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25.03.2024 - 10:480
Aggiornamento: 27.03.2024 - 09:17

Niccolò Salvioni: dalla bagarre sulle nomine dei procuratori all'avvocato di Gobbi

"La politica, per mantenere la propria legittimità ed efficacia, dovrebbe basarsi sul rispetto reciproco tra avversari e sulla tutela dell'indipendenza e dell'imparzialità delle istituzioni sia giudiziarie sia esecutive"

di Niccolò Salvioni *

Il dibattito sull'indipendenza della giustizia e delle nomine giudiziarie nel Cantone Ticino solleva questioni fondamentali riguardanti la democrazia e lo stato di diritto. La preoccupazione principale riguarda il rischio che la selezione dei magistrati, se influenzata da criteri politici o pressioni esterne, possa compromettere l'indipendenza e l'imparzialità della magistratura. Questi principi sono essenziali per garantire un sistema giuridico equo e funzionale, e qualsiasi minaccia a queste fondamenta evoca oscuri periodi storici in cui la giustizia è stata manipolata a fini politici.

Come non ricordare, in negativo, la figura di Roland Freisler, presidente del Volksgerichtshof durante il regime nazista, quale esempio della perdita di indipendenza giudiziaria, le cui sentenze erano severissime e l'intimidazione era la norma. Questo precedente storico serve come monito dell'importanza vitale dell'imparzialità giudiziaria per preservare i valori democratici.

Le critiche verso le attuali procedure di selezione dei magistrati nel Ticino riflettono la preoccupazione per possibili attacchi personali e la delegittimazione del sistema, sottolineando la necessità di adottare meccanismi trasparenti, indipendenti e basati sul merito. Tali meccanismi dovrebbero essere in linea con i principi di Bangalore sulla Condotta Giudiziaria e i requisiti della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo (CEDU) per assicurare la fiducia nella giustizia e nelle istituzioni.

La situazione nel Ticino è particolarmente delicata a causa della dimensione ridotta del cantone, dove la polarizzazione politica e le reti sociali possono influenzare significativamente la percezione pubblica della giustizia. La necessità di mantenere un rigore di selezione diventa ancora più critica in questo contesto, per evitare che la percezione di partigianeria o dipendenza politica danneggi la fiducia nell'istituzione giudiziaria.

Il costruttivo dibattito si estende da qualche giorno anche alla condotta di un politico nell’esecutivo, nel caso il ministro della giustizia Norman Gobbi, tanto da spingerlo a scegliere di difendersi dalle accuse attraverso un avvocato penalista. Questa scelta può essere interpretata in modi diversi, influenzando la percezione pubblica e sollevando questioni etiche. Da un lato, l'assunzione di un avvocato esperto potrebbe essere vista come un segno di serietà e determinazione nel combattere le accuse. Dall'altro, potrebbe essere percepita come un tentativo di utilizzare tattiche aggressive o di nascondere qualcosa, specie se non si procede con azioni legali formali.

Va considerato che il trattamento dei reati contro l'onore, come la diffamazione, varia a seconda che i soggetti coinvolti siano cittadini comuni o figure pubbliche. I politici, in particolare, si trovano di fronte a una maggiore difficoltà nel vincere cause di diffamazione, dovendo bilanciare il diritto alla reputazione con il diritto alla libertà di espressione del pubblico. Questa complessa interazione tra diritto, etica e politica nel Ticino riflette la tensione tra la necessità di proteggere l'indipendenza della giustizia e l'esigenza di mantenere un dialogo costruttivo e rispettoso tra diversi attori politici e istituzionali.

La politicizzazione delle nomine giudiziarie come la percezione di partigianeria possono erodere la fiducia nelle istituzioni democratiche, minando la credibilità e l'integrità dell'intero sistema. In conclusione, mentre delle strategie politiche mirate a sfruttare o a creare tensioni possono offrire vantaggi a breve termine in termini di posizionamento elettorale o di agenda politica, esse rappresentano un rischio serio per la salute e l'integrità delle istituzioni democratiche giudiziarie ed esecutive.

La politica, per mantenere la propria legittimità ed efficacia, dovrebbe basarsi sul rispetto reciproco tra avversari e sulla tutela dell'indipendenza e dell'imparzialità delle istituzioni sia giudiziarie sia esecutive. Pena, la paralisi dello Stato, che invece di occuparsi dei suoi cittadini, rischia di estinguersi, fagocitato da se stesso.

* avvocato

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