CRONACA
Pedofilia, nuove rivelazioni shock su Michael Jackson
Secondo alcune carte dell'FBI la popstar avrebbe pagato 35 milioni di dollari per comprare il silenzio di una dozzina di bambini. Le carte che lo inchioderebbero sarebbero rimaste misteriosamente insabbiate

LOS ANGELES - Nonostante sia morto da ormai quattro anni, continuano le accuse di pedofilia a Michael Jackson. Le ultime sconvolgenti rivelazioni sono state pubblicate dal domenicale britannico Sunday Peaple. Nell'articolo si citano alcuni documenti scottanti, e mai resi pubblici, dell'Fbi. Secondo le carte il Re del Pop avrebbe pagato almeno 35 milioni di dollari a due dozzine di teenager, per il silenzioni sugli abusi sessuali che avrebbero subito.

Le violenze da parte di Jackson sarebbero cominciate nel 1989 al ranch di Neverland, la super tenuta di proprietà del cantante. Secondo quanto raccontano i documenti  il cantante, per tutti gli anni '90, avrebbe trascorso molte giornate in compagnia di bambini a guardare film pornografici e a toccarli e accarezzarli nelle parti intime. 

Il Bureau avrebbe conosciuto la verità su Jackson già nel 2002 senza però mai passare le prove di cui eras in possesso alla giustizia americana che per anni ha indagato e processato la popstar. L'FBI avrebbe ottenuto le informazioni grazie alle indagini su Anthony Pellicano, il detective delle star, assunto da Jackson per annacquare le accuse di pedofilia.

Nel corso dell'inchiesta su Pellicano sono stati sequestrati numerosi fascicoli tra i quali anche quelli che provavano chiaramente le accuse di pedofilia contro il suo cliente. Fascicoli, però, rimasti misteriosamente in qualche cassetto. Inoltre, un allora collega di Pellicano, avrebbe confermato tutto agli investigatori e, in cambio dell'anonimato, ha ribadito la sua confessione anche al domenicale autore che ha pubblicato lo scoop, dichiarando di conservare una copia dei documenti dell'Fbi dove sono presenti i nomi di almeno 17 vittime di abusi, tra cui cinque bambini attori e due ballerini. 

La famiglia di Jackson, attraverso i suoi avvocati, smentisce categoricamente i contenuti dell'articolo del Sunday Peaple. 

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