CORONAVIRUS
C'è ancora troppa gente in giro. Il Comandante Cocchi striglia i ticinesi: "Non ci siamo. La situazione è seria"
Il capo dello Stato Maggiore cantonale di condotta: "Non posso escludere che nei prossimi giorni verranno emanate direttive ancora più severe in Ticino"
TIPRESS

BELLINZONA – “Se vuoi uscire (ancora), devi stare a casa (ora)”. È lo slogan che il capo dello Stato Maggiore cantonale di condotta Matteo Cocchi ha scelto per sensibilizzare la popolazione ticinese circa l’emergenza coronavirus nel nostro Cantone. Una popolazione che, purtroppo, non rispetta ancora le misure emanate dalle autorità.

Non tutti – ed è una scomoda verità – capiscono cosa significa davvero ‘stare a casa’. Lo testimoniano le numerose foto e segnalazioni di ragazzi che giocano sui piazzali delle scuole, anziani (e non) tranquillamente a spasso a godersi le giornate di sole.

“Non ci siamo ancora – afferma Cocchi al Corriere del Ticino –. Rispetto a qualche giorno fa, la popolazione è più sensibilizzata, ma il cambiamento non è assolutamente sufficiente. Tutti devono fare di più. Da subito. Si passa il tempo a discutere su cosa è consentito fare e cosa no, senza rendersi conto che la situazione è seria. Il tempo per gite e passeggiate è da posticipare di qualche settimana. Bisogna restare a casa il più possibile ed evitare i contatti sociali. Lo dobbiamo fare per rallentare il numero di contagi”.

L’Italia, per esempio, dovrebbe nei prossimi giorni annunciare un ulteriore giro di vite alle misure attualmente in vigore. Sport all’aperto e passeggiate saranno limitate. “Noi – spiega Cocchi al quotidiano –, stiamo seguendo una linea che prevede l’introduzione graduale di provvedimenti. Non posso escludere che nei prossimi giorni verranno emanate direttive ancora più severe anche in Ticino”.

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