentemente frequentano cliniche ed ospedali ticinesi, e non quelli italiani, perché sono masochisti e godono nel prolungare le proprie infermità.
*Consigliere Nazionale Lega