SALUTE E SANITÀ
Prof vs Prof: Cassina punge Siclari: "Caro Francesco, si può dire grazie Cardiocentro in molti modi: ognuno sceglie il proprio"
“Qualche anno fa Siclari decise di lasciare il Cardiocentro per l’Hirslanden. Scelta legittima, ma ciò gli consente di utilizzare lo studio medico in Ticino per reclutare pazienti da operare nella clinica zurighese”

LUGANO – Tiziano Cassina, primario di Cardioanestesia e Cure intensive al Cardiocentro, ha risposto oggi su La Regione alle critiche del suo ex collega, Francesco Siclari. Ecco i passaggi salienti della sua presa di posizione, nella quale non risparmia pungenti critiche a Siclari.

 

di Tiziano Cassina

 

L’intervista rilasciata dal Professor Francesco Siclari alla ‘Regione’ l’8 settembre scorso mi ha dato modo di ricordare con un certo rimpianto (se non altro si era tutti più giovani) i bei tempi d’inizio attività del Cardiocentro, quando nel 1999 aprimmo la prima clinica di cardiologia invasiva e cardiochirurgia in Ticino.

 

Ricordo, e lo ricorderà certo anche il Professor Siclari, che circolavano, tra noi entusiasti e infaticabili pionieri, idee e visioni diverse: da una parte c’era la voglia d’offrire un servizio di pubblica utilità ai pazienti cardiopatici ticinesi, ma dall’altra anche qualche velleità da clinica privata.

 

Per fortuna predominò la prima opzione, anche grazie ai fondatori del Cardiocentro. Ricordo anche che quando all’inizio le casse malati non onoravano le nostre prestazioni, l’Ente ospedaliero cantonale spiccò un precetto esecutivo di un milione di franchi alla nostra fondazione.

 

Solo una gestione accurata e oculata delle finanze riuscì a garantire sempre i salari a tutti i collaboratori e consentì di evitare ciò che tutti si aspettavano e non pochi si auguravano: la bancarotta e il nostro fallimento. In seguito ci furono i vari ricorsi vinti presso il Tribunale Federale e arrivarono i rimborsi, che ci permisero di ottimizzare la nostra gestione corrente e di pensare agli investimenti.

 

Già, proprio quegli investimenti che negli anni successivi – grazie alla natura no profit della Fondazione e alle scelte strategiche – non sono mai venuti a mancare, consentendo al Cardiocentro di diventare la realtà che oggi è sotto gli occhi di tutti e che non ha mai smesso, mai, di considerare il paziente come unica ragione di ogni scelta e di ogni impegno. Se la memoria non mi inganna, i primi importanti investimenti furono proprio rivolti all’acquisto di costose telecamere e torri per effettuare interventi cardiochirurgici senza l’apertura completa del torace. Queste attrezzature, associate alla capacità e alla competenza del Prof. Siclari, permisero di offrire al paziente ticinese interventi con un approccio miniinvasivo prima di molti altri centri svizzeri.

 

(…)

 

Ad ogni buon conto, qualche anno fa il Prof. Siclari decise di lasciare il Cardiocentro, accettando la collaborazione con la clinica Hirslanden di Zurigo (gruppo privato con finalità di lucro) e con una clinica privata del Luganese. Una scelta legittima, ci mancherebbe, ma diciamola tutta: questa doppia attività gli permette di utilizzare lo studio medico in Ticino come piattaforma per reclutare pazienti che saranno in seguito operati presso la clinica privata zurighese.

 

Come sappiamo, gli interventi effettuati fuori cantone incidono anche sui nostri costi della salute visto l’obbligo del Canton Ticino a partecipare al 55% delle spese. Per concludere, e nel rispetto delle opinioni di Siclari sul futuro del Cardiocentro, non capiamo perché esternarle nel giorno in cui è stata lanciata l’iniziativa popolare”. Ma certo si può dire grazie Cardiocentro in molti modi: ad ognuno la libertà di scegliere il proprio.

 

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