CRONACA
Il Gatto, la Volpe e Mangiafuoco: il caso NYX
Ecco chi sono, cos'hanno fatto e detto, Guarnieri, Tito Moron e il picchiatore calabrese che gestiva la sicurezza per il "Re della movida"

di Marco Bazzi

LUGANO - “Sono entusiasta della sfida per il rinnovamento dell’immagine del Casinò di Lugano. I progetti sono molti ed ambiziosi per la nuova ‘boutique del gioco’. Non vogliamo semplicemente ampliare gli spazi del casinò, vogliamo lanciare sul mercato un nuovo concept del divertimento. Casinò Lugano, che a breve si doterà di un Club e di Lounge bar di design, sarà l’emblema di questa nuova filosofia”.

Il gatto e la volpe

Paolo Guarnieri, 47 anni, “il gatto”, in carcere da martedì 16 ottobre, aveva iniziato così, tre anni fa, con queste dichiarazioni la sua avventura sul Ceresio. Quel che non si capisce è come mai, essendo stipendiato dal Casinò al 50% (con un salario di 13'000 franchi al mese) potesse anche essere socio del peruviano Hector “Tito” Bravo (“la volpe”), nella discoteca NYX, il locale annesso al Casinò al quale non è ancora stato versato un franco di affitto.

Una gallina dalle uova d’oro: tanti incassi, pochi costi. E incassi in nero: per una cifra stimata dagli inquirenti attorno ai 2 milioni e mezzo di franchi nel solo 2011.

Il conflitto d’interessi

Il conflitto di interessi sembra, ai profani, piuttosto evidente: Guarnieri non solo guadagnava da due parti, incassando soldi dal NYX (bianchi e neri) e dal Casinò: ma in qualità di responsabile marketing della casa da gioco promuoveva la “sua” discoteca alla luce del sole. Per i vertici del Casinò si trattava invece di una sinergia molto utile.

Ecco cosa scriveva Guarnieri in un comunicato inviato dal Casinò a inizio anno: “È partita una nuova stagione che, dopo i buoni risultati del 2010, ci vede protagonisti non solo nel settore del gioco, ma anche in quello dell’intrattenimento”.

E ancora: “Intendiamo iniziare una collaborazione, come Casinò, al processo di sviluppo di notorietà della Città di Lugano, che molto ha da offrire, soprattutto in campo culturale, turistico e di bellezze naturali”. Uno che sicuramente si sapeva vendere, il buon Guarnieri. Era sbarcato a Lugano all’improvviso, come altri prima di lui. E il suo sbarco coincide con l’appalto per la gestione della futura discoteca, un appalto che Guarnieri si aggiudica mettendosi in società con Hector “Tito” Bravo, finito in carcere pure lui.

Un curriculum spettacolare

Il suo curriculum era di quelli spettacolari. Insomma, sembrava che nel mondo avesse fatto tutto lui: “Classe ‘65, laureato in ingegneria a Padova e con una grande passione per l’innovazione, si trasferisce a Milano negli anni ’80, dove inizia una collaborazione con una multinazionale del gruppo olandese Vendex. Negli anni ’90 ricopre il ruolo di Direttore Marketing e Commerciale di importanti aziende informatiche di sistemi Cad, Gis e Internet sino all’esperienza Client Leader Manager per Consiel (Gruppo Finsiel – Telecom Italia). Tra i Clienti seguiti: Ferrari, Maserati, McDonald’s, Renault, IKEA, Mondadori, Heineken, Perfetti, Luxottica. Successivamente viene nominato Amministratore Delegato della società svizzera ELITE Rent-a-car Italia, leader europeo per il noleggio di auto con sede a Ginevra. Nel 2005 è co-fondatore e Amministratore Delegato di CircleClub, il primo Club esclusivo, in Italia, che consente ai soci di utilizzare beni di lusso”.

Guai giudiziari in Italia

Ma la lista di imputazioni che si ritrova oggi addosso è più lunga di quella delle sue esperienze professionali. Qualche mese fa, quando era finito sui giornali italiani e ticinesi (in particolare sul Caffè) per una vicenda giudiziaria poco chiara aveva detto: "Sono sconcertato della facilità con la quale si possano pubblicare notizie false e diffamatorie sulla stampa locale. Ho già dato al mio legale mandato di procedere nei confronti di chi si è reso responsabile di questa illegittima campagna denigratoria nei miei confronti"

Scriveva il sito giconews.it: “Parole ricche di amarezza, quelle pronunciate dal responsabile marketing per l'Italia e pubbliche relazioni del Casinò di Lugano, Paolo Guarnieri, dopo essere balzato, suo malgrado, agli 'onori' della cronaca ticinese per presunti procedimenti giudiziari in atto che lo riguardano ma che comunque, anche se fossero accertati, nulla hanno a che vedere con la Casa da gioco ticinese in quanto riguardano esclusivamente la sua persona”.

