SECONDO ME
"Il re è nudo" di Rupen Nacaroglu: "Il Turismo va male a Lugano? Forse è perché non siamo capaci"
SECONDO ME - "Non è più possibile incolpare le condizioni di mercato, il cambio sfavorevole, la crisi economica, la meteo o chissà quale congiuntura astrale. Bisogna reinventarsi, lavorare, trovare nuovi spunti, investire per produrre"

di Rupen Nacaroglu*

Da quando sono nato nella bellissima Lugano leggo regolarmente che la mia città è “a forte vocazione turistica”, che “gode della qualità svizzera del servizio” e che “siamo un popolo ospitale e sorridente”. Mi dispiace, ma da troppo tempo queste frasi, almeno ai miei occhi, non hanno più nessuna conferma nella realtà dei fatti e rivolgo questo mio pensiero a tutti i protagonisti dell’economia del turismo, dall’autorità pubblica ai privati e alle associazioni di categoria:

Forse è perché non siamo capaci.

Forse è vero, durante il secolo scorso, per diversi motivi, eravamo preparati e disposti naturalmente ad accogliere e coccolare l’ospite ma questa vena è andata scemando, lentamente e inesorabilmente. L’economia del turismo era florida senza troppe difficoltà, con il minimo sforzo, grazie a un cambio favorevole per qualche anno o forse solamente perché il sole era abituato a baciare più noi che i nostri confederati d’oltralpe. Forse perché i nostri vicini avevano bisogno di un piccolo angolo di paradiso per venire a divertirsi lontano da occhi indiscreti, oppure perché eravamo davvero più belli e divertenti degli altri. Non so, i motivi possono essere molteplici, però la realtà è che adesso l’economia del turismo stenta, pesantemente.

Ora, è vero che le condizioni non sono più le stesse, è cambiato tutto: l’economia è in crisi, la gente ha sempre meno denaro in tasca o sempre meno la voglia spendere senza pensieri. È vero anche che è necessario reinventarsi per dare nuove ragioni e stimoli ai turisti per tornare a trovarci. Ma se non si è stati capaci d’invertire - o solamente frenare - la tendenza in atto, allora l’unica spiegazione che riesco a darmi è che…

Forse è perché non siamo capaci

Lo ripeto, perché secondo me è l’unica soluzione. Non è più possibile - e giustificato – incolpare le condizioni di mercato, il cambio sfavorevole, la crisi economica, la meteo o chissà quale congiuntura astrale. Bisogna reinventarsi, lavorare, trovare nuovi spunti, investire per produrre. Torniamo a investire nelle persone, nell’economia del turismo, nella ristorazione, nell’industria alberghiera e diamoci un cambio di rotta drastico. Diamo spazi ai privati per organizzare manifestazioni cittadine. Lottiamo per portare sempre più eventi internazionali in città. Abbiamo il LAC, usiamolo. Deve essere la locomotiva dello sviluppo turistico, il marketing di Lugano deve appoggiarsi su una struttura tanto importante e renderla il fiore all’occhiello della propria immagine. Spingiamo il turismo specializzato, creiamo finalmente il nuovo polo congressuale e portiamo questo tipo di eventi in città, con il loro indotto per la ristorazione e per gli alberghi. Ne guadagnerebbero tutti.

Diamo una ragione ai turisti di tornare in Ticino a spendere il proprio denaro, quello sudato e guadagnato con le proprie energie quotidianamente al lavoro. Sorrisi, cordialità, voglia di comunicare e di ascoltare, ma soprattutto la voglia di servire l’ospite come se fosse colui che durante il mese di prova ti giudica e ti assume. Diamo prova a tutti che siamo capaci di essere “il popolo ospitale e sorridente”, fiero detentore della “qualità svizzera del servizio”. Inverno, estate, senza distinzioni. Si possono avere turisti tutto l’anno. Magari ci sarà più rumore e più disturbo, ma siamo sicuri che vogliamo una città silente e calma a scapito del futuro nostro e dei nostri figli? Non ci sono alternative: se vogliamo tornare ad essere i più belli, allora dobbiamo tornare a capire che bisogna lavorare tutti insieme, dal portiere d’albergo sorridente al manager turistico intraprendente.

Basta pensare che “tutto è dovuto” e che prima o poi le cose “torneranno a posto”. Le cose non cambiano da sole. No, non cambiano. Ma se lo volessimo, se tutti i protagonisti in gioco decidessero insieme che è possibile avere un’offerta migliore, allora sarà finalmente possibile raggiungere dei risultati concreti.

*Candidato PLR al Consiglio Comunale di Lugano

 

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