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15.03.2016 - 15:430
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Giorgio Giudici sgancia il "napalm": "Apro il libro dopo tre anni di fango in faccia". Su Borradori: "A Lugano manca il Comandante"

"Non si può governare la Città puntando su eventi effimeri. A molti luganesi non va più bene. Borradori sarà primo, ma se Bertini gli arriva vicino si vada al ballottaggio"

di Marco Bazzi

Metti una sera a cena accanto a Giorgio Giudici. Non puoi non conversare di politica… È una cena tanto casuale quanto particolare: al tavolo ci sono infatti i due candidati della lista “Lugano per tutti”, Sergio “Seo” Dell’Acqua e Giovanni Kauz. E alla fine l’ex sindaco viene invitato a dire due parole.

“Solo due”, premette. Inizia dicendo di apprezzare che ci siano persone, come Dell’Acqua e Kauz, che dimostrano entusiasmo per Lugano e si mettono in gioco con una piccola lista, al di là delle aspettative di successo o di insuccesso.

Giudici parla con voce pacata, ma le sue parole sono taglienti.  Il giudizio sul Municipio di Lugano, che lasciò nell’agosto di tre anni fa, in particolare sul sindaco, Marco Borradori, è decisamente severo.

E mentre “Re Giorgio” parla, ti viene in mente quel passaggio di Apocalypse Now, quando il colonnello Bill Kilgore dice: “Mi piace l’odore del napalm al mattino”…

Quel che gli ha fatto andare la mosca al naso, e che lo ha spinto a dire la sua, nonostante il ritiro dalla politica, precisa, è ciò che definisce “una mancanza di rispetto nei confronti del vecchio Municipio, e miei, che per quasi 30 anni sono stato sindaco”.

“Vorrei ribadire – spiega - che in quei lunghi anni ho portato avanti, tra l’altro, insieme ai miei colleghi di allora, il Polo culturale, le aggregazioni comunali, le relazioni internazionali, l’Università, il Centro di calcolo, lo sviluppo dei centri di ricerca – e vedo con piacere che il Municipio ha colto un’occasione irrepetibile sostenendo l’iniziativa del Cardiocentro per trasferire nello stabile Mizar i suoi centri di ricerca –, e invece vengo dipinto come se avessi lasciato una Lugano disastrata”.

Per due anni, dice Giudici, “mi è stato gettato addosso fango. Ho subito una denigrazione sistematica che tocca anche gli ex colleghi, due dei quali purtroppo non ci sono più, Giuliano Bignasca e Giovanni Cansani. Fino a un certo punto una persona, soprattutto se è un personaggio pubblico, può tollerare. Ma poi… Ribadisco che le critiche rivolte alla mia conduzione politica coinvolgono per forza di cose anche il Nano, con il quale ho sempre condiviso le scelte di fondo”.

Poi arriva il giudizio su Borradori: “Le aspettative del 2013 sono state a mio parere disattese. Fare il sindaco vuol dire essere il comandante di una nave. Che ci sia il mare a forza 1 o a forza 10 non cambia nulla: l’importante è comandarla, la nave. E oggi, purtroppo, mi sembra non esista il Comandante”.

L’ex sindaco spiega così il suo pensiero: “Nel ’91 anche noi avevamo problemi finanziari, ma con Bignasca abbiamo creato l’Università. I momenti di crisi sono quelli in cui devi mettere in piedi i progetti per il futuro. È quando hai pochi soldi che deve scattare la logica della progettualità. Ora vediamo che l’allarme ripetutamente lanciato in questi tre anni sulle finanze cittadine, profilando irresponsabilmente lo spettro del ‘default’, del fallimento, era infondato. Casualmente, proprio a un mese dalle elezioni, a Lugano è spuntato il tesoretto… Quindi è inutile che ora il Municipio si compiaccia facendo credere di aver fatto miracoli”. 

E aggiunge: “Poi, quando pensi che in questi tre anni sono stati disdetti contratti di lavoro ad alcuni funzionari importanti che hanno lavorato intensamente con me - ma ne sono stati assunti altri, contraddicendo l’obiettivo della riduzione del personale -, e nei confronti di alcuni è stato fatto un mobbing che ritengo inaccettabile per un ente pubblico, capisci che questo Municipio o chi per esso soffre di un profondo complesso del passato”.

E sulla Lega dice: “Il problema è che, morendo il Nano, la Lega ha perso il suo vero e unico leader, ma è rimasto questo ‘tsunami’ che continua a produrre effetti sul piano elettorale, come abbiamo visto l’anno scorso alle Cantonali. In realtà oggi non esiste più la Lega del Nano: vi sono persone sicuramente capaci, ma che hanno avuto la fortuna di essere state scelte da lui e che occupano posti di rilevo che altrimenti non avrebbero forse raggiunto”.

Poi torna sul giudizio politico complessivo: “Questo Municipio ha ereditato alcuni progetti importanti che bisognava soltanto mettere in cantiere, ma che sono inspiegabilmente rimasti nel cassetto. Ha fatto più contabilità che politica, puntando su eventi effimeri, come la Formula E, che possono anche andar bene, non dico di no, per carità… Ma il governo di una Città come Lugano non può esaurirsi nell’organizzare una corsa automobilistica o una gara di catamarani”.

E ancora: “Io penso che è ora di dire chiaramente che a molti luganesi questo approccio politico non va più bene. Spero che ‘Lugano per tutti’, che è una lista di disturbo, contribuisca a innescare un seppur minimo cambiamento. Oggi, a mio modo di vedere, chi rappresenta la Lega con l’eccezione di Lorenzo Quadri, non interpreta con coerenza la vera anima del Nano. Se il cambiamento in Municipio non avverrà il prossimo 10 aprile spero avvenga tra quattro anni”.

E intanto, sollecitato dalla tavolata, azzarda un pronostico sulle elezioni del 10 aprile, e fa la sua “superclassifica show”. Secondo lui gli equilibri tra i partiti non cambieranno, ma qualche sorpresa sarà possibile.

Borradori perderà consensi, dice, ma sarà comunque il più votato. “Però se Michele Bertini riesce a insidiarlo da vicino, con uno scarto di qualche centinaio di voti, e auspico per lui un risultato plebiscitario, il PLR deve chiedere il ballottaggio”.

Dopo Borradori, nella lista Lega, l’ex sindaco vede Lorenzo Quadri e al terzo posto Michele Foletti. “Nel PLR la lotta sarà invece serrata per il secondo posto tra Fabio Schnellmann e Roberto Badaracco, mentre la sorpresa saranno le donne, Karin Valenzano e Morena Ferrari-Gamba che secondo me faranno un buon risultato”.

E in casa socialista? “Credo che Jacques Ducry potrebbe insidiare il seggio a Cristina Zanini-Barzaghi, ma anche qui sarà una sfida combattuta. Mentre nella lista PPD non ci sono discussioni: Angelo Jelmini verrà riconfermato”.

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