SECONDO ME
Nuovo ricorso contro la pianificazione ospedaliera, Franco Denti e i medici non si arrendono: "Attendiamo la seconda sentenza"
SECONDO ME - Il presidente dell'Ordine: "Non abbiamo voluto lasciare nulla di intentato per cercare di contrastare l'impostazione data dal DSS"

di Franco Denti *

Dopo aver esaminato la sentenza con la quale il Tribunale amministrativo federale (TAF) ha giudicato irricevibile il ricorso contro il Decreto legislativo concernente l'elenco degli ospedali, per assenza di legittimazione attiva, mi permetto affermare di non esserne sorpreso.

Il TAF ha comunque motivato la sua decisione in una sentenza articolata e senza prelevare spese procedurali. L'esito era prevedibile e anche preventivato, tuttavia non abbiamo voluto lasciare nulla di intentato per cercare di contrastare l'impostazione data dal DSS e, all'ultimo momento, sposata anche dal Gran Consiglio, sui reparti acuti di minore intensità (R)AMI.

Per questo motivo, oltre al ricorso al Tribunale federale (TF) contro la Legge cantonale di applicazione della Legge federale sull'assicurazione malattie (LCAMal), abbiamo interposto in parallelo ricorso anche al TAF contro il precitato Decreto. Ricordo che la Commissione speciale per la pianificazione ospedaliera (CPO) aveva accettato la massiccia riduzione dei letti acuti nei nostri ospedali, unicamente in cambio dell'istituzione dei Reparti acuti di minore intensità (R)AMI. Questi reparti dovevano garantire ai pazienti delle cure adeguate dopo la fase acuta specialistica, senza penalizzarli economicamente.

Invece il Parlamento, votando un emendamento dell'ultimo minuto, ha voluto applicare ai (R)AMI il sistema di finanziamento previsto per gli Istituti di cura, per i quali è richiesta una maggiore partecipazione diretta alle spese da parte dei pazienti. Mettendo i (R)AMI sotto il cappello degli Istituti di cura il Parlamento ne ha messo inoltre a rischio anche i contenuti, che potrebbero non più garantire una sufficiente copertura in termini di personale medico-infermieristico. Secondo noi questa soluzione, oltre a non essere soddisfacente dal punto di vista dei pazienti e del loro fabbisogno in cure, risulta anche in contrasto con il diritto federale.

La LAMal prevede imperativamente che per i reparti nei quali vengono dispensate cure acute (seppur di minore intensità) il finanziamento è garantito da Cantone e Casse malati (55%, rispettivamente 45%), con un contributo da parte dei pazienti di CHF 15 e non di CHF 30, come invece deciso dal Gran Consiglio, su proposta del Consiglio di Stato.

È quanto abbiamo sostenuto nel nostro secondo ricorso dinnanzi al TF contro la LCAMal, legge cantonale che istituisce i (R)AMI e nella quale è previsto il contestato declassamento di questi ultimi in istituti di cura, con il sistema di finanziamento che ne consegue. Questo secondo ricorso è quello che mette veramente in discussione l'impostazione della pianificazione ospedaliera ed è quello in cui abbiamo principalmente risposto le nostre speranze. Restiamo quindi in attesa di questa seconda sentenza.

* presidente Ordine dei medici

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