CANTONALI 2023
Pino Sergi abbandona il dibattito pre elettorale: "No al teatrino politico"
“Per noi ci sarà spazio solo in uno dei quattro dibattiti previsti alla televisione e uno alla radio: i partiti di governo (o le loro alleanze) saranno presenti a tutti: un modo antidemocratico, che non permette agli elettori di farsi un’opinione”

BELLINZONA - Dura presa di posizione del segretariato MPS che, indignato per lo svolgimento del dibattito pre elettorale andato in onda lunedì sera sulla RSI, esprime la propria contrarietà in una nota stampa.

Il Movimento per il socialismo esprime la propria contrarietà e indignazione per il modo con il quale è stato organizzato e condotto il “grande dibattito” iniziale andato in onda lunedì sera sulla RSI. Un’indignazione e una protesta che l'esponente Pino Sergi ha voluto platealmente segnalare abbandonando il dibattito.

Eh già, perché dopo la presentazione del sondaggio sul Gran Consiglio, i partiti di governo ( o meglio, quelli alleati per il governo – non si capisce perché non fossero quattro visto che le liste sono quattro) hanno avuto quasi una mezz’ora per commentarlo, poi è stato il turno dei rappresentanti della società civile (Masoni, Pelli, la società civile ticinese ha i soliti nomi); infine due minuti due a testa ai rappresentanti dei tre partiti presenti solo in Gran Consiglio e che, di fatto, costituiscono la sola opposizione al governo per esprimere il loro parere. Naturalmente, passati quei pochi minuti, ampio spazio di nuovo ai partiti di governo per ribattere, commentare, dire che sì forse il sondaggio non li premia, ma che si impegneranno nelle prossime settimane per fare meglio.

E nemmeno quando i rappresentanti dei partiti maggiori hanno affermato, in replica, che per superare la “frammentazione” (tema che ha tenuto banco nella prima mezz’ora) bisogna introdurre un quorum di sbarramento (per sbattere fuori dal Parlamento i piccoli partiti e cuccarsi i loro voti nell’ambito della distribuzione dei seggi), i due conduttori non hanno avuto nemmeno quel minimo di dignità professionale di chiedere ai diretti interessati, lì presenti, cosa ne pensassero di questa idea di introdurre regole per tagliarli fuori dal Parlamento! Alla faccia della professionalità!

E così si arriva, con tanto di conto alla rovescia, al sondaggio sul Consiglio di Stato che, come c’era da attendersi non segnala nulla di nuovo; doveva, immaginiamo, essere il clou della serata e invece è stato un momento assolutamente inutile; questo perché, come quasi sempre, a meno di manovre all’interno dei propri partiti, i consiglieri di Stato uscenti vengono di solito rieletti. E così ha confermato il sondaggio presentato. Un’occasione per tirare dritti e cercare, finalmente, di discutere di questioni relative all’azione di questo governo, alla sua capacità o meno di rispondere alle preoccupazioni delle cittadine e dei cittadini.

E invece, ecco che il dibattito si riapre con i partiti di governo che commentano i sondaggi sul Consiglio di Stato (cioè politicamente il nulla), i risultati dei candidati che accompagnano gli uscenti, la “novità” della nuova consigliera di Stato socialista, già eletta – come tutti sanno – ancora prima di votare. Una dimostrazione del teatrino politico (altro che il teatro della politica) costruito ad uso e autoaffermazione dei partiti maggiori.

L’MPS aveva denunciato questo orientamento del palinsesto elettorale della RSI; aveva chiesto cambiamenti e aveva ottenuto garanzie che vi sarebbero stati dibattiti equilibrati che avrebbero dato spazio a tutti. Così non era già stato nella prima trasmissione di Modem di qualche giorno fa (vera e propria passerella per i partiti di governo), così non è stato nel dibattito inaugurale di lunedì sera.

L’MPS avrà spazio (un rappresentate su 6 partecipanti) solo in uno dei quattro dibattiti tematici previsti dalla televisione e uno alla radio: i partiti di governo (o le loro alleanze) saranno presenti a tutti i dibattiti. Proprio un bell’equilibrio.

Non solo questo è un modo di procedere antidemocratico, ma è un modo di procedere che ammazza il dibattito, suscita noia e non permette assolutamente agli spettatori/elettori di farsi un’opinione. Arrivati ai due terzi di una trasmissione così impostata non restava altro che togliere il disturbo per segnalare il nostro disaccordo su questo modo di procedere che uccide il servizio pubblico.

E poi ci si lamenta che la gente è disposta a votare la diminuzione del canone radiotelevisivo!

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