ULTIME NOTIZIE Opinioni
Secondo Me
20.08.2015 - 12:470
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Robbiani si scaglia contro Gobbi: "Revoche dei permessi di residenza e di domicilio: urge chiarezza e soprattutto equità"

SECONDO ME - Il segretario dell'OCST: "Da mesi la mannaia del Dipartimento delle Istituzioni, con la copertura del Governo, sta colpendo residenti con permesso di dimora o persino di domicilio che sono al beneficio di prestazioni assistenziali..."

di Meinrado Robbiani*

Ormai da mesi la mannaia del Dipartimento delle Istituzioni, con la copertura del Consiglio di Stato, sta colpendo residenti con permesso di dimora o persino di domicilio che sono al beneficio di prestazioni assistenziali o erroneamente ritenute tali.

A urtare non è evidentemente l’intenzione di evitare abusi e di vegliare affinché gli stranieri che intendono insediarsi in Ticino dispongano di mezzi sufficienti per coprire il loro fabbisogno. A indisporre è il modo indiscriminato con il quale si agisce, senza considerare le situazioni delle singole persone e conglobando sotto il concetto di prestazione assistenziale anche prestazioni che non vi possono essere assimilate.

Si cade nell’assurdo

Che questa operazione abbia oltrepassato la soglia della ragionevolezza è testimoniato da alcuni casi visibilmente paradossali. Uno dei ricorsi inoltrati dalla nostra Organizzazione riguarda ad esempio una signora straniera con permesso di domicilio, il cui coniuge ha nel frattempo ottenuto la cittadinanza svizzera così come i due figli nati negli ultimi anni.

La Sezione della popolazione le ha intimato un ammonimento formale con la minaccia di provvedimenti più incisivi quali la revoca del permesso di domicilio poiché dipendente dalla pubblica assistenza (si tratta della percezione di assegni familiari integrativi).

Due interrogativi

Questo emblematico ammonimento solleva perlomeno due interrogativi.

Il primo riguarda la sensatezza e la proporzionalità della misura. Come si può giungere anche solo a concepire di revocare il domicilio ad una persona il cui coniuge e i cui figli, dei quali si occupa intensamente, sono inseriti pienamente nella nostra comunità al punto da possedere la nazionalità svizzera?

L’ulteriore interrogativo riguarda l’assimilazione affrettata e disinvolta degli assegni familiari speciali a prestazioni dell’assistenza pubblica. Sempre nel caso menzionato, il fabbisogno della famiglia è coperto dal salario percepito dal marito quale dipendente a tempo pieno - peraltro - di un ente cantonale. Pur essendo dignitosa, la retribuzione è tale da mettere la famiglia al possibile beneficio degli assegni familiari complementari. È un diritto il cui godimento si tramuta tuttavia paradossalmente in una colpa tale da preludere alla revoca del permesso di dimora o di domicilio (!).

Assegni familiari e assistenza sociale

Le coppie meno abbienti possono attingere ad assegni familiari complementari in virtù di una legge voluta per ridurre la penalizzazione finanziaria delle coppie con figli rispetto a quelle senza figli. Questa legge è innestata su obiettivi di politica familiare che si intrecciano peraltro con obiettivi di politica demografica favorevoli alla collettività. Il legislatore non ha mai inteso questi strumenti di politica familiare come prestazioni di assistenza sociale. Che il Dipartimento, con l’avallo del Consiglio di Stato, stravolga oggi questa concezione stupisce non poco. Si snatura infatti un intendimento che ha d’altronde fatto del Ticino, a suo tempo e in ambito nazionale, un modello al quale ispirarsi. Un modello oggi con molte crepe!

Sanzionare l’economia?

Se queste persone, la cui colpa è di avere nel frattempo allargato l’economia domestica con la nascita di figli, possono accedere ad assegni familiari complementari è anche perché il reddito del nucleo familiare rimane al di sotto di una soglia predeterminata. Stupisce che si bersagli chi percepisce un reddito modesto ignorando completamente la responsabilità di chi lo eroga (le imprese). Senza scordare che è proprio nelle aree meno retribuite che l’economia fa capo a manodopera estera poiché più difficilmente reperibile manodopera indigena.  

 

Si faccia chiarezza senza calpestare l’equità

La linea del Dipartimento delle Istituzioni non accenna a diminuire. Urge perciò una decisione del Tribunale che l’OCST si permette di sollecitare poiché da essa dipende la sorte di numerose persone che hanno diritto alla chiarezza. Occorre delimitare ciò che rientra nella sfera dell’abuso o del non giustificato usufrutto di prestazioni assistenziali da ciò che appartiene invece al campo dei diritti di chi vive e lavora in Ticino.

*Segretario OCST

Resta connesso con Liberatv.ch: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
Tags
domicilio
prestazioni
assegni
figli
permesso
dipartimento
chiarezza
assistenza
ticino
equità
News e approfondimenti Ticino
© 2024 , All rights reserved