STABIO – “È un uomo robusto, ma secondo me ha rischiato troppo. Non si sa mai come reagisce quella gente”. Francesco Ardemagni, ieri sera a quell’ora, erano circa le 19,30, quando il suo ufficio cambi è stato al centro di una tentata rapina, stava allenando al campo di calcio.

Due malviventi con il volto coperto da un casco da motociclista sono entrati nell’ufficio cambi Ardelive, in via Cantonale 32 a Stabio. Era l’ora della chiusura e nel locale c’erano Elio Sassi, 70 anni, padre acquisito di Ardemagni, e la commessa. Uno dei due banditi impugnava una pistola.

Ma Elio Sassi è uno che non si fa intimorire facilmente. “Stava per chiudere l’ufficio, quando i due sono arrivati. Erano individui apparentemente giovani e piuttosto esili – racconta Francesco Ardemagni -. La porta del locale della cassaforte era già chiusa. Mio padre non ha nemmeno capito bene con che accento parlassero, perché indossavano il casco. Sta difatto che ha reagito, e c’è stata una colluttazione, che è proseguita di fuori, nel parcheggio: li ha fatti scappare e li ha inseguiti, nonostante uno dei due gli avesse spruzzato negli occhi lo spray al pepe. Quasi accecato, è perfino riuscito a buttare a terra la moto dei due rapinatori, che poi sono fuggiti”.

Durante queste fasi concitate Sassi è anche stato colpito alla testa, probabilmente col calcio della pistola. “Nulla di grave. È stato medicato al pronto soccorso – dice Ardemagni -. Ora sta bene, a parte un po’ di bruciore agli occhi causato dallo spray. Rapine? No, questa è la prima che subiamo da quando abbiamo aperto l’ufficio. In passato sì, ma molti anni fa, quando avevamo il distributore di benzina qui vicino: cinque in poco tempo”.
I due malviventi sono fuggiti verso la dogana in sella a una Honda bianca e sono ancora a piede libero. Sono riusciti a varcare il confine nonostante i posti di blocco immediatamente predisposti nel Mendrisiotto.

Tutta la scena è stata ripresa dalle videocamere di sorveglianza, ma evidentemente i volti dei due non sono riconoscibili. L’ufficio cambi Ardelive è dotato di misure di sicurezza all’avanguardia. “Anche se fossero riusciti a entrare nel locale della cassaforte, non avrebbero potuto aprirla in quanto è dotata di sistemi antifurto molto sofisticati”, dice il titolare. Una rapina che sarebbe dunque rimasta “tentata” anche se Sassi non avesse reagito. E che la sua reazione sia stata troppo rischiosa lo pensa anche Armando Scano, capo del Commissariato di Chiasso, che si appella a chi dovesse trovarsi al centro di una rapina a mano armata: “Possiamo ammirare la reazione di quest’uomo, ma non è sicuramente un esempio da seguire. È chiaro, capisco che se uno ha la tempra giusta alla fine è tentato di reagire contro un atto che vive come un’ingiustizia. Ma reagendo, soprattutto di fronte a individui armati, si corrono rischi molto alti. Questo non bisogna mai dimenticarlo. Più importante è piuttosto cercare di prendere il numero di targa del veicolo dei rapinatori. Non abbiamo bisogno di eroi. La vita è troppo importante”.
 
emmebi