SECONDO ME
Kaeppeli: "Il Coronavirus anticiperà i tempi delle riforme?"
Il granconsigliere PLR: "Esse dovranno permettere di tenere sotto controllo i costi e porre gli incentivi giusti per mantenere alta la qualità delle cure, evitando al contempo oneri inutili, doppioni e inefficienze che alla fine pesano su di noi"

 di Fabio Kaeppeli*

Da quasi un anno il coronavirus è sulla bocca di tutti e domina la nostra quotidianità, come pure le pagine dei media. Quale fil rouge si è protratta la discussione sui costi legati alla pandemia, siano essi di natura economica o direttamente legati al sistema sanitario: le ingenti perdite degli ospedali, i costi dei tamponi oppure ancora le cure dei pazienti in cure intense per Covid-19, che si possono aggirare attorno ai 100'000 franchi.

Il ritornello nella discussione è sempre lo stesso: chi coprirà questi costi? La politica e i diversi attori si stanno adoperando per trovare una risposta a questa domanda, la quale si è fatta sempre più pressante con l’aumento dei contagi e le preoccupazioni economiche. Le riserve – tanto dibattute e invise ad alcune cerchie – permetteranno di attutire il colpo sui premi futuri?
In che misura Confederazione e cantoni si assumeranno i costi straordinari generati nel sistema sanitario? Non illudiamoci, qualsiasi sia la risposta una cosa è certa: che sia attraverso le imposte o attraverso i premi di cassa malati, alla fine siamo sempre noi cittadini ed assicurati ad essere chiamati alla cassa. Il rischio è quello di un nuovo contraccolpo finanziario per il ceto medio. E senza un intervento urgente e deciso il sistema si spingerà sempre più verso l’insostenibile.

La pandemia non fa che mettere l’accento sull’assoluta necessità di intraprendere riforme. Riforme che dovranno permettere di tenere sotto controllo i costi e porre gli incentivi giusti per
mantenere alta la qualità delle cure, evitando al contempo oneri inutili, doppioni e inefficienze che alla fine pesano sulle nostre spalle.

In altre parole, appena rientrata l’emergenza sanitaria, la discussione politica dovrà spostarsi dal tema di chi paga i costi generati – in cui si inserisce tra l’altro anche l’iniziativa del partito ssocialista che chiede un tetto massimo ai premi delle casse malati (e non ai costi del sistema sanitario!) – alle soluzioni di come limitare questi stessi costi. Il margine per sottrarsi a questo
dibattito è ormai esiguo: occorre avere il coraggio di prendere decisioni incisive, come ad esempio sul finanziamento uniforme tra le cure ambulatoriali e stazionarie, attualmente dibattuto nella Berna federale. Urge pure trovare soluzioni concrete per ridurre i prezzi dei medicamenti, un capitolo tuttora costoso e ingiustificato che spinge al rialzo i premi delle casse malati.

Il Covid-19 ci ha mostrato come l’equilibrio e gli interessi nel mondo della sanità siano diversi, spesso contrapposti e molto sensibili ai costi. Ora è tempo di riforme affinché nessuno – né
l’industria farmaceutica, né medici, né ospedali – abbia interesse a servirsi liberamente alla tavola imbandita. Perché questa viene apparecchiata con i nostri premi, la cui crescita va urgentemente interrotta.

*Granconsigliere PLR

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