CORONAVIRUS
Il SISA contro il certificato Covid nelle biblioteche. "A volte unico spazio per studiare"
"Nello stato attuale delle cose, la libertà di accesso ai luoghi di cultura tra i non vaccinati è un privilegio di classe: non tutte e tutti hanno le facoltà economiche per potersi testare frequentemente"

BELLINZONA - Il Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA) ha lanciato – in forma cartacea e online – la petizione “No al certificato Covid nelle biblioteche!” (qui) indirizzata al Consiglio di Stato ticinese.

Lo scopo di questa petizione, si legge, è quello di "permettere l'accesso alle biblioteche cantonali senza alcun discrimine basato su un dato sanitario. All’interno della stessa viene chiesto al Governo ticinese di fare pressioni sul Consiglio Federale affinché la limitazione all’accesso alle biblioteche venga revocato".

Il SISA si era già mostrato contrario e critico circa l’introduzione del Certificato Covid per poter frequentare le lezioni alla SUPSI e agli atelier e laboratori dell’USI, che a suo avviso "genera unicamente inutili discriminazioni all'accesso al sapere e alle pari opportunità di formazione. Le pressioni del SISA e del corpo studentesco hanno permesso – in entrambi i casi – l’introduzione di test gratuiti per gli studenti, permettendo in questo modo all'intera popolazione studentesca la possibilità di frequentare in presenza i corsi dell'attuale anno accademico". Ma nonostante ciò, "il problema dell’accesso alle biblioteche resta una forte preoccupazione del corpo studentesco, poiché in taluni casi la biblioteca è l’unico spazio in cui sono garantite le condizioni adeguate allo studio: ciò è valido per gli studenti di grado terziario e secondario. Infatti – sebbene sia possibile ritirare i libri ordinati online, con non pochi disagi – le sale di studio rappresentano l’unica alternativa per gli studenti che al proprio domicilio non hanno le condizioni adatte per poter studiare decentemente. Persino le associazioni di categoria sono perplesse circa la richiesta del Certificato per accedere ai servizi, che difficilmente collima con il codice etico dei bibliotecari che “devono garantire la fornitura di servizi equi senza discriminazione e il diritto di tutte le persone di accedere all’informazione”. In questi termini, la natura etica della professione non è compatibile con le misure attualmente vigenti".

Per queste ragioni, il SISA si schiera contrario a questa misura. "Le biblioteche essendo luogo di studio, di cultura e di scambio di idee dovrebbero essere accessibili a tutte e tutti senza alcun discrimine. Nello stato attuale delle cose, la libertà di accesso ai luoghi di cultura tra i non vaccinati è un privilegio di classe: non tutte e tutti hanno le facoltà economiche per potersi testare frequentemente. Anche per questa ragione il SISA si schiera per delle biblioteche libere dal controllo e dalla discriminazione sociale!", conclude.

 

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