CORONAVIRUS
Nirenstein: "Ecco come Israele ha vinto la sfida della vaccinazione di massa"
La giornalista è intervenuta durante la puntata di Matrioska su TeleTicino: "Li abbiamo pagati di più, è vero. Ma perché non farlo per salvare delle vite?"

MELIDE - Israele sta primeggiando - per distacco - nella classifica dei Paesi leader nella campagna di vaccinazione. Oltre la metà dei cittadini sono già stati vaccinati con la prima dose. Un successo clamoroso che sta facendo scuola, e invidia, in tutto il Mondo.

Ma come è stato possibile? Ieri sera, durante la puntata di Matrioska in onda su TeleTicino,la giornalista e scrittrice Fiamma Nirenstein, in diretta da Gerusalemme, ha spiegato i motivi alla base del miracolo israeliano. Motivi culturali, organizzativi, politici e di denaro. 

“Siccome Israele - ha detto la giornalista - è un Paese abituato a grandi sfide, avendo dovuto fronteggiare molti attacchi a partire dalla sua fondazione, ha una struttura sociale e anche un’organizzazione interna veramente formidabile. A queso si somma una particolare affezione tra i cittadini e un grande amore per la vita. Su queste basi abbiamo già vaccinato con doppia dose 3 milioni di persone, tra le quali felicemente la sottoscritta, e altri 2 milioni hanno fatto la prima dose. Tutto questo si spiega anche con il senso di missione di questo Paese. La missione di sopravvivere. E su questo aspetto il primo ministro Netanyahu è talmente severo che stiamo ormai entrando nella quarta settimana di lockdown totale”.

D’accordo l’organizzazione e i valori culturali del Paese, è stato ribattuto da studio, ma è noto che Israele ha stretto accordi “speciali” con Pfizer, pagando il doppio ogni dose di vaccino. “Perché - ha risposto la giornalista - lei non li pagherebbe 30 dollari in più per dose se questo servisse a salvare delle vite? Oggi in Israele oltre il 90% degli over 70 è vaccinato, gli over 50 sono sulla buona strada e abbiamo già cominciato con i 35enni e i 16-17enni. E tra un po’ la campagna di vaccinazione verrà estesa a tutti. Noi abbiamo pagato di più la Pfizer, è vero. E abbiamo potuto farlo anche perché abbiamo 9 milioni di abitanti e non 60 come l’Italia. Si può spendere di più, basta decidere che ne vale la pena. In questo consiste la specialità israeliana. Nell’idea che se vuoi salvare una vita sei pronto a fare qualsiasi cosa. Infatti qui è così, in ogni ambito”.

Nove milioni di abitanti. Una popolazione quasi sovrapponibile a quella svizzera, che di certo non ha meno soldi e neppure meno know how nell’ambito della farmaceutica o della ricerca. Anzi, probabilmente è vero il contrario. Ma oltre a investire più denaro, Israele ha anche anticipato i tempi rispetto alle autorizzazioni delle autorità sanitarie come l’EMA o l’FDA?   “Assolutamente no”, ha risposto Nirenstein. “Sicuramente Israele si è mossa con largo anticipo rispetto all’Europa, ma senza bruciare le tappe a livello di autorizzazione. Semplicemente Netanyahu, negli scorsi mesi, è stato attaccato al telefono dalla mattina alla sera, non occupandosi di nient’altro che del vaccino. Questo perché è un leader che ha capito che non c’è niente di più importante per vincere questa guerra che il Mondo intero sta combattendo. Se sei un Paese dittatoriale come la Cina, allora chiudi la gente in casa. Se sei un Paese democratico come Israele, combatti questa battaglia con le armi della concorrenza liberale, acquistando il vaccino prima degli altri. Ed è questo che abbiamo fatto”.

Per vedere la trasmissione con l'intervista a Fiamma Nirenstein clicca qui

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