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12.06.2014 - 22:180

Brasile: buona (e immeritata) la prima, Croazia battuta. Scontri nel pre-partita

I Verdeoro vincono 3-1 all’esordio a San Paolo, ma il gol decisivo nasce da un rigore fantasma inesistente. Una macchia su una partita peraltro non esaltante. Sconfitta ingiustamente la nazionale croata

SAN PAOLO – Dopo un prepartita infuocato, con diversi scontri e due giornaliste della Cnn ferite, e una cerimonia d’apertura, durata appena 25’, filata via liscia tra spettacoli e musica, la partita d’esordio tra Brasile e Croazia ha parzialmente deluso le attese, soprattutto nel secondo tempo e nel risultato. Alla fine i Verdeoro portano a casa i tre punti, figli però di un rigore generosissimo che grida vendetta e lascia l'amaro in bocca, con il rislutato di 3-1. 

Ad andare in gol sono stati inizialmente i croati, ma con l’aiuto di Marcelo che ha spinto nella propria rete un cross di Olic con deviazione di Jelavic al minuto 11’. Pareggio al 29’ un po’ a sorpresa di Neymar, con una gande azione solitaria conclusasi con un tiro dai venti metri che si è infilato nell’angolino. Al 71’ si è assistito al già citato teatro dell’assurdo, con il rigore misteriosamente assegnato ai brasiliani e realizzato sempre da Neymar. Punteggio finale fissato da Oscar d’esterno all’88’ dopo una bella ripartenza. 

Ad un primo di tempo piacevole, che ha paradossalmente visto farsi preferire la talentuosa Croazia su un Brasile che ha pareggiato quasi per caso, si è contrapposto un secondo tempo piuttosto scialbo, che ha subito l’artificioso giro di boa imposto dalla svista arbitrale sul rigore. La Croazia non si è però rassegnata e ha sfiorato il gol in ancora due, tre occasioni, ma, con una squadra tutta sbilanciata all’arrembaggio finale per la conquista di un pareggio più che meritato, è arrivato l’inevitabile contropiede brasiliano che ha definitivamente chiuso la contesa. 

Ottima l’impressione lasciata dalla Croazia che, forse spesso sottovalutata, non dovesse sbagliare le prossime due partite, potrebbe anche fare strada, soprattutto grazie ai suoi grandi talenti come Modric, Rakitic, Kovacic e lo squalificato Mandzukic. 

Il Brasile, subendo forse troppo l’enorme pressione, non ha entusiasmato e ha giocato a ritmi inferiori a quelli abituali (vedi Confederations Cup lo scorso anno), ma alla fine a contare è il risultato e gli uomini di Scolari possono dunque sorridere. 

Il mondiale è lanciato (forse non nel migliore dei modi).

dielle 

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