CRONACA
Il SISA lancia l'allarme: "Il corpo studentesco soffre, servono interventi immediati"
Una quindicina le proposte lanciate da un sindacato che si definiscr "di trasformazione sociale". Tra di esse, alcune a breve termine legate alla pandemia (riaprire le università come prima) e ad ampio respiro

BELLINZONA - Tra le categorie che soffrono maggiormente, a livello psicologico, il periodo che stiamo vivendo ci sono i giovani e gli studenti, come verificano molte ricerche. Ansia, depressione, problemi di sonno, causati dall'incertezza, dallo stare lontano dai coetanei, dal non poter fare esperienze che di solito sono quotidiane.

In alcune nazioni europee sono state organizzate delle manifestazioni, il Sindacato Indipendente degli Studenti e degli Apprendisti solidarizza e, riunito in assemblea, approva un documento dove vengono riassunti i problemi vissuti dai giovani: non solo psicologici, ma anche economici.

E lancia una quindicina di proposte. "La questione è chiaramente ampia e complessa, per questa ragione è importante che il problema non venga banalizzato proponendo unicamente delle soluzioni finalizzate ad intervenire sugli effetti sul corpo studentesco dovuti dalla situazione pandemica, ma rivendicare un radicale cambiamento dell’attuale ordinamento sociale e più precisamente scolastico. Per questo motivo è necessario che le origini dei problemi sociali e psichici siano considerate nelle rivendicazioni avanzate da un sindacato di trasformazione sociale quale il SISA. Non bisogna tuttavia dimenticare che il corpo studentesco
necessita di interventi immediati che possano risolvere la situazione di disagio e malessere che vivono ed è dunque importante fornire delle risposte a questo tipo di bisogni e intervenire anche sugli effetti della situazione pandemica e non", si legge in una nota.

La prima richiesta è di intervenire sulle cause. Il primo intervento sarebbe "riaprire immediatamente le università, con le dovute misure di sicurezza".

Inoltre, "democratizzare le condizioni di studio e l’accesso agli studi accademici: ampliare e
facilitare l’accesso a una borsa di studio, anche attraverso uno sportello appositamente adibito
a questo scopo che analizzi la mutata situazione finanziaria del richiedente per via delle
conseguenze economiche della pandemia", oltre che "ridurre l’indebitamento studentesco: abrogare il sistema di prestiti di studio da rimborsare dopo il diploma, che incrementa la precarietà e l’instabilità economica dei laureati, incentrando gli aiuti finanziari agli studenti su borse di studio a fondo perso" e "condonare immediatamente il debito studentesco: lo Stato, che finanzia campagne contro l’indebitamento giovanile, non deve farsi promotore dello stesso".

Il SISA chiede anche di "rispettare il diritto allo studio nel secondario I e II, ampliando il servizio pubblico nell’ambito del sostegno allo studio attraverso l’introduzione di corsi di recupero gratuiti e pubblici in tutti gli ordini scolastici".

Si vuole anche "frenare la selezione sociale: abrogare il limite alle ripetizioni dell’anno nel secondario II, abolire i momenti valutativi a sorpresa e modificare la modalità d’ottenimento della maturità introducendo una sessione di recupero durante l’estate", oltre che "abolire le pratiche aziendalistiche di valutazione quantitativa, abrogare la notazione numerica per la valutazione e introdurre dei colloqui valutativi di gruppo oppure individuali a seconda del tipo di esercizio proposto".

Non piace nemmeno il "rapporto allievo-docente, di natura classista", il consiglio è di "ridurre il numero di allievi per classe e aumentare l’effettivo docente per ridurre le pressioni sul rendimento scolastico e privilegiare il pieno sviluppo della/o studentessa/studente. Ridurre il carico di lavoro e le pressioni sull’allievo: ridurre la dotazione oraria settimanale, trasformando una parte delle ore-lezione canoniche in momenti di recupero e lavoro individuale con il docente. Inoltre, 'la pausa è sacra': vorremmo introdurre il diritto ad una pausa di minimo 5 minuti ogni 45 minuti di lezione e garantire almeno 60 minuti di pausa ogni 3 ore-lezione".

Il SISA vorrebbe anche che si intervenisse sugli effetti creati dalle condizioni. Ovvero: "Interrompere il percorso formativo è un diritto: diritto ad un congedo scolastico per motivi
medici e a preservare gli elementi valutativi fino ad allora ottenuti. Anche le/gli apprendiste/i
devono poter interrompere il percorso di studio con una garanzia contro il licenziamento".

Si punta a "generalizzare la possibilità di poter differenziare la modalità didattica d’insegnamento in casi eccezionali di bisogno (disturbi dell’attenzione, dislessia, etc.)" e a "democratizzare il benessere mentale, con l'introduzione di uno psicologo di sede ogni 500 allievi che partecipi ai consigli di classe. Questo deve captare l’emergenza di un disturbo in un allievo e reindirizzarlo verso uno psicologo esterno che lo segua individualmente e gratuitamente. A suesto scopo il servizio medico-psicologico cantonale (SMP) del DSS/DECS dev’essere potenziato e ampliato".

Non basta: si vorrebbe "rafforzare la formazione del corpo docente: migliorare la formazione del docente, introducendo dei corsi che sensibilizzino maggiormente sulle tematiche della salute mentale" e combattere "contro la stigmatizzazione di chi soffre, rafforzando e introducendo delle campagne di sensibilizzazione e prevenzione sul tema del benessere e della salute in tutti cicli formativi".

 

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