CORONAVIRUS
Terza dose, Omicron, Ambrì, ricoveri. Il punto della situazione
In conferenza stampa, con Merlani e Zanini (Perdervilla ha spiegao i dettagli organizzativi) hanno chiarito diversi punti relativi alla nuova variante e alla vaccinazione di richiamo. Molti positivi nella squadra leventinese

BELLINZONA - "In una settimana abbiamo di fatto raddoppiato i casi, potrebbe continuare così". In conferenza stampa, il medico cantonale Giorgio Merlani ha esposto i numeri relativi al Covid. E Omicron è tra noi. 

"Su Omicron? Ora si comincia a sapere qualcosa, anche se le certezze continuano a essere molto poche. Non dobbiamo accomodarci sulla riflessione che sia poco grave, anche se lo fosse ma fosse più contagiosa, i casi aumenterebbero comunque. Ci preoccupa la rapidità di diffusione. Ci sono già alcuni casi che non derivano da viaggi, dunque è possibile contrarre l'Omicron. Questo ci ha preoccupato e abbiamo chiesto per quello a chi era presente in curva ad Ambrì di farsi testare, compresi i numerosi tifosi leventinese che vivono Oltralpe. Per ora si sono presentati a farsi testare circa il 10% dei presenti, ovvero 216 (Merlani li ha sentitamente ringraziati), con 14 positivi (il 6,5%), di cui 9 hanno contratto la variante Omicron. 

Merlani ha parlato anche dell'Ambrì: i positivi sono parecchi e ci sono indizi semi definitivi che si tratti di Omicron per cui anche i contatti vanno in quarantena. Non si è ancora espresso sulla possibilità che la squadra partecipi alla Coppa Spengler. 

Dopo il pronto soccorso dell'Italiano, da stasera chiuderà anche quello di Faido, ci sarà un checkpoint nei locali del pronto soccorso, per consentire durante il periodo festivo di avere un luogo dove presentarsi e farsi tamponare in caso di sintomi, almeno sino al 7 gennaio. Per quanto concerne i ricoveri in cure intense, Merlani ha spiegato come ieri sera ci fossero 10 persone a Lugano, 5 a Locarno, 4 a Bellinzona e uno a Mendrisio. I vaccinati sono 6 e i non vaccinati 14. Il vaccino non protegge in modo assoluto dal contagio ma, ha specificato il Medico Cantonale, aiuta a non contrarre forme gravi, per cui è necessario tener presenti le altre misure. 

Su precisa domanda, Merlani ha confermato che Omicron si diffonde anche tra i vaccinati, soprattutto se hanno fatto l'ultima dose, la seconda, più di sei mesi prima. Ma non è vero che le persone vaccinate si contagiano in modo più rapido e importante. 

E sull'obbligo vaccinale non ha negato che non state fatte delle riflessioni. La legge federale dice che si è in una situazione particolare, quindi la Confederazione, sentiti i Cantoni, volendo potrebbe inserirlo. "Vedo male proseguire a macchie di leopardo", ha aggiunto. Non sa se ci si dovrà vaccinare regolarmente, dipende da numerosi fattori. La protezione sale dopo il booster di un fattore da 1 a 10, e potrebbe diminuire dopo qualche tempo dalla terza dose, però potrebbero arrivare varianti in grado di cambiare ancora tutto. 

Poi ha preso la parola il farmacista cantonale Giovan Maria Zanini, che ha detto che il numero di vaccinazioni ha ricominciato a essere importante, come nei momenti di picchi. Le dosi di richiamo sono state circa 70mila, ma sono parecchie anche le prime dosi e le terze per i malati che necessitano di una dose, forse anche di due, in più. I ticinesi con ameno una dose sono 254mila, ovvero l'80% della popolazione vaccinabile. Sono state somministrate 70mila dosi di booster, sulle 100mila che hanno diritto a avere il richiamo. Per ora si parlava solo di chi ha fatto la seconda dose sei mesi fa, da oggi potranno averlo anche coloro che hanno avuto la seconda dose a agosto: ora si tratta di 195mila persone e aumenteranno ancora, una sfida molto grande per il Cantone. Non tutte potranno essere vaccinate prima di Natale. Zanini ha chiarito come la terza dose almeno provvisoriamente garantisce una protezione contro Omicron. Il richiamo dopo quattro mesi non sarà omologato da Swissmedic perché non è stata una richiesta da parte di una casa farmaceutica e quindi a ogni paziente verrà richiesto il consenso. I giovani con meno di 30 anni che hanno avuto due dosi di Moderna, se d'accordo, si vaccineranno con Pfizer. In questo modo si riduce il rischio di miocardite in quella fascia di età da 7 casi ogni 100mila a 2 casi ogni 100mila. Il rischio è maggiore con la seconda dose e non è da escludere che lo sarà ancora di più con la terza dose. 

Per quanto riguarda i bambini dai 5 agli 11 anni, essi potranno essere vaccinati da gennaio, con una formulazione pediatrica del vaccino, diversa da quella degli adulti, che non può essere usata. Ci sarà priorità per i bimbi malati o per quelli che vivono in un ambiente domestico dove ci sono persone a rischio.

 

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