CORONAVIRUS
L'urlo del TASI: "La cultura è vita! Decisioni del Governo inaccettabili"
Il comitato dei Teatri Associati Scena Indipendente: "Limite di cinque persone? Ci obbliga a chiudere. Venga rivista la decisione"

TICINO – L’ultima conferenza stampa del Consiglio di Stato di domenica 8 novembre, ha provocato una ennesima bufera nel settore della cultura. La decisione di limitare le manifestazioni pubbliche a soli 5 partecipanti ha scatenato indignazione e costernazione in tutta la scena indipendente.

"Questa limitazione – spiega il comitato Teatri Associati Scena Indipendente (TASI) – ha di fatto obbligato teatri e organizzatori a cancellare urgentemente gli spettacoli in programmazione, lasciando ancora una volta compagnie e artisti, già duramente colpiti, nello sconforto e aumentando la grande incertezza che già pervade da mesi.

E ancora: "Inoltre è bene sottolineare che nei teatri non si sono riscontrati contagi degni di nota, risultando il rischio praticamente nullo, dato che si sono sempre adottate le misure di protezione come la distanza fisica – non sociale come erroneamente si continua a definire – l’obbligo di mascherina e disinfettanti a disposizione. Una moltitudine di lavoratori, dagli artisti ai tecnici, dagli scenografi ai registi, dai musicisti ai costumisti e truccatori, hanno visto vanificato il loro grande sforzo per poter riprendere il loro lavoro, anche se molto diminuito. Anche tutti gli insegnanti di teatro e danza non hanno più la possibilità di proseguire i propri corsi che, con grande difficoltà e la diminuzione dei partecipanti, a fatica, ma pur sempre con passione, riuscivano a mantenere".

Poi l'attacco alle autorità: "Quello che maggiormente colpisce è che la cutura sia considerata “non necessaria”, al
contrario dello shopping o di altre realtà meno indispensabili. Questa situazione aggrava la sensazione di chiusura e solitudine presente nella popolazione, che frequentava i teatri anche per mantenere una parvenza di normalità, oltre a nutrire mente e spirito con la positività, assolutamente necessaria anche per fronteggiare psicologicamente questa pandemia. A gran voce tutte le arti della scena chiedono di rivedere questa inaccettabile decisione al grido: la Cultura è vita!".

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