Sul Caffè era apparso un articolo dal titolo 'I guai giudiziari del direttore con i supervip' nel quale si faceva riferimento al CircleClub, circolo esclusivo che affittava bolidi, ville e quadri d'autore con sedi tra l'altro a Lugano e Montecarlo fondato da Guarnieri e dichiarato fallito la scorsa estate. "E Guarnieri – scriveva il Caffé - è stato risucchiato in una guerra giudiziaria fatta di denunce incrociate che hanno innescato due procedimenti: uno davanti al Tribunale civile di Milano, l'altro a quello penale".

L’annuncio di Tito: apro il NYX

“A Capodanno – dichiarava due anni fa in un’intervista “la volpe” Tito Bravo - apriamo il NYX Club al Casinò di Lugano: un club molto esclusivo. Ci si terranno eventi speciali: sfilate e presentazioni di moda. E saranno ospitati anche grandi DJ di livello internazionale, gruppi musicali che suoneranno dal vivo, artisti internazionali e attori e personaggi famosi”.


Per una Lugano sempre più glamour e vippaiola, chiosava il giornalista. Una Lugano da bere. Dove tutti si divertono, spendono e guadagnano senza farsi troppe domande. “Proprio come piace al re della notte. Si a volte mi chiamano così - ci dice con un sorriso - e per me non c'è problema. Perché sono venti anni di lavoro e di sacrificio per tutta la mia famiglia. E non è stato facile”.

Irregolarità sul cantiere

Dalle cronache di un tre anni fa, dopo un sopralluogo del sindacato OCST sul cantiere del NYX: "Al momento del controllo, erano presenti 18 lavoratori, di cui solo 4 perfettamente in regola e dipendenti di una ditta di Agno di climatizzazione e ventilazione, 3 lavoratori sono letteralmente scappati dal cantiere; 11 lavoratori, a domanda di mostrare i documenti e le notifiche d'impiego, si sono limitati a rispondere 'non abbiamo nessun permesso di lavoro'. È stata inoltre confermata una durata del lavoro, pausa esclusa, di oltre 12 ore giornaliere".

E l'OCST polemizzava anche su quello che riteneva un "evidente conflitto di interesse del direttore marketing del Casinò di Lugano che è direttamente interessato, quale azionista e come responsabile a firma unica, della NYX SA unitamente al signor Bravo Moron, cittadino peruviano presidente della medesima società. Questo contemporaneo 'doppio ruolo' fa emergere - da più punti di vista - diversi quesiti: in particolare, è eticamente corretto che il Consiglio di amministrazione del Casinò di Lugano conceda in gestione degli spazi a una società dubbia dal profilo etico, come i fatti su evidenziati dimostrano, e in palese conflitto di interessi?".

E spunta Mangiafuoco

Facciamo un passo indietro di qualche anno ancora. Da una cronaca italiana del 2006: “Stava rientrando dal canton Ticino attorno all'una di ieri notte, impiegato come buttafuori in un locale, per raggiungere la sua abitazione a Porto Ceresio, ma è incappato in un controllo della Polizia di frontiera di stanza al valico di Lavena Ponte Tresa dove è stato fermato. A. S., 33enne già noto alle forze dell'ordine e tra i capi della tifoseria del Varese calcio Blood and Honour, nascondeva nella sua auto di grossa cilindrata 302 pastiglie di efedrina, sostanza utilizzata come doping ma anche come stupefacente per la sensazione di superpotenza ed eccitazione che crea in chi la assume associandola all'alcol. Oltre all'efedrina il buttafuori possedeva anche un coltello a serramanico e un pugnale di 17 centimetri”.

Il personaggio in questione è il 39enne calabrese citato nel comunicato del Ministero pubblico sull’inchiesta NYX. Le indagini sono partite da lui, scarcerato nei giorni scorsi dopo essere stato arrestato e accusato come mandante dell’accoltellamento di un kosovaro nell’ambito di una faida tra i “clan della sicurezza”.

Il 39enne, colpevole o innocente che sia del fatto di sangue, era l’uomo di “Tito” Bravo. Colui che coordinava da anni tutti gli uomini della sicurezza delle sue discoteche. Un bel personaggio anche questo, un picchiatore che oggi, nonostante tutto quello che ha combinato, vive ancora in Ticino. Suo fratello, tanto per descrivere la famiglia, è stato accusato di aver tentato di uccidere un carabiniere nel Luinese. “Mangiafuoco” è il trait d’union tra l’inchiesta Domino, quella sui bordelli, e il caso NYX. Ecco perché il procuratore pubblico John Noseda non si è limitato a reati finanziari e fiscali ma ha esteso le accuse a lesioni gravi, sequestro di persona e violenze varie.

Già, pare che gli uomini di “Tito” non andassero per il sottile e pestassero di brutto chi, nei locali del peruviano non si comportava bene. Su questi episodi la polizia giudiziaria aveva già indagato cinque o sei anni fa. L’inchiesta aveva addirittura un nome: LAPIS. Ma qualcuno, poi, ha spezzato la punta della matita. E “la volpe” e “Mangiafuoco” hanno potuto continuare a dettare la legge nella Libera Repubblica della Movida. Fino a che hanno incontrato “Il Gatto”. Ma che fine ha fatto Pinocchio?

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