TORINO – L’ambiente in casa Juventus è piuttosto teso. L’eliminazione agli Ottavi di finale di Champions League per mano del Porto non è stata digerita da tifosi e società. La coppa dalle grandi orecchie, quindi, resta una volta di più un sogno apparentemente ancora lontano per i bianconeri, autori di un inizio di stagione non del tutto esaltante.
La doppia sfida contro i portoghesi ha evidenziato i limiti tecnico-tattici della formazione allenata da Andrea Pirlo, alla sua prima esperienza da allenatore. La società, in ogni caso, ha garantito piena fiducia all’operato dell’allenatore italiano, forse conscio di poter andare incontro a un anno senza grossi trofei.
Della precoce eliminazione della Juventus ne abbiamo parlato con Luca Sciarini, ora a capo dell’Eco dello Sport. “Perché la Juve non riesce ad andare fino in fondo? Non generalizzerei. Con Allegri ha centrato due volte la finale. Direi che, piuttosto, i bianconeri è vittima dei cambi di allenatore delle ultime due stagioni. Nel 2019 pensavano, probabilmente, di avere in mano Guardiola e poi hanno dovuto ripiegare su Sarri, spacciato per innovatore. Che forse è anche vero, ma non si incastrava con lo stile dei piemontesi”.
“Poi – aggiunge – speravano in Zidane. E anche lì hanno dovuto ripiegare su Pirlo, nominato solo qualche giorno prima allenatore della U23. Ma non getterei la croce addosso ad Andrea. Ha ereditato una squadra sicuramente indebolita. I problemi economici della Juventus – e l’acquisto di Cristiano Ronaldo ha sicuramente acuito il problema – hanno poi fatto il resto. Cessioni come Kean e Coman sono errori che alla fine si pagano. In sintesi, direi: squadra più debole e Ronaldo più vecchio. Le colpe, non solo di Pirlo, sono da spartire”.
Per il futuro, la Juventus “può ripartire con Pirlo e con una squadra che più gli si addice. Devono rinforzarsi a metà e svecchiarsi in difesa, oltre a risolvere la grana Ronaldo, ormai in caduta libera a livello fisico e motivazionale. La società deve poi sperare di azzeccare qualche colpo a parametro zero, come accaduto con Vidal e Pogba qualche anno fa. Il problema principale, però, resta la dirigenza. La partenza di Marotta (ora all’Inter ndr) non è stata compensata con il duo Paratici-Nedved, che non sembrano avere la lucidità che aveva Marotta. Di questo la squadra e l’allenatore ne risentono”.