Sergio Roic accoglie l’invito del deputato Lorenzo Jelmini e scrive “Je suis don Feliciani!”.
Di Sergio Roic *
Sono battezzato cattolico, di madre ortodossa, non osservante e agnostico in materia religiosa e dico “Je suis don Feliciani!”.
Sono un socialista, membro della direzione del PS di Lugano, e dico “Je suis don Feliciani!”.
Sono un lettore del “Mattino della domenica”, lo sfoglio e mi viene la nausea come d’altronde agli stessi leghisti di Chiasso e proprio per questo dico “Je suis don Feliciani!”.
Conosco da anni Claudio Zali, l’uomo più votato dai ticinesi, e lo invito, come ha fatto don Feliciani per quel che riguarda la moderazione nel campo leghista, a dire “Je suis don Feliciani!”.
Proteggiamolo e diamo man forte a questo prete coraggioso che dice la verità: il movimento etnico ticinese leghista ha vinto le elezioni e ora governi senza insulti e volgarità.
Je suis don Feliciani e non voglio spaccature nella società né accuse senza senso a intere comunità straniere ben integrate né volgarità penose e insulti scambiati per politica.
Con don Feliciani diciamo: ora ne abbiamo abbastanza, ora basta!
* scrittore e membro della direzione PS